Roma, 12 ottobre 2010 - La commissione europea si prepara ad aprire un’inchiesta formale sulle esenzioni dall’Ici concesse dall’Italia allo Stato del Vaticano. Secondo il governo di Bruxelles - come riportano oggi diversi quotidiani - le esenzioni, favorendo fiscalmente un solo soggetto e i suoi beni immobiliari, sarebbero incompatibili con le norme europee sul libero mercato e la libera concorrenza.


L’Italia ha in diverse occasioni fornito spiegazioni all’Ue, sottolineando che le esenzioni riguardano beni non commerciali della Chiesa. In particolare, edifici destinati al culto. I chiarimenti, però, vengono giudicati insufficienti dalla commissione di Bruxelles. Da qui l’avviso di messa in mora e l’avvio di indagini formali con il rischio di sanzioni per l’Italia. L’indagine servirà a verificare se effettivamente questa agevolazione è un aiuto di Stato non compatibile con le norme europee sul funzionamento del mercato unico.


L’esenzione dall’Ici - osserva Bruxelles nella comunicazione che si appresta a inviare all’Italia - rappresenta comunque un aiuto di Stato poiche’ è un vantaggio derivante da una minore entrata per il fisco. E al momento questa agevolazione non sembra poter rientrare tra i casi in cui sono consentite deroghe al divieto di aiuti pubblici stabilito dal Trattato Ue.


Sul caso, Bruxelles ha ricevuto da diversi ricorrenti informazioni sui servizi ricettivi e sanitari offerti da istituzioni ecclesiastiche.


Il dossier sull’esenzione dall’Ici
riconosciuta alla Chiesa è sul tavolo di Bruxelles dal 2006. La Commissione, nel febbraio 2009, aveva deciso di chiudere il caso ritenendo che non ci fossero le premesse per portare avanti un’indagine per aiuti di Stato.  Ma in seguito all’intervento della Corte di giustizia Ue e a nuovi elementi acquisiti nel frattempo, lo scorso luglio la Commissione ha deciso di riaprire il dossier ‘’perché non può escludere di essere in presenza di un aiuto di Stato’’.