Roma, 11 novembre 2010 - "Maroni è andato in Parlamento a calpestare la verità e questo non lo posso permettere". Annamaria Fiorillo, il pm dei minori di Milano di turno la notte in cui Ruby venne accompagnata in questura, ribadisce ancora una volta le discrepanze tra la sua versione e le dichiarazioni del ministro Maroni e del procuratore Bruti Liberati.

Intervistata dall'Ansa, il magistrato non si fa scrupolo e attacca il titolare del Viminale. "Ha insultato tutte le persone oneste - dice - Quando l’ho visto in televisione ho sentito sorgere in me l’indignazione". Ragion per cui si è rivolta al Csm, che, a sua volta, ha trasmesso al procuratore generale della Cassazione la sua lettera e sono stati avviati "accertamenti conoscitivi sulla vicenda".

 

LA RICOSTRUZIONE DI QUELLA NOTTE - Già questa mattina alcuni quotidiani avevano pubblicato le dichiarazioni di Annamaria Fiorillo, nelle quali ribadiva di non avere mai autorizzato l’affidamento di Ruby alla consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti.

La ricostruzione di quanto accaduto nella notte tra il 27 e il 28 maggio, infatti, diverge decisamente da quella riportata nell'aula del Parlamento da Maroni. Quella sera - racconta - "ricevetti almeno sette telefonate, ma non hanno mai avuto il coraggio di dirmi che aveva chiamato Berlusconi", racconta il magistrato, che definisce "una balla" la notizia sulla presunta mancanza dei posti in comunità. "Ho parlato con il responsabile del pronto intervento e ho appurato che non era mai stata fatta richiesta", prosegue.

E aggiunge: "Ho detto che la ragazza doveva restare in questura fino al mattino. Hanno riposto: non possiamo tenerla in camera di sicurezza. Che non è vero. Ho detto che potevano tenerla su una delle poltrone degli uffici". Non è quindi mai stato concesso l’affidamento a Minetti, che "mi venne presentata come consigliera presidenziale, una carica che non avevo mai sentito prima".

E sul fatto che Ruby fosse la nipote di Mubarak? "Non me la sono bevuta - dice la Fiorillo -. Ho risposto: e allora io sono Nefertiti, la regina del Nilo. Dopo le loro insistenze ho aggiunto: se è proprio cosi’, che facciano mandare una conferma scritta dall’ ambasciata egiziana".

Il pm dice di aver commesso "un solo errore: non ho rassicurato la funzionaria della Questura Iafrate. Era tutta irrigidita, parlava come se recitasse un copione. Con lei - dichiara - ho avuto un alterco. Ho pensato: come si permette di essere così testarda? Si assumerà tutte le responsabilità. E invece hanno mandato avanti lei".

Fiorillo spiega di non essere mai stata sentita dalla procura: "Si sono basati sulla relazione del mio capo, e sulla mia". Nelle dichiarazioni di Maroni, aggiunge, "c'è un’altra cosa non vera. Ha detto che gli atti di quella notte ci sono stati trasmessi. In realtà sono arrivati con moltissimo ritardo, dopo giorni, e dopo che Ruby si era picchiata con la brasiliana. Altrimenti non sarebbero mai arrivati, temo".

Di altro avviso, invece, la funzionaria della Questura milanese: il commissario Giorgia Iafrate infatti smentisce quanto dichiarato dal pm Fiorillo dicendo che se nega di aver dato il proprio assenso all'affido di Ruby "evidentemente ricorda male. Io invece ricordo benissimo e non cambio una virgola di quanto già detto. Ho seguito la prassi, come ogni notte".

"Nessuno mi ha mai detto di rilasciarla - racconta al Messaggero -. L’unica sollecitazione fu quella di fare presto. Ma sempre nel rispetto della prassi", racconta il commissario. "Tra l’altro a prendere la ragazza venne un consigliere regionale, Nicole Minetti, una persona che offriva valide garanzie". Sulla ricerca di una sistemazione in comunità, "a quell’ora non risponde mai nessuno. Già dopo le 17 è difficile trovare qualcuno".

Iafrate spiega di non aver firmato il rapporto perché non le spettava. "Io sono supervisore, mentre spettava ai colleghi che hanno operato - gli agenti della volante che hanno fermato Ruby - sottoscriverlo. Ovviamente è stato compilato vicino a me e anche io ne ho condiviso il contenuto".

 

IL MINISTRO ANNUNCIA QUERELA - Il ministro dell’Interno Roberto Maroni - a quanto si apprende - avrebbe dato mandato ai suoi legali di procedere nei confronti del pm del Tribunale dei minorenni di Milano, Annamaria Fiorillo, per le dichiarazioni, considerate "diffamatorie". Fonti del Viminale fanno notare che quanto dichiarato da Maroni alle Camere ricostruendo la vicenda è contenuto anche in un’ordinanza dello stesso Tribunale per i minorenni del capoluogo lombardo. "Quando uno è ferito si difende": cosi’ reagisce il pm dei minori Annamaria Fiorillo alla notizia dell’annuncio. "Me lo aspettavo - ha esordito parlando con l’Ansa - va bene, ne prendo atto".