{{IMG_SX}}Roma, 5 settembre 2007 - È scontro nella maggioranza sulla sicurezza. La sinistra radicale si schiera contro il giro di vite annunciato dal governo perchè, accusa, colpisce gli ultimi.
Mentre la Cdl giungono apprezzamenti misti a scetticismo sulla possibilità che il governo riesca a realizzare le nuove misure. Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, avverte la sinistra radicale: in un'intervista a un quotidiano dice 'bastà al «dibattito burattinesco che abbiamo avuto sinora» perchè «la lotta all'illegalità - spiega - è una cosa seria».


«Non ne posso più di tutto questo - aggiunge ancora Amato - e di chi ci attacca perchè ce la prendiamo con i lavavetri e non con la 'ndrangheta. E poi la microcriminalità va combattuta perchè spesso proprio al suo interno si nasconde anche la grande illegalità».
Il pacchetto di provvedimenti del governo sulla legalità sarà pronto tra tre settimane. Intanto, il dibattito politico si è già surriscaldato.

 

Non è piaciuta al ministro Paolo Ferrero (Prc), l'intervista di Amato sulla sicurezza: «Personalmente non mi è piaciuta. In Consiglio dei ministri ho infatti sollevato il problema della collegialità di governo per quanto riguardano i temi legati alla sicurezza, e la necessità di dividere con nettezza quella che è la lotta alla criminalità, dalla 'ndrangheta calabrese, ai delinquenti che vanno in giro a rapinare ville, su cui ci vuole una repressione e una investigazione molto netta».

 

Fabio Mussi ha ammonito gli altri componenti del governo a «stare attenti a usare espressioni forti come 'tolleranza zerò. Magari possiamo provare ad usare 'tolleranza uno o tolleranza duè». Per il verde Angelo Bonelli la repressione senza misure sociali è inutile.
Dalla Cdl commenti positivi sulle dichiarazioni di Amato, anche se, come dice il leghista Roberto Calderoli, non sono credibili, «si tratta di mera propaganda elettorale».

 

 A proposito dello «scontro tra le due sinistre», Altero Matteoli (An) osserva: «Non ci stupisce più nulla di questo esecutivo che mostra tutte le sue contraddizioni culturali di fondo, prima che politiche, mentre i cittadini chiedono giustamente, al di là delle ideologie, interventi urgenti e mirati per ristabilire condizioni di legalità e di sicurezza a garanzia della convivenza civile, che An proporrà nella manifestazione del 13 ottobre».

 

E Gianni Alemanno aggiunge: nel piano sulla sicurezza tracciato ieri a palazzo Chigi, gli elementi interessanti ci sono. Se seguiranno proposte serie, saremo pronti a sostenerle in Parlamento.

Renato Schifani (Fi) è scettico: «Questo governo non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. Anche su un tema così delicato, che riguarda la vita di tutti gli italiani, le posizioni della sinistra riformista e di quella radicale sono inconciliabili».