Roma, 27 giugno 2010 - Non è bastata al neo-ministro per l’Attuazione del Federalismo, Aldo Brancher, la rinuncia allo scudo del legittimo impedimento: le polemiche vanno avanti, anche dentro la sua maggioranza, e l'opposizione continua a chiedere le sue dimissioni.

 

In uno sfogo ai microfoni di Sky Tg24, Brancher si dichiara sorpreso: tutto quanto accaduto fino ad oggi, dice, “è una cosa che non mi aspettavo. Sono stupito dallo scoprire che l’Italia è fatta di odio a tutti i livelli. Io - insiste Brancher - sono comunque sereno. Ora devo proteggere la mia famiglia e i bambini dai riflessi che questa vicenda può avere”. Poi Brancher aggiunge: "Le dimissioni non sono assolutamente in programma. Non mi avvalgo di nessuna protezione. Io sono tranquillo e sereno e devo proteggere la mia famiglia dai riflessi di questa vicenda". 

 

Poi il ministro, intervistato dal Tg3, dice: ''Ma come l'Italia perde i mondiali e la gente se la prende con me?''. E ancora: "È vergognoso - mi ritengo una persona equilibrata, onesta e di buon senso. Continuo a lavorare. L’opposizione vada a vedere le deleghe, ne ho un sacco che devo portare avanti. Sono quelle che sono scritte, sono in Gazzetta ufficiale, se le leggano tutti". Ora "aspetto di capire le cose", ha concluso Brancher, che, sull’appoggio della Lega, ha affermato: "Non penso mi abbia abbandonato, non penso proprio".

 

AVVENIRE: NOMINA AUTOLESIONISTICA - La nomina di Aldo Brancher a ministro, seguita dalla richiesta di legittimo impedimento nel processo in corso a suo carico, è per il governo un "capovaloro di autolesionismo, un autoprocurato impedimento che è indispensabile togliere di mezzo", si legge in un editoriale di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, a firma di Sergio Soave.
"Alla fine, se si fanno i conti, il governo ha un ministro inquisito e contestato in più, una competizione tra dicasteri sulla titolarità dell’azione federalista, l’aggravamento delle tensioni all’interno del Popolo della liberta’ e tra questo e l’alleato leghista", scrive il giornale dei vescovi italiani.

 

BOCCHINO: NOMINA ANDAVA DISCUSSA - "La decisione di Brancher di accogliere il nostro invito di rinunciare al legittimo impedimento è saggia e utile soprattutto a tutelare il governo e Berlusconi", dice il finiano Italo Bocchino,vice capogruppo Pdl alla Camera.
"Per evitare altri autogol come questo -sottolinea il coordinatore di Generazione Italia- d’ora in poi sarebbe opportuno discutere di più negli organi di partito, dove si chiede la conta soltanto per mettere in minoranza Fini, che poi sulla legalità è in linea con la maggioranza dei nostri elettori".

 

IL PD: PASSO INDIETRO PER SALVARE BERLUSCONI - “La marcia indietro del ministro Brancher non sembra dovuta a un improvviso sussulto di sensibilità istituzionale o di correttezza”, afferma il senatore del Pd Stefano Ceccanti, spiegando che “se il giudice avesse deciso di ritenere sindacabile il legittimo impedimento e se, come aveva preannunciato ieri la difesa di Brancher, la Presidenza del Consiglio avesse proposto il conflitto d’attribuzione davanti alla Corte costituzionale, quest’ultima avrebbe potuto far saltare come incostituzionale la legge già ad ottobre, lasciando per un anno, in attesa del Lodo Alfano costituzionale, il Presidente del Consiglio senza scudo. Senza il conflitto, col normale ricorso incidentale, ci vorrà invece un anno alla Corte per giudicare. In altri termini - afferma Ceccanti - la difesa di Brancher stava costruendo una corsia preferenziale davanti alla Corte a danno di Berlusconi. La marcia indietro non stupisce né sembra essere dovuta a un ravvedimento operoso, sembra invece funzionale solo alla posizione del Presidente del Consiglio”.

 

IDV: DEVE ANDARE A CASA -  "La vicenda di Brancher è grottesca e paradossale e tutt’altro che conclusa. Il vero scandalo, lo ribadiamo, è la sua nomina a ministro per sfuggire alle aule giudiziarie e la rinuncia di ieri al legittimo impedimento non cambia di una virgola la sostanza del problema", dicono i presidenti dei gruppi parlamentari di Italia dei valori di Camera e Senato, Massimo Donadi e Felice Belisario, che aggiungono: "Qui c’è un intero paese preso in giro. La sua nomina è un imbroglio dimostrato dal fatto che non ha uno straccio di delega o competenza. Il ministro Brancher deve andare a casa. Per questo, Italia dei valori ribadisce l’invito a tutte le opposizioni e a tutti i parlamentari che hanno ancora a cuore le istituzioni e la dignità di questo paese a sottoscrivere una mozione di sfiducia unitaria. Siamo disponibili ad incontrarli il più presto possibile".