Roma, 13 ottobre 2010 - Privatizzare la Rai, facendo risparmiare i cittadini, rispettando le indicazioni del programma di governo ed evitando il fallimento dell’azienda radiotelevisiva. Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo di FLI alla Camera, ha presentato insieme al capogruppo di Futuro e libertà a Montecitorio Italo Bocchino e all’associazione Libertiamo la proposta di legge che si propone di cambiare la tv di Stato.


Occorre privatizzare la Rai, spiega Della Vedova, per evitare che viale Mazzini vado incontro a un “destino” segnato, “quello della liquidazione”, quello “di Alitalia”. “La privatizzazione -assicura - è una scelta di responsabilità rispetto al destino dell’azienda”.


Secondo i dati forniti dal vicecapogruppo di FLI, la Rai privatizzata porterebbe dai 3 ai 4 miliardi di euro. Abolendo il canone, inoltre, i cittadini risparmierebbero una cifra “pari all’abolizione dell’Ici”, circa un miliardo e seicento milioni di euro. “E’ una proposta all’interno del perimetro del programma elettorale”, aggiunge Della Vedova, perché è nell’agenda stilata dalla maggioranza prima delle elezioni che si prevede “una diminuzione delle tasse”.
 

Anche secondo Bocchino la privatizzazione è l’unica strada da percorrere: “Tra 10 anni potrebbe non essere in condizioni di avere uno spazio di mercato”. Il capogruppo di Fli ha ricordato come l’81% della pubblicità è divisa tra Rai e Mediaset, mentre privatizzarla significherebbe anche “togliere la politica dalla Rai e offrire un servizio migliore”.

Per Della Vedova, inoltre, con la privatizzazione in un Paese come l’Italia in cui il premier è proprietario di uno dei due principali poli informativi “ci sarebbe un’anomalia in meno”. Né esiste il rischio che proprio Berlusconi controlli a livello azionario la tv pubblica: “Il meccanismo esiste, c’è l’Antitrust, la Gasparri, la Mammì. Non è ostilità preconcetta, ma è certo che Berlusconi non può comprarla”.


Nella bozza di proposta di legge è previsto che “entro il 30 giugno 2011” venga avviato “ad opera del ministero per lo Sviluppo Economico di concerto con il ministero dell’Economia, il procedimento per l’alienazione della partecipazione dello Stato nella Rai-Radiotelevisione italiana Spa”. Un’operazione che andrebbe completata entro il 31 dicembre 2011. E’ previsto inoltre che “la trasmissione di spot pubblicitari televisivi da parte delle emittenti e dei fornitori di contenuti televisivi in ambito nazionale non può eccedere il 15 per cento dell’orario giornaliero di programmazione ed il 18 per cento di ogni ora”.


Toccherà poi al ministero dello Sviluppo Economico stabilire “gli oneri minimi di servizio pubblico da applicare alle emittenti televisive o radiofoniche commerciali nazionali titolari di concessione o autorizzazione su frequenze terrestri in tecnica analogica e ai fornitori di contenuti in ambito nazionale - si legge ancora nella proposta - nella misura massima di un terzo del fabbisogno di servizio pubblico radiotelevisivo generale, valutato in termini di ore di trasmissione”.