Roma, 27 luglio 2010 - “Bisogna vedere le motivazioni di Fini. E’ una richiesta largamente impropria. Non c’è alcun motivo per dimettermi”. Ha detto così rispondendo alle domande dei cronisti, Denis Verdini, ieri sera appena fuori il palazzo di giustizia della Capitale. Il coordinatore del Pdl è stato interrogato ieri per quasi 9 ore nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P3 e il giro di corruzione sugli appalti per gli impianti di energia eolica da realizzare in Sardegna.

Verdini ha poi proseguito: “Fini conosce questo procedimento giudiziario? Al momento io sono solo indagato, e vorrei ricordare che nel nostro Paese ci sono tre gradi di giudizio. In questa fase, quella istruttoria, viene dato molto spazio all’accusa, ma poi bisogna ascoltare la difesa. E questo vale per Fini e quelli come lui”. Si è tolto un peso?, è stato chiesto. “Non ce l’avevo prima e non me lo sono tolto. Sono tranquillo, soddisfatto”.

“Ho aspettato a parlare, in tutto questo tempo. Per rispetto ai magistrati. Ma dico che in politica bisogna essere coerenti e con quello che si ha intorno”, ha detto ancora Verdini. Rispetto all’ultimo periodo il coordinatore del Pdl, ha aggiunto: “Se mi sono dimesso dal Credito fiorentino sono stato oggetto di una aggressione mediatica senza eguali. E senza dire che sui giornali si riportano imbrogli, cose non vere, dico che la verità va tutelata. Io e gli altri ci siamo tolti un problema. Sono state riportate inesattezze e conclusioni tratte in fretta”.

“Adesso mi dedico alla politica - ha continuato Verdini - Quel che ho fatto oggi è un passo importante. Mi dite che sono stato indagato dalla Procura di Firenze, risponderò a tempo debito. Dico che ci dovrebbe essere il segreto istruttorio, voi lo violate e fate bene. Rifletto che nel nostro Paese tante categorie hanno diritti, e che il cittadino viene sballottato da una parte all’altra. Anche e soprattutto per questo dico meno male che c’è Berlusconi”.


NIENTE REGISTRAZIONI

“Il presidente ha negato
di aver preso parte all’associazione segreta denominata P3, così come ha negato di aver esercitato pressioni perché sulla vicenda dell’eolico venisse nominato Ignazio Farris alla presidenza dell’Arpas Sardegna”. Così ha detto l’avvocato Franco Coppi, difensore di Denis Verdini, al termine dell’interrogatorio del suo assistito. Verdini è accusato di concorso in corruzione (sul fronte eolico) e di violazione della legge Anselmi (sulla P3).


“Con i magistrati abbiamo
affrontato diversi argomenti che credo siano stati tutti esauriti questa sera - ha continuato ieri il penalista - Verdini ha risposto in modo assai minuzioso e puntiglioso alle domande degli inquirenti. Si è perso tempo perché si è preferito rinunciare alla registrazione dell’interrogatorio per privilegiare la verbalizzazione cartacea, come si faceva una volta”.

Rispetto alla P3, il penalista ha sottolineato che “Verdini ha negato in radice la partecipazione a qualsiasi associazione, pubblica o segreta che sia. La sua posizione, sul punto, è chiara. Se dobbiamo parlare di incontri avvenuti nella sua residenza presso il palazzo Pecci Blunt, allora parliamo di almeno 3 incontri oggetto di indagine sui 500 avvenuti con moltissime persone. Quanto alle operazioni finanziarie, va precisato che grandi movimentazioni finanziarie non ci sono state a parte una (per un ammontare di 2,6 milioni di euro, ndr) che risale al 2004 e che è stata ampiamente chiarita con documenti ed estratti”. In riferimento alla vicenda sull’eolico, Coppi ha detto che per la nomina di Farris Verdini ha escluso di aver esercitato qualunque pressione: “La questione - ha chiarito il professor Coppi - va vista sotto un’altra prospettiva”.