Padova, 13 giugno 2013 - "Ma mai nessuno che la stupri?". L'invito choc è riferito al ministro per l'integrazione Cecile Kyenge, a cui una consigliera leghista di quartiere a Padova indirizza tutta la sua rabbia su Facebook. "Ma mai nessuno che la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato??????? Vergogna!", scrive infatti - tutto in maiuscolo - Dolores Valandro, vice coordinatrice della locale commissione sanità, interventi sociali e politiche giovanili (anche se  da circa un mese è stata sospesa dal Carroccio per contrasti interni al partito). Il post è corredato da un articolo di un sito specializzato nella pubblicazione di 'crimini degli immigrati', nel quale si parla di un presunto tentativo di stupro a una donna italiana da parte di un africano.

IL MINISTRO: CHIUNQUE DEVE SENTIRSI OFFESO "Non rispondo a questo linguaggio violento perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso". Così il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, ha replicato agli insulti. "E’ un linguaggio che non mi appartiene - ha detto il ministro Kyenge - perché istiga alla violenza e cerca di istigare alla violenza tutti i cittadini. Chiunque deve sentirsi offeso, non solo il ministro. Negli anni mi sono sempre impegnata con un linguaggio verso la non violenza”. "Parlo con tante persone - ha detto ancora ai giornalisti il ministro per l’Integrazione Kyenge - e ognuno ha il suo modo di pensare, ognuno può avere la propria ideologia. Ma non permetto che mi venga imposto un linguaggio e un comportamento violento".

IL PREMIER LETTA - "Cecile Kyenge ha ragione, ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso, e anch’io mi sento offeso", afferma il presidente del consiglio, Enrico Letta. "Si tratta di parole che non meritano altro commento che il profondo sdegno. Merita invece Cecile tutta la solidarietà mia personale, del governo e del Paese", aggiunge.

IRA DELLA BOLDRINI - Interviene anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, definendo le parole della consigliera leghista "inaccettabili, intrise di razzismo e di odio", tanto più gravi" perché pronunciate da una donna con un incarico politico.

RABBIA DELLA RETE - Se l'intento era raccogliere consensi, Valandro ha però sortito l'effetto opposto. Sulla Rete si è infatti scatenata l'indignazione degli utenti che non hanno davvero gradito le sue parole. Indignazione trasversale da parte di tutti i partiti politici.

ESPULSA DAL CARROCCIO - In serata Dolores Valandro è stata espulsa dalla Lega. Lo ha deciso stasera il consiglio nazionale della Lega Nord-Lega Veneta, presieduto da Flavio Tosi.

LA PRESA DI DISTANZE DELLA LEGA - Il post di Facebook non è stato gradito nemmeno della Lega. "Mi dissocio nella maniera più totale - scrive in una nota Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato e segretario della sezione di Padova - dalla frase violenta, stupida e inopportuna scritta dalla consigliera di quartiere di Padova Dolores Valandro su Facebook nei confronti del ministro Kyenge. Si tratta di una sua personale iniziativa che non è condivisa dal Movimento".

SCUSE TARDIVE E RIMOZIONE DEL PROFILO - Solo dopo che la polemica è deflagrata la consigliera leghista cerca di fare marcia indietro.  "E’ stata una battuta in  un momento di rabbia - annuncia - Chiedo scusa al ministro". E aggiunge: "Noi leghisti passiamo sempre per razzisti, ma non è vero. Io nella sede cittadina di Padova ho accolto addirittura persone del Congo. Non è questione di razzismo. E’ questione che se uno arriva deve rispettare un attimo le regole”. In serata il profilo Facebook della Valandro scompare. Secondo quanto si apprende, non c’è stato alcun intervento delle autorità di polizia, anche perché poco dopo l’esplosione della polemica qualcuno che aveva l’accesso al profilo ha rimosso le frasi incriminate. A rimuovere il profilo potrebbe dunque essere stata la stessa Valandro o direttamente Facebook, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni.

SARA' APERTO UN FASCICOLO - Un esposto è stato presentato alla procura della repubblica di Padova sulle frasi postate su Facebook dalla consigliera di quartiere. L’esposto è stato presentato dall’avvocato Aurora D’Agostino e dall’associazione 'razzismo stop'. A quanto risulta, sarà aperto un fascicolo per accertare eventuali reati.