Roma, 13 agosto 2010  - Sul numero di "A" in edicola la settimana prossima, Vittorio Sgarbi rivela di aver frequentato Elisabetta Tulliani. Il settimanale diretto da Maria Latella pubblica un'intervista a Sgarbi che comincia così: «Abbiamo sopravvalutato Fini e sottovalutato la Tulliani. Eppure era una curva ben segnalata. Mi sembrava impossibile che qualcuno finisse con l'andare a sbatterci. La Tulliani veniva a trovarmi a casa. Ma anche La Russa la frequentava. Era una delle tante che incontravo senza nessun impegno. Per principio le faccio sempre conoscere alla mia fidanzata Sabrina Colle. È a lei che spetta il giudizio supremo. E quando ha visto la Tulliani ha allargato le braccia». Come mai? chiede il giornalista di "A'. «Un dettaglio» risponde Sgarbi «Elisabetta mi chiamò mille volte per avere la Freccia Alata, per andare nelle sale vip degli aeroporti. Tutto quell'impegno per un obiettivo minimo non ha deposto a suo favore».

 

IL GIORNALE - Intanto, nonostante gli appelli di Napolitano e di altre forze politiche, non accennano ad arrestarsi le bordate de 'Il Giornale' contro il presidente della Camera sullo scandalo della casa a Montecarlo donata ad An da una ricca ereditiera e finita in affitto al cognato di Fini.

Oggi il quotidiano titola con un fragoroso: "Fini mente" la sua prima pagina e la "prova" delle menzogne starebbe nel fatto che è stato almeno "due volte" in un negozio di arredamento alle porte di Roma dove "tutti sapevano che c’era da fare una spedizione per la terza carica dello Stato a Montecarlo", come raccontano due ex dipendenti del negozio.

La "prova mobile" è apertura anche di Libero e del Fatto quotidiano. Ma il Giornale va anche a intervistare un vicino della casa monegasca dice anche di aver visto Gianfranco Fini a Natale nell’androne del palazzo Milton. Senza contare che il titolare dell’azienda che ha ristrutturato la casa racconta di "Giancarlo Tulliani sempre presente sul cantiere".

Vittorio Feltri spara bordate nel suo editoriale: "come accade a molti in difficoltà, non ha resistito alla tentazione di dire bugie nella speranza di aggirare il problema ma ‘’non gli è andata bene, ha smarronato". Ha detto "di non saperne nulla", quando invece "ha arredato personalmente, con l’aiuto della compagna Tulliani il quartierino dopo che l’alienazione a una società off shore dell’appartamento era stata firmata".

 Il Giornale ha anche recuperato "la fattura della cucina e di altri arredi". Oltre alla testimonianza di chi "ha trattato l’affare direttamente con la coppia". Dopo varie visite della Tulliani, riferiscono i due ex dipendenti del mobilificio, "un bel giorno, forse un sabato, su una smart nera arriva lui, Fini, in jeans e giubbotto avion, insieme a Elisabetta. Ovviamente c’e’ chi gli chiede l’autografo, chi gli stringe la mano. Per tutti - dicono - la percezione era che questi mobili fossero per casa loro all’estero, tanto che le telefonate per la spedizione venivano apertamente motivate ‘per la casa di Fini a Montecarlo’".

IL PORTAVOCE DI FINI: QUERELIAMO - "Quanto pubblicato oggi da ‘Il Giornale’ è l’ennesima dimostrazione di un delirio diffamatorio che ha portato Feltri ad abdicare ai doveri minimi del giornalista. Pur di denigrare il presidente Fini, Feltri propone ricostruzioni fantasiose basate su improbabili racconti di personaggi che si celano dietro l’anonimato: in questo modo la calunnia diventa notizia, e la realta’ un dettaglio trascurabile. Il tribunale accertera’ la grave diffamazione, e il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti la violazione delle regole deontologiche”. E’ quanto dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera, Gianfranco Fini.


LA REPLICA: PUBBLICHIAMO ATTI
- In merito alla querela annunciata da Gianfranco Fini, la direzione del ‘Giornale’ conferma il contenuto dell’articolo pubblicato oggi: “Fini e signora comprarono i mobili della casa di Montecarlo”, e annuncia che sull’edizione di domani pubblicherà “fatture, contratti e nome e cognome dei testimoni”. E’ quanto si legge in una nota diramata dalla direzione del quotidiano milanese.

 

L'APPELLO DEI FINIANI - “Tutti dovrebbe riflettere sulle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano secondo cui ‘è ora che cessi la campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell’attività legislativa’”. E’ quanto affermano Italo Bocchino, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli di “Futuro e libertà per l’Italia”.

“Poiché ad alimentare questa irresponsabile campagna sono alcuni esponenti del Pdl e del governo oltre che il continuo delirio calunniatorio del giornale della famiglia Berlusconi - continuano i tre esponenti finiani - è facile capire chi gioca allo sfascio e vuol trascinare il paese in una ulteriore avventura elettorale nel più assoluto disprezzo dell’interesse nazionale. Noi non ci stiamo e sentiamo il dovere di denunciarlo con chiarezza”.