{{IMG_SX}}New York, 8 dicembre 2008.  Marta "Sunny" von Bulow è morta ieri mattina nel suo grande silenzio in un una lussuosa clinica dell’Upper East Side. Era in coma irreversibile da 30 anni.

 

Nessuno saprà chi l’ha ridotta in quello stato. Il "mistero" del suo tentato omicidio, di cui fu accusato il marito Claus - compiuto con una serie di iniezioni di insulina che usava per curarle il diabete - aveva ispirato scrittori e Hollywood, portando la sua vita (diventata un giallo alla Agatha Christie) alle porte dell’Oscar con "Reversal of fortune", diretto da Barbet Schroeder e interpretato magistralmente da Gleen Close e Jeremy Irons.

 

La ricchissima ereditiera americana, sposata con l’aristocratico di origine danese Claus von Bulow, aveva 76 anni ed era in stato vegetativo dal dicembre del 1980. Il suo corpo lentamente si era ridotto e atrofizzato in una quasi marmorea posizione fetale sotto l’effetto di dosi eccessive di insulina che le hanno provocato una crisi irreversibile.

 

E’ morta raggomitolata, così come aveva vissuto per quasi tre decenni da quando si è addormentata per sempre nella splendida villa di Newport sulla costa Atlantica, che condivideva col marito tra una lite, una sbronza e crisi depressive pur essendo ancora non solo ricchissima ma anche attraente, sebbene resa sempre più vulnerabile e fragile dall’alcolismo.

 

Claus von Bulow dopo mesi d’indagini e misteri venne accusato di aver ridotto la moglie in stato vegetale per coprire i suoi traffici con un’amante più giovane e in prima istanza fu condannato a 30 di carcere. Riuscì a rimanere dietro le sbarre solo 36 mesi, perché in appello un allora quasi sconosciuto ma tenacissimo avvocato ebreo, Dershowitz (oggi luminare di Harvard), ribaltò le tesi della accusa con un formidabile castello retorico e di dubbi sulla sua impossibilità a difendersi e alla fine ne ottenne la scarcerazione e l’innocenza. Dershowitz dal caso trasse un libro "Reversal of fortune", che diede ispirazione al film di cui è stato anche sceneggiatore e la sua carriera lo ha portato al vertice dei penalisti americani.

I dubbi sulla sua assoluzione non lasciarono in buoni rapporti Claus e la figlia Cosima e l’aristocratico austriaco lasciò gli Usa per ritirarsi a Londra, anche lui nel silenzio dove vive tutt’ora. Vent’anni fa von Bulow per far cessare gli assalti dei legali della famiglia della moglie, che continuavano a scavare nella sua vita, acconsentì al divorzio tra lui e Martha, anche se lei non si era mai ripresa. Claus accetto di rinunciare completamente alla sua fortuna a condizione che la figlia Cosima venisse riconosciuta beneficiaria del testamento suo e della nonna materna che custodiva al tempo il forziere dell’eredità di famiglia.

Nata nel 1932 a Manassas in Virginia, Martha Sharp Crawford sposò prima il principe Alfred Von Auersperg nel 1957 dal quale divorziò nel 1965 ed ebbe due figli con lui. Il matrimonio col seducente Claus è del giugno 1966 dal quale nasce l’unica figlia Cosima.

Anche se Hollywood spesso romanza o aggiunge mistero e fantasia ad un intrigo dell’alta borghesia americana, la noia, il lusso, l’alcool, i tradimenti e la passione diventano tutti ingredienti fondamentali in quello che doveva diventare un delitto perfetto.

 

Secondo i medici, "Sunny"  von Bulow sopravvisse non una ma due volte all’overdose di insulina che qualcuno le somministrò approfittando del suo stato di ubriachezza. Se dalla prima si riprese, la seconda le fu fatale e suoi organi impazzirono, portandola al coma perenne. Con la sua morte si chiude un capitolo, ma continua il giallo e il mistero, perché nessuno dubita che siano state proprio le due iniezioni sotto accusa ad averla assassinata con un’agonia che è durata trent’anni. E siccome dal 1980 ad oggi non è stato trovato alcun colpevole, ma qualcuno secondo i periti ha tentato di ucciderla, col suo ultimo respiro ieri si è consumato il delitto perfetto.