Palermo, 5 novembre 2009 - Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco di Palermo, ha raccontato ai giornalisti che "fu Provenzano a indicare la zona esatta dove è stato poi arrestato Totò Riina". Le nuove rivelazioni le ha rilasciate questa mattina quando si recava in Procura a Palermo per depositare nuove carte, ha anche spiegato di averne già parlato con i magistrati.

 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, questo fatto dimostrerebbe la partecipazione del boss mafioso Bernardo Provenzano alla trattativa fra lo Stato e Cosa nostra. È stato Massimo Ciancimino a raccontare ai magistrati della Procura che dopo le le stragi mafiose del ‘92 l’allora capitano del Ros Giuseppe de Donno avrebbe consegnato a Vito Ciancimino delle mappe della città di Palermo, proprio mentre era in corso la ricerca dell’allora boss latitante Totò Riina.

Secondo la ricostruzione fatta da Massimo Ciancimino agli inquirenti di Palermo, il padre Vito Ciancimimo avrebbe chiesto al figlio di fare due fotocopie delle mappe consegnate dal capitano del Ros Giuseppe De Donno. Una da conservare e un’altra da dare ad un uomo riconducibile al "geometra Lo Verde", cioè Bernardo Provenzano.

 

Così, sempre secondo Ciancimino junior, le mappe sarebbero state restituite alla stessa persona da Provenzano con segnata la zona in cui poi è stato arrestato, il 15 gennaio del ‘93 il boss mafioso Salvatore Riina. Secondo Massimo Ciancimino l’indicazione di Bernardo Provenzano, alias geometra Lo Verde, avrebbe permesso al Ros di catturare il capomafia.

 

'CAPITANO ULTIMO' - "Ciancimino è uno dei tanti servi di Riina. Infatti è chiaramente falso che Riina sia stato arrestato in seguito alle dichiarazioni di Bernardo Provenzano". Lo dice all’Ansa il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il ‘capitano Ultimo’ che, insieme al generale Mori, condusse le indagini che nel 1993 portarono all’arresto di Riina.