{{IMG_SX}}Roma, 31 gennaio 2008 - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato al presidente del Senato Franco Marini l'incarico di creare un governo che riformi la legge elettorale.

 

Il capo dello Stato ha affidato a Marini l'incarico di verificare la possibilità di consenso sulla riforma della legge elettorale e di sostegno ad un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle riforme più urgenti. Il presidente del Senato riferirà nel più breve tempo possibile. Un "impegno gravoso", ha detto Marini ringraziando il capo dello Stato per la fiducia accordatagli e assicurando che cercherà di affrontarlo nei tempi "più rapidi possibile" e con "determinazione".

 

Oggi pomeriggio, Marini avvierà le consultazioni per verificare se è possibile formare un nuovo governo, sulla base del mandato ricevuto dal capo dello Stato. Ma dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è arrivata subito la bocciatura: "Non c'è nessun margine per dialogare sulla legge elettorale". "Non si può perdere tempo, bisogna andare al voto".

 

LA CRONACA DEL 30 GENNAIO

ORE 20.15, LE CONSULTAZIONI - Le consultazioni del presidente del Senato, Franco Marini, avranno inizio domani giovedì 31 gennaio alle ore 16 a palazzo Giustiniani. Lo annuncia l'ufficio stampa di palazzo Madama in cui si specifica che l'accesso a palazzo Giustiniani sarà consentito dalle ore 14.30.

 

ORE 18,30 IL CALENDARIO

Il presidente del consiglio incaricato Franco Marini inizierà domani pomeriggio le consultazioni per verificare se è possibile formare un nuovo governo, sulla base del mandato ricevuto dal capo dello Stato. Lo ha riferito lo stesso presidente del Senato, entrando a Palazzo Chigi.

 

ORE 17, 38 PARLA MARINI

"Ringrazio il presidente per la fiducia. So che si tratta di un impegno gravoso perché nelle attese dei nostri cittadini c'è un'attenzione forte alla modifica della legge elettorale. Il mio imopegno cercherà di stare nei tempi più brevi possibile. Naturalmente, essendo il lavoro gravoso, c'è bisogno di farlo seriamente. Vi ringrazio e metterò in questo compito tutta la mia attenzione"

 

ORE 17, 35 LA COMUNICAZIONE

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato al presidente del Senato Franco Marini l'incarico di creare un governo che riformi la legge elettorale. Lo ha annunciato il segretario generale del Quirinale Donato Marra. 

 Il capo dello Stato, ha spiegato Marra, ha affidato a Marini "l'incarico di verificare la possibilità di consenso sulla riforma della legge elettorale e di sostegno ad un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle riforme più urgenti. Il presidente del Senato riferirà nel più breve tempo possibile"

 

NAPOLITANO

"La crisi della maggioranza è intervenuta dopo che in parlamento si erano aperti spiragli di dialogo per una modifica della legge elettorale". Inizia così la comunicazione del capo dello Stato, che ha voluto personalmente spiegare la motivazione dell'incarico a Marini.

 

"Una modifica della legge elettorale - insiste Napolitano - è stata d'altronde sollecitata attraverso una richiesta di referendum. Ho prospettato l'esigenza di una soluzione della crisi di governo che dia il via a processi di riforma che porti al dialogo, qualunque sia il risultato"

"Considero mio dovere - è un altro passaggio - riservarmi un'adeguata riflessione, che non può essere intesa come scelta rituale e dilatoria" 

Valuto con "attenzione e rispetto" l'opinione di chi vuole andare subito al voto ma "ricordo che sciogliere anticipatamtente le Camere è la decisione più grave e impegnativa" che secondo la Costituzione può prendere il Capo dello Stato, continua Napolitano.

In questo caso, poi, bisogna considerare che sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni.
"È mio dovere riservarmi una valutazione conclusiva", ha proseguito. Ma lo scioglimento delle Camere «non è una scelta obbligatoria".

 

 LA CONVOCAZIONE

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha convocato per le ore 17 di oggi, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica Franco Marini.

 

"Preincarico": è questo il termine 'nuovo', finora mai comparso nelle dichiarazioni e nei retroscena su questa crisi di governo, che da questa mattina affiora nei discorsi e nei capannelli in Transatlantico e nei corridoi parlamentari limitrofi. Una parola che viene rispolverata dopo dieci anni nei quali è stata tenuta accuratamente sotto naftalina e che si credeva oramai in disuso, affidata all'album dei ricordi politici.

