di Eva Desiderio

MILANO, 2 aprile 2014 - Il prodotto e la qualità del prodotto su tutto. E poi continuare ad investire nella catena di valore con la produzione interna, lasciando da parte acquisizioni diverse. Concentrandosi ancora di più nei prossimi tre anni sullo sviluppo retail dei negozi diretti che aumenteranno di 120 unità di cui 50 solo per la moda per uomo che avrà sempre più futuro. Investimenti anche sui marchi, il primo Prada,e poi Miu Miu che sta andando molto bene e il prossimo anno lancerà il suo primo profumo, Church's che amplierà lo stabilimento manifatturiero in Inghilterra e continuerà a produrre solo made in England, Car Shoe che ha un po' sofferto ma deve tornare a splendere.

Sono questi alcuni dei tanti argomenti trattati ieri da Patrizio Bertelli, ceo e cofondatore del Gruppo Prada durante la presentazione del bilancio del 2013 a Milano, nella villa liberty dove nel 1988 Miuccia Prada ha presentato in sfilata la sua prima collezione donna. Energico come sempre Bertelli, appassionato del suo lavoro "che ancora mi fa divertire", un ciclone di idee e di progetti come quello dei quattro nuovi stabilimenti in Italia, due nelle Marche, uno a Firenze, uno nel Veneto, e la creazione dell'Accademia Prada nell'headquarter nel Valdarno, sempre in Toscana, per affiancare 60 studenti ai vecchi maestri e insegnare e tramandare mestieri che altrimenti rischiano di scomparire.

"Cominceremo nel 2015 - spiega Patrizio Bertelli - e spero che si incentivino i sessatenni con sgravi fiscali per farli ancora lavorare come insegnanti del loro mestiere dopo la pensione per tramandare tecniche e segreti che garantiscano la qualità".

Ma veniamo ai numeri di Prada. Il bilancio approvato parla di ricavi consolidati a 3.587 milioni di euro, EBITDA a 1.143 milioni di euro (+9%), EBIT a 939 milioni di euro (+6%) e un utili netto a 628 milioni di euro, in linea con l'esercizio precedente. La posizione finanziaria netta attiva è di 296 milioni di euro.

Espansione su tutti i mercati mondiali del lusso, col sorprendente exploit del negozio di Kiev che finite le manifestazioni ha ripreso alla grande segnando un +30% di vendite. "Sorprendente ma vero!", sorride Bertelli. A penalizzare l'utile netto le perdite sui cambi e il maggiore carico fiscale, oltre all'euro forte. Molto forti gli investimenti sui negozi dai quali per il canale diretto arriva l'84,5% dei ricavi del Gruppo pari a 2.996, 6 milioni di euro con un progresso del 12,5% (+17,8% a cambi fissi).

Al 31 gennaio 2014 i negozi diretti sono 540 (erano 461 nel 2013) di cui 330 Prada e 150 Miu Miu, 52 Church's e 8 Car Shoe. Il canale worsale che Bertelli vuole sempre più selettivo si è attestato a 551,6 milioni di euro con una flessione del 6,9%.

Buona la tenuta dell'Europa che cresce del 4,8%, ottimo il trend del mercato americano con un incremento del 10,9%, L'Asia Pacific cresce dell'11,4% con contrinbuto fondamentale della Greater China che ha raggiunto gli 826 milioni di euro di vendite. Il Giappone è cresciuto solo delll'1%. Nell'assemblea degli azionisti del 22 maggio prossimo il Consiglio ha proposto la distribuzione di un dividendo pari ad 11 centesimi per azione.

"Meno burocrazia e piùà riforme, avanti tutta per Matteo Renzi, gli faccio tutti i miei migliori auguri", dice Bertelli che si è scagliato anche contro chi fa il parallelo. "E mi riferisco anche ad alcuni giganti del'e-commerce", ha detto l'Ad.