Castel Gandolfo, 22 agosto 2010 - Accogliere le genti di tutte le nazioni e di tutte le culture. Questo il messaggio cristiano ricordato dal Papa durante la celebrazione dell'Angelus a Castel Gandolfo. Salutando i pellegrini di lingua francese presenti, Benedetto XVI ha ricordato che è proprio del messaggio cristiano l'accoglienza verso le genti di tutte le nazioni e di tutte le culture e quindi verso "le legittime diversità umane".

 

"I testi liturgici di oggi - ha scandito il Pontefice in francese - ci ripetono che tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza". "Contengono quindi - ha aggiunto Benedetto XVI - un invito a saper accogliere le legittime diversità umane, seguendo Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tute le lingue. Cari genitori possiate educare i vostri figli alla fraternità universale".

 

La scelta di pronunciare in francese questo invito al momento dei saluti ai gruppi presenti a Castelgandolfo per l'Angelus lascia supporre che Benedetto XVI potesse indirettamente riferirsi anche alle espulsioni dei rom decise dalle autorità francesi.

 

''DIO ABBASSA I SUPERBI E I POTENTI E INNALZA GLI UMILI''

"Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili". Lo ha ricordato Benedetto XVI prima dell'Angelus commentando l'odierna festa liturgica della Regalità di Maria. "La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo: questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio", ha detto sottolineando che "sotto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di ''Regina''. "La Madre di Cristo - ha spiegato - viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua Regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti". Una raffigurazione che "trova significativo riscontro nel Vangelo" che afferma: "ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi".

 

Del resto, "la Madonna è l'esempio perfetto di tale verità evangelica". "Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria", ha continuato il Papa teologo mettendo in luce che "naturalmente la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo" perché "la Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani" ma "per opera dello Spirito Santo" anche "l'intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta  la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la ''porta stretta" che conduce alla salvezza, e che "è Gesù stesso". "Maria - ha concluso il Pontefice - è la prima che è passata attraverso la 'via' aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica".