Roma, 12 settembre 2010 - "Francamente il sindaco di Adro ci ha abituato ad un centro folklore, ad un certo estremismo, che ovviamente io come ministro dell’Istruzione non condivido, ma forse nemmeno tutto il partito della Lega può condividere queste esasperazioni che non fanno bene neanche a quel movimento". Così il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, a Rtl102.5, a proposito della scuola di Adro, nel bresciano, dove il simbolo della Lega compare su banchi e finestre.


Mentre sul caso della scuola a Roma dove si è formata una classe di soli immigrati, senza neanche un italiano, il ministro osserva: "Noi abbiamo anche introdotto una regola, adesso andrò a verificare nel caso di specie come mai ci ritroviamo con una classe di soli immigrati, dove l’unico italiano poi ha ovviamente deciso di cambiare scuola".

MAIALE NEL MENU' E SIMBOLO LEGHISTA - Ad Adro, nel nuovo nuovo polo scolastico di Adro, intitolato a Gianfranco Miglio, il ‘Sole delle Alpi’, simbolo celtico utilizzato dalla Lega, è sulle vetrate, su banchi di scuola, posacenere, e sui cartelloni in cui s’invita a non calpestare l’erba. Nella scuola inoltre i crocifissi sono stati fissati con il cemento nei muri.


Il comune della Franciacorta era venuto alla ribalta nei mesi scorsi per le polemiche sulla mensa (non si volevano ammettere gli scolari le cui famiglie non pagavano). E proprio la mensa è di nuovo al centro dell'attenzione: il sindaco leghista Oscar Lancini, ora ha imposto la carne di maiale nel menu’ dell’istituto statale, con evidenti problemi per ibambini, che per ragioni religiose, non possono mangiarla.

CLASSE SENZA ITALIANI -  Il caso della scuola elementare romana dove tutti gli alunni sono stranieri dimostra, per il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini, che il tetto del 30% introdotto dal governo e' una soluzione corretta. "Andrò a verificare nel caso di specie - ha detto Gelmini - come mai ci ritroviamo con una classe di soli immigrati,dove l'unico italiano poi ha ovviamente deciso di cambiare scuola.


Noi proprio alla luce di situazioni
come questa, per evitare il fatto che alcune classi, laddove ci sia una presenza di soli studenti immigrati diventino classi ghetto, abbiamo introdotto, anche qui tra le critiche e le polemiche, il tetto del 30% non certo per discriminare gli immigrati, ma perché è un suggerimento che ci viene da chi ha esperienza, dai professori, dagli insegnanti che lavorano magari nelle periferie delle grandi città e si trovano ad avere a che fare con un tasso di immigrazione molto alta. È provato nei fatti che se si trova un equilibrio fra studenti italiani e studenti immigrati quella classe viene messa nelle condizioni di correre e quindi l’apprendimento funziona per tutti.

Invece - conclude - se creiamo classi di soli studenti immigrati il risultato è che non c’è nessuna integrazione e abbiamo visto che questo tetto del 30% è stato applicato nella maggior parte dei casi, in alcune situazioni limite invece del 30% abbiamo il 35% ma è stato ancora una volta un provvedimento dettato non dall’ideologia, ma dal buon senso".