{{IMG_SX}}Milano, 7 marzo 2008 - Telecom Italia a picco in Borsa nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale targato Bernabè e all'indomani dei conti 2007. Il titolo ha chiuso in ribasso del 9% circa a quota 1,445 euro. Reazione "irrazionale" quella del mercato, secondo l'amministratore delegato. "Credo che tutti avessero le idee chiare sulle tendenze del mercato, sulla situazione della nostra azienda, non doveva esserci grande sorpresa dopo tutto quello che è stato detto", ha detto Bernabè, concludendo il suo intervento davanti alla comunità finanziaria.


Anche il taglio del dividendo, col pay-out ridotto al 67% dal 90% circa, "è equo e in linea coi nostri competitor".
Bernabè ha detto che è sbagliato basarsi unicamente sui cosiddetti KPI, sugli indicatori chiave di performance. "So cosa sta succedendo sul mercato - ha detto durate i lavori del Telecom Day, mentre il titolo arrivava a toccare un minimo intraday a 1,42 euro - però assolutamente so che non darò mai il volante della mia azienda a un pilota finanziario, altrimenti cosa ci sta a fare il management? Quello che distingue gli imprenditori da un pilota automatico è che l'imprenditore ha fantasia e immaginazione".

 

 "Noi - questa la difesa di Bernabè - abbiamo fatto un'operazione di chiarezza sul dividendo, sui numeri e sulle prospettive, con un'informazione seria e realistica. Molte volte nel passato sono state fatte promosse che non sono state mantenute. Noi vogliamo mantenere le nostre promesse, questo è il nostro grande impegno".

"Dovete darci fiducia e possibilità di dimostrarvi quello che sappiamo fare, metteremo a frutta la nostra imprenditorialità e sulla base di questa ci giudicherete".

 


A chi gli chiedeva se a questi prezzi Telecom Italia non fosse un "boccone" per i concorrenti, l'a.d. ha risposto: "Se siamo oggetto di acquisizione sta nel mercato; la società è una public company, deciderà il mercato e gli azionisti di controllo cosa fare se c'è un'offerta". "Il nostro dovere eventualmente - ha aggiunto - è fare in modo che chi compri la paghi il massimo possibile. Certo se mi toccasse una seconda volta dovrei andare a farmi benedire", ha aggiunto, riferendosi alla sua precedente esperienza alla guida del gruppo, tra il 1998 e il 1999, quando dovette contrastare la scalata di Colaninno.


Fiducia alla società e al management è stato espressa oggi da alcuni esponenti delle banche azioniste di Telecom, attraverso la holding Telco. Mediobanca si è detta non preoccupata per il calo in borsa del titolo, che nel solo ultimo mese ha perso quasi il 30% circa suo valore. "Siamo investitori di medio-lungo termine, l'importante è che la gestione sia indirizzata verso traguardi di consolidamento e di sviluppo", ha affermato il presidente del consiglio di gestione di Piazzetta Cuccia, Renato Pagliaro. "Se si gestisce bene alla fine i valori tornano".

 

Calo ingiustificato quello di Telecom anche per Vincent Bollorè, il capofila dei soci esteri di Mediobanca. "A volte la borsa si sbaglia - ha detto il finanziere bretone - penso che Telecom sia un'eccellente società, guidata da ottimi manager. Gli operatori di borsa si stanno sbagliando, penso che sia un titolo da comprare, forse ne comprerò anche io, visto che è sceso". Su Telecom - ha affermato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo - "abbiamo un'ottica di medio periodo e piena fiducia nei vertici, il successo di questa azienda arriverà da un lavoro che durerà parecchi anni. Mi sembra che abbiamo iniziato nella maniera giusta".


Infine, in merito all'andamento del titolo e smentendo rumors di borsa, oggi la Holinvest dei bresciani di Hopa, che detiene il 3,7% circa di Telecom, ha fatto sapere in una nota che la società non sta vendendo sul mercato le azioni.