{{IMG_SX}}Bruxelles, 28 agosto 2007 - La Commissione europea si prepara a chiedere al governo italiano ulteriori informazioni sulle esenzioni fiscali concesse al Vaticano, finite nel mirino del commissario per la Concorrenza, Neelie Kroes. "Abbiamo chiesto delle informazioni alle autorità", ha spiegato il portavoce Jonathan Todd, aggiungendo: "Non sappiamo ancora se aprire un'inchiesta o meno, anche perché non abbiamo abbastanza informazioni e ne chiederemo delle altre, per via scritta o verbale".

 

Al centro del caso, sollevato da Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno e vice presidente vicario del Senato del Partito radicale, ci sono le esenzioni del pagamento dell'Ici per le attività commerciali della Chiesa, in teoria abolite dal decreto Bersani dello scorso anno e di fatto sopravvissute per quanto riguarda gli immobili commerciali. Le esenzioni ammonterebbero a circa 400 milioni di euro all'anno.

 

"A partire dal momento in cui si ha davanti un organismo che svolge delle attività economiche, occorre valutarle dal punto di vista della concorrenza, e quindi in questo caso degli aiuti di Stato", ha aggiunto Todd, ricordando che una situazione simile si era già creata con la Spagna.

 

La Commissione ha inviato nel giugno scorso una richiesta di informazioni al governo italiano. Richiesta alla quale è stata data una risposta soddisfacente, anche se, secondo quanto riferito dal portavoce Jonathan Todd, gli elementi chiesti sono risultati insufficienti a formare un quadro completo della situazione.

 

La vicenda ha suscitato l'interesse della stampa straniera, come il quotidiano britannico 'The Guardian', che nell'edizione di oggi rilancia la storia, anche sulla base di quanto dichiarato ieri in un'intervista a 'La Stampa' da monsignor Karel Kasteel, segretario del pontificio consiglio "Cor Unum" (il ministero vaticano della Solidarietà). Nell'intervista mons. Kasteel ha parlato di "possibili ritocchi" al testo del Concordato, scritto nel 1984, soprattutto "nelle questioni del fisco come in quelle dell'educazione cattolica e dello status giuridico delle istituzioni ecclesiali".

 

Ieri la sala stampa della Santa Sede ha però subito precisato, prendendo le distanze dalle dichiarazioni del prelato. "E' solo una posizione personale", ha spiegato padre Ciro Benedettini, vicedirettore della sala stampa vaticana, sottolineando che "non è all'ordine del giorno alcuna revisione del Concordato". Oltretevere è stato fatto notare come l'estraneità ai problemi affrontati nell'intervista rendesse del tutto inappropriato il titolo: 'La Chiesa pronta a riscrivere concordato e regime fiscale'. In una nota diffusa in serata, lo stesso mons. Kasteel ha smentito "di aver mai affrontato la questione fiscale nell'intervista".

MASTELLA:  "NO A POLVERONI ANTICLERICALI"

"È del tutto evidente il carattere pretestuoso della presunta violazione delle norme della libera concorrenza cui porterebbe l'esenzione dell'Ici per gli enti ecclesiastici", commenta il segretario dell'Udeur Clemente Mastella. «Gli immobili oggetto dell'esenzione - aggiunge il Guardasigilli- sono immobili non solo ecclesiastici ma di tutti gli enti no profit mentre pagano integralmente l'Ici le strutture alberghiere, i ristoranti e i negozi di proprietà di enti ecclesiastici. Spero che anche in questo caso -conclude Mastella- non si alzi il solito polverone anticlericale a fronte di una semplice e legittima richiesta di approfondimento dell'Unione europea».