{{IMG_SX}}Roma, 25 aprile 2008 - Un 25 aprile di festeggiamenti e di aspre polemiche. Da un lato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, insieme alle massime autorità dello Stato consegna al Vittoriano le medaglie d'oro al merito civile ad alcuni Comuni e alla memoria di diversi italiani, per i loro gesti valorosi compiuti negli anni della Resistenza e della Liberazione. Nel pomeriggio si è recato a Genova. 

 

Dall'altro le polemiche contro Silvio Berlusconi che oggi, come in passato, non ha partecipato alle celebrazioni del 25 aprile. Ma ha ricevuto a Palazzo Grazioli l'editore ciociaro Giuseppe Ciarrapico che poche settimane fa ha dichiarato di non aver rinnegato il fascismo. In una nota, il presidente del Consiglio in pectore, sottolinea di credere "fermamente che oggi ci siano le condizioni storiche e politiche perché questo 25 aprile possa rappresentare un salto di qualità verso la definitiva pacificazione nazionale: non per cancellare la memoria, le ragioni e i torti, ma perché chi ha combattuto per la Patria sia considerato figlio di questa Nazione". "Oggi, a più di sessant`anni dal 25 aprile, a sedici dalla caduta del Muro di Berlino - sottolinea Berlusconi -, il compito della politica è quello di consolidare il tessuto connettivo della Nazione. E lo si deve fare a partire dalla nostra memoria storica".

 

La visita di Ciarrapico è stata criticata duramente dal segretario del Partito democratico Walter Veltroni. Secondo il quale il fatto che Silvio Berlusconi abbia ricevuto Giuseppe Ciarrapico il giorno del 25 Aprile 'rappresenta un gesto di spregio nei confronti dei democratici. Siccome le cose hanno un valore simbolico - ha detto Veltroni - il fatto che Berlusconi abbia voluto ricevere un uomo che non ha mai smesso di dichiarare la sua continuità politica con il Fascismo è evidentemente un segnale politico che marca una distanza molto profonda e molto grave con tutti gli italiani che festeggiano il giorno in cui in Italia si è ritrovata la libertà'. Secondo il leader del Pd quella di oggi 'è una grande festa di libertà e Berlusconi ha voluto celebrarla ricevendo coloro i quali stavano dalla parte di chi la libertà l'ha proibita'.

 

Di diverso avviso il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti: 'dall'alto di quale pulpito Veltroni si permette di impartire lezioni di democrazia anche al Presidente Berlusconi che ha ricevuto almeno 30 persone in una mattinata di lavoro intenso? La polemica di Veltroni, rivolta nei confronti di un senatore democraticamente eletto, la stessa persona ricevuta con tutti gli onori dal coordinatore Goffredo Bettini alla prima assise del Partito Democratico, è meschina e volgare'.

 

NAPOLITANO A ROMA

"Viva e consapevole". Bastano questi due aggettivi che il presidente della Repubblica considera inscindibili dalla "memoria" dei fatti della Liberazione per spiegare l'importanza e il "significato solenne" che Giorgio Napolitano attribuisce al 25 aprile. In una vigilia già caratterizzata dalle polemiche, dai 'non ci sto' della Destra di Storace e da alcune, annunciate, assenze eccellenti alle celebrazioni, il capo dello Stato, che oggi pomeriggio sarà a Genova per la ricorrenza, riceve al Quirinale i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma.

 

Sulle note dell'Inno d'Italia, con le truppe in alta uniforme schierate davanti all'Altare della Patria, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato ufficialmente il via alla celebrazione del 25 Aprile, 'Festa della Liberazione'. Il Capo dello Stato, giunto dal Quirinale a piazza Venezia a bordo dell'auto presidenziale, affiancato dal ministro della Difesa Arturo Parisi, è stato accolto dal presidente del Senato Franco Marini, dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro dell'Interno Giuliano Amato e dal presidente della Corte Costituzionale Franco Bile.

 

Con i vertici militari e delle forze dell'ordine, presenti alla cerimonia fra gli altri anche i due candidati a sindaco di Roma nel prossimo ballottaggio: il vicepremier Francesco Rutelli del Pd e l'ex ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno del Pdl; oltre al viceministro dell'Interno Marco Minniti, all'esponente dell'Udc Francesco D'Onofrio e al governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo.

 

Passate in rassegna le truppe, il Presidente della Repubblica ha quindi reso omaggio alla tomba del milite ignoto, salendo la scalinata del Vittoriano assieme al corteo istituzionale, dietro una grande corona d'alloro portata a spalla dai corazzieri, mentre la banda intonava la «Canzone del Piave», prima che risuonassero le note del «Silenzio». La cerimonia, dopo i discorsi tenuti dal ministro della Difesa Parisi e dal ministro dell'Interno Amato, si è conclusa con la consegna da parte del Capo dello Stato delle medaglie d'oro al merito civile, ai gonfaloni dei comuni di Dronero (Cuneo) e Pianoro (Bologna) e alla memoria di diversi cittadini italiani, che hanno dato prova durante l'occupazione nazifascista di solidarietà e di coraggio civile, fino all'estremo sacrificio della loro vita.

 

NAPOLITANO A GENOVA

La Resistenza ebbe diversi volti, tra cui quello di un "guerra civile" ma affermare ciò non deve significare "confondere le due parti in lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna o di assoluzione". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando al Palazzo Ducale di Genova in occasione della commemorazione del 25 aprile.

 

Il profilo di "guerra civile", accanto a quello di una guerra patriottica, "è stato a lungo negato, o considerato con ostilità e reticenza, da parte delle correnti antifasciste. Ma se ne può dare un'analisi ponderata, che non significhi in alcun modo 'confondere le due parti in lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna o di assoluzione'". Napolitano, che ha citato lo storico Claudio Pavone, osserva che la necessità di un'analisi ponderata "vale anche per i fenomeni di violenza che caratterizzarono in tutto il suo corso la guerra partigiana e da cui non fu indenne la Resistenza, specie alla vigilia e all'indomani della Liberazione". "Le ombre della Resistenza non vanno occultate - prosegue il capo dello Stato - ma guai a indulgere ad false equiparazioni e banali generalizzazioni".

 

"Insomma - aggiunge il presidente della Repubblica - è possibile e necessario raccontare la Resistenza, coltivarne la storia, senza sottacere nulla, 'smitizzare' quel che c'è da 'smitizzare' ma tenendo fermo un limite invalicabile rispetto a qualsiasi forma di denigrazione o svalutazione di quel modo di riscossa e riscatto nazionale cui dobbiamo la riconquista anche per forza nostra dell'indipendenza, dignità e libertà della nazione italiana".