Roma, 15 luglio 2010 - "Bisogna prendere atto che la lunga fase della parabola berlusconiana è finita". Lo afferma Massimo D’Alema che, in un’intervista al ‘Corriere della sera' aggiunge: "Siamo di fronte a un bilancio fallimentare, il che pone il Paese in una condizione d’emergenza. E una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe dire: fermiamoci un momentino, altrimenti l’Italia va a rotoli, e cerchiamo dei rimedi". E rilancia l’ipotesi di un governo di transizione.

 

Il presidente del Copasir avverte che "naturalmente questo è un discorso che si rivolge a tutte le forze politiche. Nel senso che, secondo me, non ci sono scorciatoie: non si esce da una crisi di questo tipo attraverso una soluzione giudiziaria, come può immaginare una certa parte dell’opposizione, o attraverso una campagna moralista e giustizialista. Io voglio che si faccia giustizia e penso che le persone che sono gravemente indiziate o sotto processo si debbano dimettere. A questo proposito ritengo un fatto positivo che si siano ottenute le dimissioni di Cosentino, dopo le dimissioni di Brancher e dopo quelle di Scajola".

 

"Ma proprio questa sfilata di dimissioni - prosegue - dimostra che siamo di fronte a un problema più profondo. La portata della crisi richiede un salto di qualità politico ed escludo che possa farlo Berlusconi, perché non credo che abbia la capacità del barone di Munchausen che si sollevava da solo. Penso che questa riflessione la si stia facendo anche all’interno del Pdl".

 

D’Alema ammette che "la prospettiva delle elezioni obiettivamente c’è" ma "tornare a votare con l’attuale legge elettorale, per una sorta di referendum su Berlusconi sì, Berlusconi no, non sarebbe utile. C’è bisogno di un momento di responsabilità in cui si affrontino i problemi del Paese con coraggio. Abbiamo bisogno di un nuovo patto sociale. Come negli anni Novanta ci fu un patto per il risanamento, oggi abbiamo bisogno di un patto per la crescita. Tutto ciò l’attuale governo non è in grado di farlo, al di là di ogni valutazione, perchè non ha credibilità".

 

Alla domanda sui motivi per i quali il Pdl dovrebbe scaricare Silvio Berlusconi per metter su un governo di transizione con le forze dell’opposizione, il presidente di ItalianiEuropei risponde: "È chiaro che se questo discorso non troverà un ascolto nell’ambito della maggioranza è probabile che si arriverà alle elezioni anticipate, perché ormai la situazione non è più sostenibile".

 

Quanto alla proposta di Pier Ferdinando Casini per un governo di responsabilità nazionale, o di larghe intese, D’Alema precisa: "Se si tratta di un’operazione di ceto politico intorno a Berlusconi non serve assolutamente a nulla. Ha un senso, viceversa, se è un appello alla responsabilità per aprire una fase nuova attraverso un governo di transizione, di larghe intese, o come vogliamo chiamarlo".