Invece, di "preincarico" si parla ora in più ambienti politici e parlamentari, come soluzione o almeno come primo tampone alla crisi di governo. La «pausa di riflessione» annunciata ieri sera dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe concludersi con ogni probabilità oggi pomeriggio.

 

Anche se i numeri sulla richiesta di andare subito a elezioni anticipate vanno ora 'aggiornatì alla luce delle ultime dichiarazioni del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, non totalmente in linea con quanto declamato al Quirinale al termine delle consultazioni con il capo dello Stato, andando così a rafforzare il 'partitò del voto subito, resta in piedi l'affidamento di un mandato esplorativo o di un incarico al presidente del Senato Franco Marini o, in subordine, al ministro dell'Interno Giuliano Amato.

 

Ma, ecco la novità del giorno, anche per superare le 'resistenzè del titolare dello scranno più alto di Palazzo Madama, Napolitano potrebbe pensare per la seconda carica dello Stato, appunto, a un 'preincarico', meno 'compromettente' di un incarico ma più forte di una mera esplorazione. Nel ricchissimo dizionario della politica italiana, infatti, il preincarico occupa un posto intermedio fra il mandato esplorativo -affidato per sondare in nome del presidente della Repubblica la possibilità di un successivo incarico- e il diretto incarico a presentare un governo e presentarsi davanti alle Camere.

 

DOPO LE CONSULTAZIONI

All'indomani del termine della tornata di consultazioni continuano però le contrapposizioni. "Riteniamo che al governo Prodi non possa succedere un altro esecutivo - ripete Silvio Berlusconi - nel nostro ordinamento - aggiunge - non esiste la figura del governo che nasce esclusivamente per gestire le elezioni. Il periodo di campagna elettorale, per questo, non può che essere gestito dal governo Prodi".


"L'Italia vive una crisi molto grave, il governo delle sinistre è caduto. Sono convinto che il presidente della Repubblica dovrà sciogliere le Camere", dice da Parigi il leader di An, Gianfranco Fini. Mentre in casa centrista Pier Ferdinando Casini fa sapere che non ci saranno sponde Udc a "governicchi", ribadendo la linea delle elezioni subito. Anzi, rincara la dose e afferma: "Nessun italiano serio può pensare che io possa sostenere un governo con Rifondazione comunista, con Bertinotti e Pecoraro Scanio. Dovrei essere impazzito e internato per impazzimento...".


Quanto all'attesa sintesi del Capo dello Stato, Casini spiega: "Che il Capo dello Stato affidi un incarico, non so se a Marini o qualcun altro, mi pare doveroso da parte sua. Nessun Capo dello Stato può procedere allo scioglimento anticipato senza procedere a verificare se c'è una maggioranza possibile in Parlamento".


Ed è proprio sul nome del presidente del Senato che si appuntano le maggiori attenzioni di queste ore. Ma Forza Italia replica duramente. "La trattativa sulla riforma della legge elettorale si era già arenata" e nemmeno l'indicazione di una figura istituzionale come quella di Franco Marini alla guida di un governo "farà cambiare idea a Forza Italia: non ci sono più nè margini, nè spazi, nè tempi per un'intesa", dice il capogruppo di Fi al Senato, Renato Schifani.


Dal centrosinistra "tutti, non solo in Parlamento ma anche le forze sociali, le imprese e i sindacati, concordano nel sostenere che questa legge elettorale produce instabilità e deve essere modificata: noi proponiamo un governo che favorisca il cambio della legge elettorale prima del voto, naturalmente sarà il Presidente della Repubblica a decidere", afferma il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro. Quanto ai futuri scenari politici: "A quanti - sottolinea in una nota l'Udeur - danno per scontata una nostra futura collocazione, senza alcun rispetto per vicende familiari e personali ma con una fortissima implicazione politica, avendo coinvolto, tra l'altro, gran parte del gruppo dirigente campano in una inchiesta dove molti sono già stati liberati, replichiamo che ad oggi non abbiamo fatto alcuna scelta e che siamo e restiamo un partito di centro".