Roma, 2 agosto 2010 - L’aula della Camera voterà mercoledì sulla mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, sotto inchiesta nell’indagine sulla cosidetta P3, presentata dalle opposizioni. Lo ha stabilito la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio presieduta da Gianfranco Fini, che ha approvato ancora una settimana di lavori parlamentari, fino al voto su Caliendo.

 


"ALLE URNE AL PRIMO INCIDENTE" - Più che una sfida, Berlusconi lo considera una specie di test. Il voto di mercoledì è infatti una prima possibilità per saggiare davvero i 'finiani’. Perché il presidente del Consiglio continua a ripetere in pubblico che il governo ha i numeri per andare avanti, che la legislatura durerà fino alla fine e che da settembre si ripartirà di slancio con le riforme. Ma in privato non nasconde qualche preoccupazione per la piega che la situazione ha preso. I finiani alla fine si sono rivelati molti di più di quanto non si aspettasse: 33 alla Camera e, da oggi, almeno 10 al Senato. Anche i membri del governo ora - è stato il suo diktat- dovranno essere più presenti alla Camere.

 

E in serata, durante la cena con i senatori del Pdl, il premier ha indicato chiaramente la linea: "E’ convenienza di tutti non andare a casa, con la differenza che noi siamo sicuri dei risultati positivi che otterremmo", mentre per i finiani i risultati non sarebbero lusinghieri. "Un sondaggio commissionato il giorno dopo - ha sottolineato - danno un possibile partito di Fini all’1,5%". Berlusconi ha poi spiegato: "Noi andiamo avanti, ma se questo non sarà possibile alla prima occasione si va al voto perché non ci faremo logorare".

 

Il premier guarda poi agli aspetti positivi della frattura: "Prima si discuteva di tutto, ora sarà più facile andare a discutere con i rappresentanti di questi gruppi. Certamente le decisioni non dovranno cascare dalle stelle, ma dovranno avwere le radici nel nostro programma". Berlusconi ha ricordato che i finiani "hanno assicurato la lealtà al governo". Poi ha citato anche la mozione di sfiducia contro Caliendo presentata dall’opposizione dicendosi "tranquillo" che non ci saranno incidenti.

 

Nessun cambiamento dei vertici del Pdl, rivela inoltre il premier, ma ci sarà "una rivoluzione" nel modo di intendere il partito. "Miriamo a rinnovarci attraverso un’organizzazione capillare. Ci organizzeremo non più con i prototipi di regioni, province e comuni ma attraverso le sezioni elettorali", dice il premier. "Ogni settimana decideremo cosa fare con le sezioni elettorali che saranno per noi i difensori del voto".

 

FINIANI-UDC, IPOTESI CONVERGENZA - Sull'atteggiamento da tenere in Aula sulla mozione, domani si terrà un incontro tra il neonato gruppo dei finiani Futuro e Libertà e il gruppo dell’Udc. Lo ha annunciato il capogruppo di Fli a Montecitorio, Giorgio Conte, al termine della conferenza dei capigruppo. "Ci vedremo nel primo pomeriggio per cercare di arrivare a una convergenza con l’Udc, se ce ne sono le condizioni", ha spiegato il finiano.

 

Ma Gasparri si mostra scettico sulla possibilità di un'intesa tra i due gruppi: "Non credo all’esistenza di un asse tra Udc e Fli - sostiene -. Noi andiamo avanti con coerenza, rispettando il mandato avuto dagli elettori. La maggioranza è forte e non ha problemi di numeri".

 

PD SODDISFATTO - La conferenza dei capigruppo "non poteva dire di no alla nostra richiesta" di inserire nell’ordine del giorno la mozione di sfiducia. Lo ha sottolineato il presidente dei deputati democratici, Dario Franceschini. "Sarà un punto di chiarezza", aggiunge. "L’abbiamo già fatto con Brancher e Cosentino - ricorda Franceschini - ci sono cose che vanno quasi oltre la lotta politica ma che richiedono che il paese si avvicini a quello che normalmente avviene in tutte le democrazie, cioè quando un sottosegretario alla Giustizia è coinvolto in una vicenda giudiziaria così confinante con il suo lavoro non può che dimettersi. Non vuole farlo, quindi il Parlamento deciderà se votare questa mozione o meno".

 

CICCHITTO FURIOSO - "L’astensione dei finiani? Prima vediamo come voteranno e poi esprimeremo un giudizio. Ogni giorno ha il suo affanno". Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto si affida alla prudenza per valutare la possibilità di un voto di astensione del gruppo di Futuro e Libertà. "In primo luogo - ha dichiarato Cicchitto al termine della conferenza dei capigruppo - riteniamo del tutto inaccettabile che si proceda al voto su una mozione di sfiducia mentre è ancora in corso un procedimento giudiziario. Di questo è l’opposizione che deve assumersi per intero la responsabilità. Noi siamo soprattuto interessati all’approvazione dei due decreti in scadenza (Tirrenia e energia, n.d.r.) ma evidentemente esamineremo con grande attenzione l’esito del voto sulla mozione Caliendo".

 

Cicchitto confida sulla lealtà dei finiani e sulla prospettiva di un ‘patto di legislatura' fatta circolare oggi dalla componente che fa capo al presidente della Camera. "Noi - ha osservato Cicchitto - prendiamo per buona l’assicurazione della componente finiana di tenere fede all’impegno di maggioranza, oltre a voler confermare una scelta di difesa di un sottosegretario alla Giustizia che ha ben operato. Per questa ragione ritengo che nel corso del dibattiso alla Camera interverrà anche il governo".

 

L'IDV INCALZA - "Il voto di mercoledì farà definitiva chiarezza tra chi, da un lato, si batte per l’affermazione dei principi di legalità e moralità in politica e chi, dall’altro, scambia sempre pretestuosamente il garantismo con l’impunità. Stare nel mezzo tra queste due posizioni è puro cerchiobottismo". Così il presidente del gruppo Italia dei Valori alla Camera Massimo Donadi.

 

Torna alla carica anche Antonio Di Pietro: “L’Idv si aspetta un voto di responsabilità del Parlamento per sfiduciare oggi Caliendo e domani il Governo Berlusconi per intero. Chi si astiene non lo fa, e allora sarebbe solo una manfrina per un gioco di potere e non si avrebbe il coraggio delle proprie azioni”. Quello di mercoledì, aggiunge, “è un voto fondamentale per smascherare Berlusconi ma anche chi parla di legalità solo per un gioco di potere”. Per questo “ci auguriamo che tutti i gruppi, anche quello dei finiani, abbiano il coraggio delle proprie azioni”.