{{IMG_SX}}Roma, 6 novembre 2007 - La mummia di Lenin? Se la Russia postsovietica di Vladimir Putin decidessa di rimuoverla dal mauseoleo sulla Piazza Rossa "potremmo portarla a Roma".

 Il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto lancia l'idea-provocazione dopo aver visitato questa mattina lo storico mauseleo a ridosso delle mura del Cremlino.


Nell'inverno polare russo Diliberto ha lasciato da poco il mausoleo insieme a una delegazione di circa un centinaio di militanti del suo partito e di esponenti di delegazioni di partiti comunisti arrivati a Mosca per commemorare domani i 90 anni della Rivoluzione d'ottobre. Con Oliviero Diliberto, Ghennagi Zhiuganov, leader dei comunisti russi.

 Il segretario del PDCI ha deposto un garofono rosso all'esterno del mausoleo e ha sostato per alcuni istanti ai piedi del corpo mummificato del padre della rivoluzione.

 

 

GASPARRI

 ''Possiamo accettare la proposta di Diliberto di portare eventualmente in Italia la mummia di Lenin solo a condizione che la Russia si prenda in cambio Diliberto. Non siamo disponibili ad altre ipotesi. Ma al di la' delle battute e' davvero triste avere personaggi cosi' squalificanti per il nostro paese che girano nel mondo'', afferma Maurizio Gasparri di An. ''Forse - aggiunge - Diliberto farebbe bene a trasferirsi in Cina o in Birmania o in altri posti dove il comunismo e le dittature dettano legge''

 

VOLONTE'

''Se Diliberto vuole portare a casa sua o nella sede del suo partito la mummia di Lenin, faccia pure. L'Italia non puo' certo permettersi di diventare un ricettacolo di emuli dei genocidi comunisti d'Europa''. Cosi' il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volonte'. ''Forse - ironizza il centrista - quella di Diliberto e' stata solo una battuta, magari dovuta al freddo polare e corroborata con qualche bicchierino di vodka locale...''.

 

LO SFRATTO ANNUNCIATO

L'idea di trasportare a Roma la mummia di Lenin è più di una semplice boutade: il presidente Vladimir Putin sembra infatti deciso a voler sfrattare il sarcofago del padre della rivoluzione e chiudere il mausoleo.
Nell'ottobre scorso un fedelissimo di Putin, Georgij Poltavchenko, avanzò la proposta, quasi un referendum per sondare il terreno. La radio progressista Ekho Moskvij fece un sondaggio fra gli ascoltatori ed il 65% si disse favorevole alla chiusura del mausoleo. Ma l'emittente moscovita non rappresenta tutta la Russia soprattutto, quella più profonda.


Il mito di Lenin è ancora ben radicato. Ogni giorno decine di persone si mettono in fila sotto le mura del Cremlino per onorare Lenin e per seguire poi il percorso obbligato che porta alle tombe degli altri grandi della Russia sepolti poco distante: Stalin, Andropov, Chernenko, Breznev, Zherzhinskij.


Il leader del partito comunista russo, Gennadij Zyuganov, si è scagliato contro questo possibile trasloco delle salme dei 'grandì, «la devono smettere di combattere contro i morti», minacciando, in caso contrario, azioni di disobbedienza in tutto il Paese. Lenin rimarrà sicuramente nel mausoleo di marmo che sostituì quello di legno dei primi sei anni dalla scomparsa, anche se l'eroe della Rivoluzione d'ottobre manifestò, nelle sue ultime volontà, il desiderio di essere sepolto accanto alla madre a San Pietroburgo.

In tutta l'URSS le statue di Lenin sono ancora in piedi in moltissime piazze. Tutte le città più piccole della Russia hanno ancora oggi una delle vie principali dedicate al fautore della Rivoluzione d'ottobre.