Roma, 26 settembre 2010 -  "Purtroppo da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente". Comincia così il videomessaggio del presidente delal Camera Gianfranco Fini. "Da settimane - conntinua - non si parla dei tanti problemi degli italiani, ma quasi unicamente della furibonda lotta interna al centrodestra. Da quando il 29 luglio sono stato di fatto espulso dal Popolo della libertà con accuse risibili, tra cui spicca quella di essere in combutta con le procure per far cadere il governo Berlusconi, è partita una ossessiva campagna politico giornalistica per costringermi alle dimissioni da Presidente della Camera, essendo a tutti noto che non è possibile alcuna forma di sfiducia parlamentare".

 

QUESTIONE MORALE - "Evidentemente - aggiunge - a qualcuno dà fastidio che da destra si parli di cultura della legalità, di legge uguale per tutti, di garantismo che non può essere impunità, di riforma della giustizia per i cittadini e non per risolvere problemi personali. In 27 anni di Parlamento e 20 alla guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia. Credo di essere tra i pochi, se non l’unico, visto le tante bufere giudiziarie che hanno investito la politica in questi anni".

 

Fini continua: "È evidente che se fossi stato coinvolto in un bello scandalo mi sarebbe stato più difficile chiedere alla politica di darsi un codice etico e sarebbe stato più credibile chiedere le mie dimissioni. Così deve averla pensata qualcuno, ad esempio chi auspicava il metodo Boffo nei miei confronti, oppure chi mi consigliava dalle colonne del giornale della famiglia Berlusconi di rientrare nei ranghi se non volevo che spuntasse qualche dossier anche su di me, 'perchè oggi tocca al Premier, domani potrebbe toccare al Presidente della Camera'. Profezia o minaccia? Puntualmente, dopo un po' è scoppiato l’affare Montecarlo. So di dovere agli italiani, e non solo a chi mi ha sempre dato fiducia, la massima chiarezza e trasparenza al riguardo".

 

LA CASA DI MONTECARLO - Fini illustra poi la sua versione dei fatti: "An, nel tempo, ha ereditato una serie di immobili. Tra questi, nel 1999, la famosa casa di Montecarlo, che non è una reggia anche se sta in un Principato, 50-55 metri quadrati, valore stimato circa 230 mila euro. Essendo in condizioni quasi fatiscenti e del tutto inutilizzabile per l’attività del Partito, l’11 luglio 2008 è stata venduta alla Società Printemps, segnalatami da Giancarlo Tulliani. L’atto è stato firmato dal Segretario amministrativo, senatore Pontone da me delegato, un autentico galantuomo che per 20 anni ha gestito impeccabilmente il patrimonio del partito, e dai signori Izelaar e Walfenzao. Il prezzo della vendita, 300 mila euro, è stato oggetto di buona parte del tormentone estivo. Dai miei uffici fu considerato adeguato perché superava del 30 per cento il valore stimato dalla società immobiliare monegasca che amministra l’intero condominio. Si poteva spuntare un prezzo più alto? È possibile. È stata una leggerezza? Forse".

 

E va avanti: "In ogni caso, poiché la Procura di Roma ha doverosamente aperto una indagine contro ignoti, a seguito di una denunzia di due avversari politici e poiché, a differenza di altri, non strillo contro la magistratura, attendo con fiducia l’esito delle indagini. Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il Signor Giancarlo Tulliani. Il fatto mi ha provocato un’arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d’affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione. Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel’ho chiesto e con toni tutt’altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po' di serenità alla mia famiglia".

 

"È stato scritto: ma perchè venderla ad una società off shore, cioè residente a Santa Lucia, un cosiddetto paradiso fiscale? Obiezione sensata, ma a Montecarlo le off shore sono la regola e non l’eccezione. E sia ben chiaro, personalmente non ho ne' denaro, ne' barche ne' ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse".

