{{IMG_SX}}ROMA, 12 febbraio 2008 - Anche Giuliano Ferrara scende in campo e annuncia una sua lista per le prossime elezioni. Intervistato dal 'Corriere della Serà, l'ex eurodeputato Psi, nell'89, e ministro del primo governo Berlusconi, nel '94, torna all'impegno politico attivo.


Avviate le trattative con Berlusconi per un apparentamento («ma non mi ha ancora risposto»), Ferrara spiega di aver avuto la controproposta "di mettermi nel Pdl insieme ad altri tre, quattro con la collocazione di numero due in qualche circoscrizione" e di aver risposto "no grazie". Anzi, la risposta è che sia Berlusconi ad "apparentarsi con noi in alcune regioni al Senato".
Nella squadra, alcuni collaboratori del 'Fogliò, di cui Ferrara è direttore, e, negli auspici, nomi come Susanna Tamaro.

 

"A Berlusconi chiedo stile: mi risponda presto, anche con un no, ma lo faccia senza perdere tempo", dice Ferrara che annuncia, questioni di par condicio, il suo addio a La7 "questa tv fantastica che mi ha dato grande libertà", e spera di coinvolgere anche la moglie, Anselma, anche se "lei resiste".


"Pagnoncelli dice che prenderò voti a sinistra", spiega l'anchorman che colloca così la sua lista: "Il centrodestra sarebbe il luogo naturale. Il sondaggista Pagnoncelli ha rilevato che una lista come la nostra avrebbe sicuro il 4 per cento, forse il 6. Se Berlusconi rispondesse sì all'apparentamento lo sbarramento sarebbe al 2 per cento: riuscirei ad andare in Parlamento con un gruppo di persone - sottolinea - che farebbe questa battaglia culturale. Se invece Berlusconi resiste, per chissà quali ragioni che non saprà spiegare nè a me nè a se stesso, andrò avanti".

 In altri termini, Ferrara si dice pronto a rinunciare, giocoforza, alla presentazione della lista alla Camera ma di poterlo fare "al Senato in alcune regioni, come Lazio, Lombardia, Sicilia e Sardegna". E se neanche questo bastasse a superare la soglia sbarramento "pazienza, ci sono splendide vittorie e splendide sconfitte".

 
Appunto, ma per quale battaglia questo colpo di scena? "C'è chi parla delle licenze dei tassisti, chi della privatizzazione di Alitalia, chi delle aliquote che vanno abbassate, l'aborto è almeno altrettanto importante". "Primo, nessuna donna è obbligata a partorire; secondo, nessuna donna deve essere perseguita legalmente perchè abortisce; terzo, l'aborto è un male, va srdaicato, non può essere utlizzato cone strumento di controllo delle nascite, come avviene quando le donne sono obbligate o incentivate ad abortire", ecco in sintesi il manifesto programmatico della lista 'pro lifè.