ANSEDONIA (Grosseto), 11 agosto 2010 - PARE che dal bordo della piscina agli amici abbia detto: «Dimettermi? E perché, invece che farlo fare a Capezzone, non me lo chiede lui in persona? Avrei più gusto nel rispondergli». Pare. Perché di certo intorno a Fini e al suo agire nel buen retiro di Ansedonia, nulla c’è.


Fino a qualche tempo fa il presidente della Camera da queste parti era una specie di nume tutelare le cui apparizioni erano segnalate ovunque. Poi, da quando è esplosa la querelle monegasca, tutto è cambiato. Fini si è come fatto di nebbia. Una presenza impalpabile che sfugge a tutti. Così, scovare il suo fantasma è diventato il gioco di società sull’arenile che va da Capalbio alla Feniglia, dove mezzo Parlamento è ad abbronzare. Una caccia allo spettro difficile.
Ansedonia è un non luogo fatto solo di case per milionari a picco sul blu del Tirreno. Nessuna piazza, nessun luogo di ritrovo se non il bar-ristorante di “Vinicio”. Sta a qualche centinaio di metri dalla villa con piscina presa in affitto per la stagione dalla famiglia Fini-Tulliani. «Il presidente della Camera? Viene qui ogni tanto al mattino a prendere il caffè e comprare il giornale, ma è un po’ di tempo che non lo vedo», racconta la cassiera. Forse senza volerlo questa assenza è un bene. Ieri al bancone di Vinicio ha fatto tappa il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto con la moglie. Un contatto fra l’eretico e l’inquisitore avrebbe lasciato scorie da raccontare. Tant’è.

DAVANTI al cancello della villa i poliziotti della scorta li riconosci anche per l’auto. In un luogo dove tutti si muovono su Audi e Mercedes loro arrivano in Brava: «No, non abbiamo visto il presidente. E comunque non lo diremmo a lei». In quel momento, su una Bmw grigia, passa Giuliano Amato che si avvia all’arenile.
La famiglia Fini è scomparsa anche dal bagno La Strega. «Il presidente di solito viene in spaggia fra le 9 e le 11, a volte fa una capatina anche nel pomeriggio dopo le 18. Ma è da almeno una settimana che non lo vediamo», raccontano allo stabilimento. L’ultima apparizione sul bagnoasciuga risale a venerdì scorso, quando Elisabetta con le figlie prese possesso di ombrellone e sdraio. «Ma poi cominciarono a infastidirla e lei dopo mezz’ora se ne andò. Da allora non l’abbiamo più vista». Del fantasma di Fini non c’è traccia nemmeno al porto di Cala Galera. Da qui Gianfranco solitamente prende il largo sulla barca del fratello per le amate immersioni. Due anni fa, un tuffo nelle acque vietate di Giannutri gli costò una multa che lui pagò senza fiatare. La legalità val bene una tassa. Adesso, anche qui il suo passaggio è rarefatto: «Sono almeno tre giorni che non lo vediamo», dicono i ragazzi del diving, smentendo le voci che lo volevano «l’altra sera al bar del porto a festeggiare il compleanno della figlia».

CALA LA SERA sull’Argentario. Ad Orbetello i commercianti del corso accedono le luci delle vetrine: «Fini? No, da almeno una settimana non lo vediamo», dicono. All’edicola una locandina del “Vernacoliere”, sbracato giornale di satira livornese, grida a caratteri cubitali: «Il polpo Paul rivela: Berlusconi morirà soffocato da’ peli di potta». Se anche il fantasma di Fini l’avesse vista, c’è da giurare che non avrebbe sorriso.