Roma, 23 ottobre 2010 - Le “conseguenze politiche” annunciate dopo l’intervento del capo dello Stato sul Lodo Alfano “sono del tutto estranee agli intendimenti del presidente della Repubblica”, che puntano “sempre a favorire con la massima imparzialità la correttezza e la continuità della vita istituzionale”. Il Quirinale, con una nota, rivendica l’imparzialità di Giorgio Napolitano all’indomani della lettera inviata dal Capo dello Stato al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Vizzini, sullo scudo processuale per premier e presidente della Repubblica e interpretata come uno stop al ddl costituzionale.

 Ma oggi interviene il presidente della Camera, e leader di Fli, Gianfranco Fini, per dire no alla reiterabilità del lodo, norma prevista dal testo presentato in Senato dal Pdl.
“Se la filosofia di quel provvedimento - ha detto Fini ad Asolo durante un dibattito con Massimo D’Alema - è la tutela di una funzione e non di una persona, non credo possa essere reiterabile perché finirebbe ad essere un privilegio garantito a una persona”.

 Intanto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, fa sapere che il provvedimento potrebbe anche essere ritirato perchè non lo convince e non è stata una sua iniziativa.
“Chiederò che venga ritirato - dice il premier al Corsera -. Il lodo Alfano porta con sé un meccanismo farraginoso per l’approvazione e in questo modo serve soltanto a dare fiato alle polemiche strumentali dell’opposizione”, afferma il premier. Ma dal Pdl si ribadisce la necessità di una norma che garantisca le più alte cariche istituzionali dalle “indebite ingerenze giudiziarie” e perciò dal Senato vengono annunciate modifiche che accolgano i rilievi posti dal Quirinale.

 Berlusconi spiega che “questa legge non è stata una mia iniziativa, ma una proposta del mio partito. Io non sono più interessato a portarla avanti. Non voglio che si dica che faccio leggi ‘ad personam’, leggi vergogna. Altro che leggi vergogna. Sono sedici o diciassette anni che vengo perseguitato dai magistrati per fatti già chiariti”, prosegue Berlusconi. E proprio dal Pdl oggi sono state tante le dichiarazioni di ministri e parlamentari che hanno ribadito la necessità della legge costituzionale.

“La tutela delle alte cariche dello Stato - dicono i vertici del partito al Senato Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello - è un’esigenza che va oltre il fatto che una specifica carica sia ricoperta in un dato momento da una persona determinata, ed è dunque assolutamente corretto che nessuno chieda per sè una misura come il lodo Alfano, ma sia il Parlamento a farsi carico di un’esigenza di tutto il Paese. In questo quadro tutti gli interventi tesi ad assicurare che le garanzie vengano rafforzate e non indebolite - a cominciare dalla lettera del capo dello Stato incontrano la nostra attenzione, e in tal senso già martedi il gruppo del PdL presenterà in Commissione Affari Costituzionali emendamenti per recepirli”.


Anche Fini chiede modifiche
, in particolare sulla possibilità di riutilizzare lo scudo processuale: “Mi auguro che il Parlamento nelle quattro letture tenga conto di questo aspetto e Futuro e libertà si impegnerà a presentare emendamenti per la non reiterabilità del Lodo”.

Per il Pd invece è una norma del tutto sbagliata e anche pericolosa, spiega Massimo D’Alema: “Il lodo Alfano rischia di costituzionalizzare in modo trasversale l’idea che abbiamo un premier eletto dal popolo. Non possiamo introdurre surrettiziamente il presidenzialismo senza garanzie” con la conseguenza di “slittare verso un presidenzialismo di fatto che somiglia molto ad una forma plebiscitaria”.

 Martedì in commissione Affari costituzionali al Senato il Pd chiederà “formalmente” il ritiro del Lodo Alfano, un “provvedimento sbagliato, pericoloso e che serve solo a difendere gli interessi della solita unica persona”, ha annunciato la presidente dei senatori Democratici, Anna Finocchiaro. Antonio Di Pietro solleva dubbi sulle parole del premier a proposito del ritiro del lodo: “Berlusconi fa come la volpe con l’uva: siccome si è accorto che è acerba, dice che non gli interessa. Ma nel frattempo si appresta a preparare qualche altra leggina per garantirsi l’impunità”.


Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, apprezza invece la proposta del premier di ritirare il lodo Alfano ma “se così non fosse e se la maggioranza continuasse sulla strada dell’approvazione del Lodo Alfano riterremmo comunque fondamentale accogliere i rilievi del Capo dello Stato”.

Infine il leader di Sel, Nichi Vendola, che in questi giorni celebra il suo congresso fondativo a Firenze, plaude all’intervento del Capo dello Stato: “Meno male che c’è Napolitano, il custode dei valori repubblicani e costituzionali, ha un rigore ammirevole”.

 

LA PARTENZA PER LA CINA - Questa sera, presso l’aeroporto di Roma Ciampino, il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha salutato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in partenza per la Repubblica Popolare Cinese "assumendone contestualmente le funzioni fino al suo ritorno".