Città del Vaticano, 5 settembre 2010 - "Apriamo i quotidiani e restiamo storditi. Il messaggio del Papa viene spacciato come un invito alla precarietà". Lo scrive Avvenire in un corsivo siglato dal direttore, Marco Tarquinio, che contesta le interpretazioni dei media sulla Lettera indirizzata da Benedetto XVI ai ragazzi di tutto il mondo in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Madrid nell'agosto 2011.

Nel testo, ricorda il quotidiano della Cei, il Papa "accenna alla 'domanda del posto di lavoro' e di 'un terreno sicuro sotto i piedi', sottolinea che 'allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l'età in cui si è alla ricerca della vita più grande'. Allo stesso tempo. Tra virgolette". Inoltre, il Pontefice parla del "lavoro come problema grande e pressante", un concetto che - denuncia Avvenire - nelle cronache "scompare".

"Packard più di mezzo secolo fa denunciava i persuasori occulti. Oggi - rileva il quotidiano cattolico - è l'epoca dei dissuasori palesi, che magari sanno scrivere meglio di chiunque altro, ma hanno dei problemi con la lettura. Come certi studenti delle medie".
 

Nel corsivo, Tarquinio si rivolge poi direttamente ai vaticanisti per invocare "rispetto per i giovani e per ciò che il Papa in un mondo sufficiente e ostile sa dire loro". E prima ancora, conclude, "la comprensione del testo, colleghi".