Roma, 15 giugno 2010 - L'Italia "rinunci o modifichi" il ddl sulle intercettazioni che potrebbe "seriamente ostacolare il giornalismo investigativo" nel paese. La critica arriva da Vienna, sede dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che considera il provvedimento un serio rischio per la libertà di stampa.


Dopo le parole di alcune settimane fa del vice sottosegretario del Dipartimento della giustizia Usa Lanny Brauer, che aveva definito le intercettazioni "essenziali" per le indagini, il ddl torna quindi sotto i riflettori internazionali, con l’intervento di Dunja Mijatovic, responsabile dell’Osce per la libertà dei media. “Sono preoccupata - ha detto - che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia. I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile”.


"Nella sua forma attuale - viene sottolineato -, il disegno di legge contraddisce gli indirizzi dell'Osce, in particolare quando proibisce l'utilizzo di diverse fonti e materiali confidenziali che potrebbero rivelarsi necessari per un giornalismo d'inchiesta al servizio della democrazia".


Parole che hanno fatto immediatamente muovere la Farnesina, che, attraverso il suo portavoce Maurizio Massari, ha infatti giudicato "inopportuno" l'intervento dell'Osce. “Abbiamo fatto presente attraverso i nostri canali diplomatici - pur riconoscendo l’importanza del lavoro dell’Osce in questo settore - l’inopportunità di pubblicizzare uno statement su una misura legislativa, il cui iter parlamentare è ancora in corso”, ha detto il portavoce. "Così si rischia di interferire e di turbare il dibattito del Parlamento”. “Noi non disconosciamo il lavoro dell’Osce - ha sottolineato Massari - ma giudichiamo inopportuno il ‘timing’” del suo intervento.


Ma l’intervento dell’Osce è immediatamente entrato nel dibattito politico italiano. "Il governo Berlusconi ha esposto l’Italia a una umiliazione”, ha dichiarato Enrico Letta del Pd, mentre Anna Finocchiaro si è detta convinta che questo rafforzerà la battaglia contro il ddl.


"Contro la legge bavaglio - dice Massimo Donadi dell’Idv - si muove addirittura l’Osce. Un richiamo internazionale che la dice lunga sulla situazione del nostro Paese”. Ha invece liquidato con una battuta la questione Maurizio Gasparri (Pdl) “L’Osce? - ha detto - si presenti alle elezioni. Quando avranno dei seggi, chiederanno delle modifiche”.

 

Insomma si è aperto un nuovo fronte, che aggiunge alle dure polemiche che si sono accese a seguito della decisione presa ieri dal presidente della Camera Gianfranco Fini che ritiene la revisione delle norme sulle intercettazioni non prioritarie e ha invitato di conseguenza i gruppi politici a mettersi al lavoro per arrivare a un "testo condiviso".

 

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dal canto suo, ha ribadito che "il ddl Intercettazioni è blindato e non si tocca''. L'Ufficio di presidenza del Pdl, ha ricordato, ha già deciso e non si torna indietro: il testo dovrà essere approvato entro l'estate. La presa di posizione del premier è arrivata in serata, ma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto già in mattinata aveva serrato le fila avvertendo i 'suoi' deputati in una lettera di prepararsi a stare in Aula anche ad agosto. Nessuna defezione, aveva minacciato, sarà accettata.