Roma, 25 novembre 2010 - Silvio Berlusconi, durante l’ufficio di presidenza, è tornato - secondo quanto viene riferito all’Agi da alcuni partecipanti - a sbarrare la strada al terzo polo. Riporterebbe l’Italia indietro di 40 anni, ha osservato il premier. Per il presidente del Consiglio c’è un patto tra Fini e Casini: il primo vuole andare a fare il presidente della Repubblica e il secondo il presidente del Consiglio e - ha scherzato il Cavaliere, secondo quanto riferiscono le stesse fonti - i due vorrebbero che io sottoscrivessi il loro patto dal notaio...

Berlusconi ha poi sottolineato, è il resoconto di alcuni partecipanti all’incontro tenutosi a palazzo Grazioli, l’asse di ferro con la Lega. Il patto con Bossi - è il ragionamento del Capo del governo - è di ferro: siamo entrambi d’accordo, o c’è la fiducia o si va alle elezioni.  Durante l’incontro, viene spiegato, il premier ha avuto un atteggiamento molto cordiale con Tremonti. Berlusconi ha ribadito inoltre che il governo appronterà la riforma fiscale, oltre che quella della giustizia.

Sempre secondo quanto riferiscono alcune fonti, il premier avrebbe sottolineato che chi provoca la crisi in una fase economica così difficile ha un atteggiamento che non può essere definito solo "irresponsabile”, ma "criminale".

Poi il capitolo rifiuti a Napoli. Silvio Berlusconi è convinto che la 'mala gestione' dell’immondizia in Campania è dovuta all’attuale sindaco del Pd, Rosa Russo Iervolino. Il Cavaliere ha ribadito che lui in pochi giorni è riuscito a risolvere il problema rifiuti e che se ci troviamo in questa condizione la colpa è solo dell’amministrazione comunale di sinistra.

Il premier, riferiscono alcuni parlamentari presenti all’incontro, avrebbe invitato tutti alla cautela, sottolineando che sarebbe meglio non aprire nuove discariche per evitare le proteste e la rabbia dei cittadini. In particolare, Berlusconi avrebbe chiesto il contributo di tutti per arginare l’emergenza campana e si aspetta la solidarietà del Paese attorno a un problema nazionale.

L'INCONTRO CON LE PARTI SOCIALI - Il presidente del Consiglio lancia segnali di tranquillità. Il governo, assicura incontrando le parti sociali in una riunione dedicata ai problemi del Mezzogiorno, continua a "lavorare sui 5 punti sui quali ha ottenuto la fiducia: domani sarà varato il piano per il Sud e martedì sarà approvata la riforma della giustizia". Questo perché una crisi di governo e un voto anticipato in un momento di crisi economica sarebbe "irresponsabile".

GOVERNO ANCORA IN DIFFICOLTA' - Notizie di segno opposto però dalla Camera, dove la maggioranza va ancora una volta giù sulla riforma dell’Università (in questo caso su un emendamento di Fli). Tanto da far dire al ministro Gelmini che se il testo venisse stravolto dalle imboscate, lei lo ritirerebbe. Commenta il capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori Massimo Donadi: "l’Aula di Montecitorio si è trasformata in un Vietnam per il governo e per la maggioranza". Rammenta l’ex ministro finiano Andrea Ronchi: "Senza di noi non si va da nessuna parte, sono i numeri a parlare". E Carmelo Briguglio si concede una battuta: "forse ci vorrebbero reintegrare...".

BOSSI - "È inevitabile. Siamo in un momento difficile", così il leader leghista ha risposto ai giornalisti che chiedevano un commento sulla maggioranza battuta alla Camera. Il Seantur però si mostra tranquillo. "Mi sa che la fiducia arriva... Berlusconi l’avrà, non solo dalla destra ma anche dalla sinistra". Il leader leghista ha ribadito che la sinistra "ha paura" e voterà la fiducia, "pur di non andare al voto".

L’Udc entrerà nella maggioranza? "Questo non lo so, chiedetelo a Casini. Intanto, se vuole veramente, sostenga il governo da fuori". E insiste: "Se non è un problema di seggiola, com’è successo anni fa con Follini l’Udc sostenga il governo da fuori".

Poi torna su Berlusconi e dice: "Preferisco ricordarlo come un uomo generoso che sa aiutare chi ha bisogno, che se può, stacca l’assegno". "Voi direte che ai miliardari non frega niente e, invece, i miliardari sono proprio quelli che non tirano fuori una lira", ha aggiunto rivolto ai sostenitori. Il Senatur ha poi sostenuto di preferire Berlusconi "a quelli che continuano a chiacchierare e a minacciare".

Bossi ha poi raccontato di quando, a Roma, incontrò una anziana al bar Giolitti, vicino a Montecitorio. La donna piangeva, perché doveva andare in ospedale per donare un rene per suo marito malato. "Io le dissi di venire su e telefonai a Berlusconi che l’aiutò", ha ricordato.