{{IMG_SX}}Milano, 3 aprile 2008 -Il nuovo album di Eugenio Bennato prende il titolo dal brano presentato all'ultimo festival di Sanremo, 'Grande sud'. Canzone che, in versione chitarra e voce, il fondatore della Nuova compagnia di canto popolare e del movimento 'Taranta power' ha presentato, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano, dove - a sorpresa - ha anche tenuto una breve lezione sulla taranta. E' un inno alle musiche del Mediterraneo.

 

''Grazie alle nuove comunicazioni, oggi la musica viaggia per il pianeta e rassegne come il Womad di Peter Gabriel danno spazio anche alla musica dei popoli. Grazie a questa novità, la taranta all'estero - ha detto orgoglioso - non è più solo roba da turisti o da nostalgici''. La vera taranta, ''quella che ci rende protagonisti del Mediterraneo'', è invece - ha spiegato l'esperto - quella taumaturgica, quella legata al morso del serpente che obbligava i tarantolati a ballare per giorni e giorni, al suono del tamburello, per liberarsi dal male. Una pratica che, ha ricordato Bennato, fu proibita all'epoca della Controriforma anche se, di fronte alla sua indubbia efficacia, ci furono donne che furono dispensate dai preti e poterono danzare al ritmo della chitarra battente, fino a cadere sfinite, libere dal veleno, e passare da rito orgiastico al pellegrinaggio a Galatina.

 

Di fronte al rischio che una simile tradizione, diventando una moda con il successo sempre crescente di manifestazioni come 'La notte della taranta' che, ogni estate, porta nel Salento centinaia di neocultori del genere, Bennato obietta che ''l'unico vero rischio è che si perdano le tradizioni, che si dimentichi la tecnica del tamburello e che non si costruiscano più chitarre battenti''. In fondo, anche un'altra musica popolare, il flamenco, è riuscita a uscire dai suoi confini ''ed è nato uno come Paco De Lucia: ecco io mi auguro che anche per la taranta, in Italia, crescano centinaia di Paco De Lucia''.

 

Nuove leve che lui contribuisce a formare con la scuola di Tarantella e danze popolari del Mediterraneo, la prima in Italia attiva nel recupero, lo studio e la divulgazione delle danze popolari del Sud d'Italia, aperta nel 2001 a Bologna.