Roma, 20 settembre 2010 - Presto online i redditi dei deputati: l’ufficio di presidenza ha deliberato la pubblicazione, previa liberatoria, dei dati patrimoniali dei membri della Camera. Ne ha dato notizia un comunicato dei radicali che per mesi hanno condotto la battaglia di trasparenza.


Più di un anno fa, si ricorda nella nota, i deputati Radicali erano riusciti a far approvare dalla Camera un ordine del giorno che impegnava il collegio dei questori a rendere fruibili sul sito internet della Camera tutte le informazioni relative all’attività istituzionali e alla condizione economica e patrimoniale dei deputati. I questori avevano però negato per motivi di privacy la pubblicazione.


A quel punto la radicale Rita Bernardini, insieme ai colleghi Roberto Giachetti e Benedetto Della Vedova, ha chiesto ai deputati di superare l’obiezione firmando una liberatoria. All’appello hanno risposto 72 deputati di tutti i gruppi che hanno visto schierato dalla loro parte il presidente della Camera Gianfranco Fini.


"È una prima vittoria per riformare
la politica e restituire agli italiani la possibilità di conoscere i propri rappresentanti per quello che fanno, dentro e fuori dal Palazzo", hanno dichiarato Bernardini e Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani.

"Battere la casta, superarla, si può, basta volerlo - hanno sottolineato - abbiamo iniziato rendendo pubblici dopo sessant’anni di segreti gli elenchi di consulenti e fornitori della Camera, denunciando i veri e propri malaffari, specie immobiliari, che si sono ripetuti per decenni, con la complicità di partiti di ogni colore. Gli stessi che hanno tradito il popolo italiano con la truffa dei rimborsi elettorali dopo che un referendum aveva cancellato il finanziamento pubblico dei partiti".

 
Proprio oggi inizia a Montecitorio la discussione del conto consuntivo del 2009 e il progetto di bilancio interno della Camera dei deputati. "La delegazione radicale ha depositato un emendamento e numerosi ordini del giorno per riformare un’amministrazione che per un sessantennio ha negato agli stessi deputati che si sono succeduti nelle sedici legislature il diritto di conoscere i tanti segreti dell’istituzione di cui erano - e sono per quella in corso - membri", si legge ancora nel comunicato.