{{IMG_SX}}Roma, 2 novembre 2007 - RISPEDISCE al mittente l’accusa di «demagogia» del ministro Barbara Pollastrini. «L’iniziativa delle ronde — corregge la forzista Michela Vittoria Brambilla — non è mia. Prendo atto che il Governo ritiene demagogici i cittadini esasperati dalla paura».

Governo che, però, ieri si è attivato con il decreto sulla sicurezza urbana.
«No, Governo che risponde di omissione di Governo». Cosa ha sbagliato l’esecutivo? La rossa presidentessa dei Circoli della libertà si concede una pausa, accende una sigaretta con l’aria di chi, per rispondere bene, dovrebbe parlare ore.

Per capire, appoggerete il decreto?
«Niente stampelle per chi ha commesso solo errori. Il provvedimento di ieri è un segno, la realtà è che il decreto deve essere convertito in legge entro 60 giorni e una maggioranza tanto scalcinata non ha i numeri. Resterà un manifesto di buone intenzioni. Ecco perché sale la rabbia».

Cosa la fa arrabbiare?
«Non me, i cittadini... L’esecutivo aveva già sbagliato tre giorni fa presentando 5 ddl più 3 emendamenti sulla sicurezza. Una presa in giro: sono 2 anni che la gente chiede interventi veri e il Viminale ha sonnecchiato. Ma cosa aveva di più urgente da fare?».

L’aggressione di Roma è stata la molla.
«Appunto, è assurdo che la politica prevalga sempre sulle esigenze reali dei cittadini. Tragedie simili succedono da mesi in tutt’Italia. Poi accade nella città di Walter Veltroni e allora... subito Consiglio straordinario».

Michela Brambilla, lei non avrebbe reagito?
«Reagire è l’ovvio, il minimo. Ma il problema è che il governo Prodi avrebbe potuto recepire una direttiva europea che dava la possibilità ai Paesi membri di riaccompagnare ai confini gli immigrati comunitari senza possibilità di sostentamento. Non lo ha fatto».

Ora dai suoi Circoli arriva la proposta delle ronde.
«L’idea è di Giuseppe Lucà, presidente di uno dei Circoli di Roma, io non ho mai autorizzato ronde della libertà».

Prende le distanze?
«Nel circolo di Lucà si contano 120 cittadini, tutti commercialisti, avvocati, professionisti che hanno dichiarato guerra a Veltroni. La loro esasperazione è comprensibile».

Lucà sta già organizzando ronde ‘armate’ di telefonini e videocamere per filmare la delinquenza della Capitale. Non rischiano di mettersi nei guai?
«Da un lato sono anche preoccupata. Io credo che la sicurezza vada lasciata alle forze dell’ordine. E’ chiaro che le ronde non si devono sostituire a carabinieri e poliziotti. Solo che il vaso della sopportazione è colmo...».

Farsi giustizia da sé come rivendicarono qualche tempo fa le ronde leghiste?
«No. Ma non posso far finta di non vedere che, nelle città, ci sono persone che vogliono organizzarsi perché esasperate».

Il ministro Pollastrini dice che è demagogia.
«Sta dicendo quindi che i cittadini sono demagogici. Io invece rilancio annunciando le primarie per dare la possibilità di votare le migliori ‘ricette’ anti-crimine proposte da esperti e giuristi. Inoltre, i Circoli saranno al fianco di Berlusconi nella manifestazione del 17 e del 18 novembre».

Al posto di Veltroni chi sceglierebbe come sindaco di Roma?
«Chiunque farebbe meglio di lui».

Lei lo farebbe?
Sorride, esita un attimo. Poi: «Fatico a immaginarmi in un ruolo diverso da quello che già ricopro».

Cosa direbbe ai parenti dell’assassino romeno?
«Poveretti, magari loro non c’entrano. Io non sono xenofoba. Però gli immigrati devono rispettare la nostra legalità».