{{IMG_SX}}Roma, 19 marzo 2008 - L'Autorità per le Comunicazioni multa per 100mila euro Mediaset "per il mancato rispetto, da parte del TG4, dei richiami ad un maggior equilibrio" e il suo direttore Emilio Fede si arrabbia annunciando durante il telegiornale che si potrebbe dimettere e chiede aiuto al leader del Pd, Silvio Berlusconi, in diretta, che annuncia che la par condicio sara' una delle prime leggi che sarà abrogata dal nuovo governo del centrodestra.


L'Agcom si è riunita ieri pomeriggio e ha deciso di multare il Tg4 "per il mancato rispetto dei richiami dell'Autorità ad un maggior equilibrio, tra tutti i soggetti politici concorrenti, nell'informazione relativa alla campagna elettorale". Il Tg di Fede aveva gia' subito un richiamo da parte dell'Authority la settimana scorsa.


La notizia della sanzione e' arrivata giusto in tempo per l'edizione serale del Tg4, all'interno della quale era prevista un'intervista a Berlusconi su vari argomenti della campagna elettorale. Fede ha colto l'occasione e ha chiesto 'aiuto' al leader del Pdl: "presidente, visto che vogliono metterci il bavaglio, ci aiuta con la par condicio, senno' devo dimettermi".


Berlusconi ha raccolto immediatamente l'invito annunciando che "quando saremo al governo questa sara' una delle prime leggi che abrogheremo" perche' "e' una legge voluta dalla sinistra, che noi abbiamo definito liberticida, e che da' ai grandi partiti come il nostro che raggiunge il 46% dei voti lo stesso spazio che da' al piu' piccolo partito che presenta per la prima volta una lista".


"E' una legge che non esiste in nessun Paese occidentale, e' il contrario della democrazia. Dovevamo abolirla - spiega il Cavaliere - ma l'Udc di Casini si e' opposta pensando soltanto ai propri interessi di piccolo partito".
Fede ringrazia ma a fine Tg rincara la dose: "siamo stati condannati a pagare 100 mila euro di multa e vedrete che sara' anche peggio. Spero che non ci sia anche la norma dell'arresto. Comunque cercheremo di riparare a tutto quello che c'e' da riparare. Come conduttore, come giornalista con cinquant'anni di professione, che di campagne elettorali ne ha fatte tante, permettetemi di dire che non e' mai successa una cosa come questa. Riflettete sulle condizioni nelle quali alcune tv sono costrette a lavorare. A noi viene fatta una multa, ad altri viene indirizzato un semplice richiamo''.

 

L'allusione del direttore del Tg4 e' al fatto che oggi l'Agcom oltre a multare il tg Mediaset ha solo 'richiamato' i Tg Rai e La7, sempre in tema di par condicio elettorale. "I giornali possono scegliere liberamente con chi stare - ha concluso Fede lamentando la disparita' di trattamento con la carta stampata - noi no e ci fanno la multa''. 

 

IDV: LEGGE AD PERSONAM

"Siamo lieti di constatare che la prima legge che Berlusconi varerà se vincerà le elezioni è una legge ad personam, ovverò l'abolizione della par condicio, bollata dal leader del PdL come legge liberticida", attacca Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera.


"Un'affermazione che smaschera definitivamente il finto liberalismo di cui va tanto fiero Berlusconi e che rende sempre più palese la sua politica che si basa sul sopravvento del più forte sul più debole, sprezzante delle regole del mercato e delle istituzioni, visto che è bastata una semplice multa nei confronti delle sue televisioni per riaffermare a gran voce di voler far piazza pulita nel campo dell'informazione. L'intento di Idv -conclude Donadi- è ribaltare quest'ordine di cose e far sì che lo stato di diritto diventi la regola e non un inutile fardello, come Berlusconi vuole farci credere".

 

LA DESTRA: AGCOM DEVE INTERVENIRE

"Berlusconi non si preoccupi di eliminare la par condicio, perchè lo stanno facendo già le emittenti pubbliche e private di questo Paese - è invece l'affondo di Storace - I dati sulle presenze in tv sono scandalosi e sto inviando un esposto all'Agcom, per chiedere con urgenza interventi riparatori per la gravissima discriminazione che si sta operando contro La Destra. Si sta arrivando al paradosso che i tantissimi esponenti del Pdl che vengono intervistati si vedono aggiungere nella sigla del partito in cui sono candidati anche quella del partito da cui provengono. Non sanno più come fare per eliminare chi giudicano scomodo. Credo che l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni abbia il dovere di intervenire senza alcun indugio".