Roma, 22 settembre 2010 - Talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi. "Quel documento è una porcata, un falso": Gianfranco Fini - prima ancora che cominciasse la riunione mattutina di Futuro e Libertà’ per decidere il sì dei finiani sull’utilizzo delle intercettazioni a Cosentino - aveva già avuto modo di esprimere in modo chiaro ed inequivoco a diversi dei suoi la chiusura di ogni spazio di dialogo con Silvio Berlusconi, dopo la pubblicazione da parte dei quotidiani di famiglia del Cavaliere dell’atto che attribuirebbe al cognato del Presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, la proprietà della società off shore proprietaria della casa di Montecarlo.
 

 
LA SMENTITA DI TULLIANI - Giancarlo Tulliani smentisce le notizie riportate sui quotidiani ‘Libero' e ‘Il Giornale' sui suoi rapporti con la società off shore proprietaria dell’appartamento di Montecarlo. "Il signor Gian Carlo Tulliani - si legge in una nota degli avvocati Carlo Guglielmo e Adriano Izzo - smentisce categoricamente la notizia secondo la quale ci sarebbe la sua persona dietro la società off-shore che ha comprato l’appartamento monegasco".

In particolare il comunicato recita: "Il signor Gian Carlo Tulliani smentisce categoricamente la notizia secondo la quale ci sarebbe la sua persona dietro la società off-shore che ha comprato l’appartamento monegasco, ribadendo di essere un semplice conduttore della suddetta unità immobiliare. All’esito di una prima indagine eseguita dai sottoscritti difensori, peraltro, emergono forti perplessità sull’autenticità del documento pubblicato dai quotidiani e attribuito al ministro di Giustizia di Santa Lucia". "Il signor Gian Carlo Tulliani - continua la nota- si riserva di adire le competenti autorità civili e penali per far sanzionare l’ennesimo vergognoso e inaccettabile tentativo di coinvolgere la sua persona in una vicenda artatamente creata per un mero e chiaro fine politico".


LA VERSIONE DEI DUE GIORNALI - Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, sarebbe il "titolare della Printemps Ltd e della Timara Ltd", le società off-shore che hanno rilevato la casa di Montecarlo. Questa la notizia che campeggia su alcuni quotidiani italiani, che riportano, a loro volta, quanto scritto dai giornali dominicani 'Listin Diario' ed 'El Nacional'.

La prova principale è riportata su 'El Nacional': un documento governativo di Santa Lucia, isola caraibica dell’arcipelago delle Antille, ripreso e tradotto sul Giornale di Vittorio Feltri, che dimostrerebbe il collegamento fra Giancarlo Tulliani e le due società. Si tratterebbe della "fotocopia della lettera con la quale il 16 settembre il ministro della Giustizia di Santa Lucia, L. Rudolph Francis, comunica al capo del governo e ministro della Finanze dell’isola caraibica che il beneficiario reale delle società Printemps Ltd e Timara Ltd è Giancarlo Tulliani". "Di sicuro - scrive Feltri - c'è la prova che Fini ha mentito, oppure che e’ stato gabbato dal cognato".

Intanto, sempre secondo la stampa italiana, il senatore di Futuro e Libertà Francesco Pontone ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del comitato di gestione di Alleanza nazionale. Con lui si è dimesso Giovanni Catanzaro, uno dei due vicepresidenti che lo hanno affiancato. Al momento si tratta di dimissioni "per adesso virtuali", perché "tutto è rinviato alla discussione della prossima volta". Pontone potrebbe uscire dal gruppo di Fli al Senato.
 

 

BOCCHINO CHIEDE CHIARIMENTI A FINI - Alla fine, dopo la martellante telenovela della casa di Montecarlo, anche il più finiano dei finiani, Italo Bocchino, sembra voler chiedere al suo leader conto dello scandalo. Lo fa durante la trasmissione 'Omnibus' di La7. Con una premessa 'soft': "La vicenda di Montecarlo ha due aspetti: uno di merito e uno relativo al metodo con cui è stata posta la questione all’opinione pubblica", dice.

"Il metodo è preoccupante ed è stato scandaloso: Fini discute con Berlusconi, punta il dito contro Berlusconi e c’è questo lavoro di bastonatura mediatica, barbaro nei modi perchè utilizza un giornale del Presidente del Consiglio in persona fittiziamente intestato al fratello".

"Relativamente al merito - ha proseguito- se dovesse emergere che la proprietà è veramente di Giancarlo Tulliani io credo che effettivamente è una cosa su cui Fini dovrebbe dare una risposta. Ma conoscendo Fini sono assolutamente certo che se questo è vero lo apprende anche lui oggi dai giornali".

ARIA DA RESTA DEI CONTI - Con il deposito della mozione dei finiani contro Augusto Minzolini, direttore del Tg1, e Mauro Masi, direttore della Rai, (sebbene questa fosse già annunciata da giorni), il sì su Cosentino e l’annuncio della rottura di ogni trattativa - a partire da quella sulla giustizia e sullo scudo processuale per il premier - è stata la risposta strategica pensata nel consueto pranzo al gruppo dei finiani del mercoledì, durante il quale l’invito è stato quello di ‘’rimettersi l’elmetto in testa’’ e prepararsi all’ok corral. ‘’Chi ci sta ci sta. E se qualcuno tentenna è bene che cambi strada ora’’, è la rotta indicata dai falchi alle colombe.


Si va allo scontro, dunque, di fronte a quello che i finiani considerano un documento falso, di fronte ai racconti di un Berlusconi che durante il vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli si sarebbe informato sulle prime pagine di ‘Giornale’ e ‘Libero’. ‘’Il dossieraggio va avanti da Agosto - dice un dirigente di Fli - ma l’escalation alla vigilia del discorso di Berlusconi alla Camera è sospetta’’. Fine del dialogo e delle trattative, perciò, anche di fronte alla convinzione che nell’operazione mediatica di ‘’dossieraggio’’ contro Fini sarebbero coinvolti addirittura servizi deviati e ci sarebbe ‘’l’utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all’estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa’’.