 

"SE TULLIANI PROPRIETARIO MI DIMETTO" - Fini afferma ancora: "Ho sbagliato? Con il senno di poi mi devo rimproverare una certa ingenuità. Ma, sia ben chiaro: non è stato commesso alcun tipo di reato, non è stato arrecato alcun danno a nessuno. E, sia ancor più chiaro, in questa vicenda non è coinvolta l’amministrazione della cosa pubblica o il denaro del contribuente. Non ci sono appalti o tangenti, non c’è corruzione nè concussione. Tutto qui? Per quel che ne so tutto qui. Certo anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? È Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera. Non per personali responsabilità - che non ci sono - bensì perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe".

 

CAPITOLO SANTA LUCIA  - Fini sostiene: "Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe. Un affare privato è diventato un affare di Stato per la ossessiva campagna politico-mediatica di delegittimazione della mia persona: la campagna si è avvalsa di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centrodestra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati. Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del Sottosegretario Letta e del Prefetto De Gennaro".

 

E spiega: "Penso alla trama da film giallo di terz’ordine che ha visto spuntare su siti dominicani la lettera di un Ministro di Santa Lucia, diffusa da un giornalista ecuadoregno, rilanciata in Italia da un sito di gossip a seguito delle improbabili segnalazioni di attenti lettori. Penso a faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa. Penso alla lettera che riservatamente, salvo finire in mondovisione, il Ministro della Giustizia di Santa Lucia ha scritto al suo Premier perchè preoccupato del buon nome del paese per la presenza di società off shore coinvolte non in traffici d’armi, di droga, di valuta, ma di una pericolosissima compravendita di un piccolo appartamento a Montecarlo".

 

"BASTA GIOCO AL MASSACRO" - "Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto. Gli italiani si attendano che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal Presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto".


 

UN AVVOCATO: "LA CASA E' DI UN MIO CLIENTE"

Il colpo di scena arriva prima del tanto atteso videomessaggio di Fini sul 'caso' della casa di Montecarlo. E a renderlo noto è l’avvocato Renato Ellero, ex senatore della Lega Nord: "La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani”, dice ai microfoni di Cnrmedia .


"Non è mio cliente l’onorevole Fini, né Elisabetta Tulliani, né’ il fratello Giancarlo”, spiega l’avvocato Ellero, che prosegue: “Ho conosciuto il presidente della Camera quando facevo politica, ma non lo vedo da tanti anni. Posso dire che il mio cliente non risiede in Italia” spiega il legale, aggiungendo che si tratta di una persona abbastanza facoltosa da poter comperare “non solo l’appartamento al valore che gli viene attribuito da ‘Libero’ o ‘il Giornale’, ma tutto il palazzo”.

 

L'IDENTIKIT - Un sessantenne che si occupa di finanza e che ha la residenza in un Paese estero confinante con l’Italia: questo l’identikit del proprietario della casa ex An a Montecarlo. secondo l’avvocato vicentino Renato Ellero, ex senatore del Carroccio. "Ho incontrato il mio cliente - ha detto Ellero - mercoledì scorso e nel corso del colloquio mi ha detto, mostrandomi dei documenti, che la proprietà dell’appartamento a Montecarlo è di una società, della quale lui è proprietario. Non abbiamo poi approfondito la vicenda".

 La decisione di intervenire in modo pubblico, sempre secondo il legale, è scattata ieri sera dopo le dichiarazioni del ministro di Santa Lucia: "il mio cliente mi ha chiamato mi ha detto ‘sfido le autorità di Santa Lucia a dire chi è il proprietario perché quello sono io’. Dandomi mandato di rendere nota questo e di interessarmi per chiarire il rapporti con il governo di Santa Lucia".

E l'avvocato continua: "Non è interesse mio né del mio cliente intervenire nella politica italiana; dare ragione a Fini o a Berlusconi. In questo campo noi non entriamo". Il legale ha detto che il proprietario non è veneto e che allo stato non ha nessuna intenzione né di apparire né di divulgare i documenti comprovanti quanto sostiene. "La questione - spiega Ellero - è con il governo di Santa Lucia".
In sostanza, a livello di ipotesi fatta dallo stesso legale, il proprietario potrebbe essere irritato, al di là della questione del documento, dal fatto che dal piccolo Stato caraibico sarebbero uscite notizie riservate.