Roma, 25 novembre 2010 - Sconfitta per Governo e maggioranza alla Camera nelle votazioni sulla riforma dell’Università. Con 282 voti a favore di opposizioni e finiani, tre astensioni e 261 da Lega e Pdl. È stato approvato un emendamento presentato da Fli, a prima firma Granata. Il Governo aveva dato parere contrario. Il voto è stato accolto con applausi dai banchi di opposizione.

Gelida la reazione del ministro Gelmini: "Questa mattina è stato approvato un emendamento di scarso rilievo. Finche’ Fli su un emendamento non particolarmente significativo marca una differenza questo rientra nella tecnica parlamentare e non entro nel merito. Mi auguro che non accada che vengano votati emendamenti il cui contenuto stravolga il senso della riforma, non sarebbe accettabile, se cosi’ fosse come ministro mi vedrei costretta a ritirarla".

 

BERSANI - Pier Luigi Bersani si rivolge al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini per chiedere di ritirare il ddl di riforma dell’università. «Al ministro Gelmini dico, ritiri questo provvedimento. Sono pronto a discutere con lei, col ministro Tremonti su come correggere alcune distorsioni di questa legge» e anche «come trovare le risorse necessarie», dice il segretario del Pd.
 

ALFANO: PROVE DI SFIDUCIA - L’emendamento di Fli passato col voto delle opposizioni non influisce sull’impianto del ddl università, ma è un segnale per dimostrare che i finiani sono indispensabili, dice il ministro della Giustizia Angelino Alfano, secondo cui il giorno del voto della sfiducia “ci sarà un vincitore e uno sconfitto” e il gioco delle parti terminerà. “Il meccanismo è questo - spiega Alfano - una o due volte al giorno bisogna far andare sotto il Governo per dimostrare che Fli è indispensabile. E’ tutta una recita per preparare il voto del 14 dicembre. Ma il 14 qualcuno vincerà e qualcuno perderà e tutta queste parti del copione verranno cancellate”.
 

 

LA GELMINI A CANALE 5 - Senza la riforma le università vanno verso la bancarotta. Un’opposizione responsabile non sale sui tetti ma collabora in Parlamento. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini intervenuta alla "Telefonata" di Maurizio Belpietro su Canale 5, dopo il tentativo di irruzione di un gruppo di manifestanti ieri al Senato.

"Ho sempre rispettato la proteste -ha dichiarato il ministro- ma quelle di ieri hanno assunto una forma totalmente inaccettabile. Assaltare il Senato, vedere tafferugli in diverse università... non credo sia un modo corretto e propositivo per migliorare la situazione". "Nel Regno Unito gli studenti protestano per l’aumento delle tasse, in Italia invece il governo lavora per evitare l’aumento delle tasse e soprattutto il collasso del sistema. Molte università hanno conti in disordine e se noi oggi non interveniamo in maniera forte e risoluta non sarà il governo a commissariare alcuni atenei, ma saranno le banche. Faccio il caso dell’università di Siena che è sull’orlo della bancarotta ma non è un caso unico".


"Di fronte a questi problemi
che necessitano di una soluzione urgente -ha concluso Gelmini- io mi sarei aspettata degli studenti desiderosi di apprendere e di accedere a un buon sistema universitario ma soprattutto mi sarei aspettata un’opposizione responsabile, che non sale sui tetti ma in Parlamento esprime la propria posizione".

 

VENDOLA ALL'ATTACCO -  Il Governo sta portando un attacco al cuore dell’Università e della scuola pubblica in Italia. Lo dice Nichi Vendola leader di Sinistra Ecologia Libertà che spiega: "Gli studenti riempiono le piazze e salgono sui tetti contro l’idea demenziale di poter colpire al cuore l’istruzione pubblica, proprio nel momento in cui a causa della crisi si dovrebbe investire di più a partire dalla ricerca. Invece i nostri ricercatori vengono messi su un binario morto. Si dovrebbe investire sulle giovani generazioni che, invece, in Italia diventano la generazione del ‘lavoro mai'".

 

CAMERA SOSPENDE ESAME - Intanto si sono conclusi per oggi i lavori dell’aula della Camera sulla riforma dell’Università. Riprenderà domani mattina alle 9. Per la maggioranza e il Governo è una corsa contro il tempo. Domani pomeriggio non sono previsti lavori a causa del seminario in Toscana del gruppo parlamentare Pd annunciato da tempo.La conferenza dei capigruppo sul calendario d’aula dei prossimi giorni è stata convocata per le 12,30.

Se l’esame della riforma non sarà concluso domani mattina con il voto finale, sarà la capigruppo se stabilire una seduta per venerdì o rinviare alla prossima settimana. La conferenza dei capigruppo dovrà anche decidere come procedere sulle altre questioni all’ordine del giorno dell’assemblea: le mozioni sul pluralismo in Rai e la richesta delle opposizioni di revoca delle deleghe al ministro Calderoli in programma questa settimana ma finora slittate a causa del ddl università e la mozione di sfiducia indivuale al ministro Bondi, al momento calendarizzata per martedì prossimo ma che potrebbe a sua volta essere rinviata se la riforma dell’università non venisse approvata questa settimana.