Roma, 26 novembre 2010 - Il premier Silvio Berlusconi "vuole il voto, ma non lo avrà''. A dirlo è il presidente della Camera Gianfranco Fini durante l'incontro degli esponenti della società civile 'Magnifici cento' nello studio privato dell'avvocato e deputato finaniano Consolo, precisando fin da subito: "voglio fare una sottolineatura: è stato detto che prima noi eravamo uniti nel Pdl e poi ci siamo staccati. Io non volevo lasciare il partito che ho contribuito a fondare ma di fatto mi hanno sbattuto fuori dalla porta...".

Il presidente della Camera si dice certo che l'attuale legge elettorale, assai peggiore di quella che fu definita in passato 'legge truffa', sbarrerà la strada alle urne. Anche perché ''se si votasse oggi il premier non avrebbe la fiducia alla Camera'' e Berlusconi sbaglia a dire ''fiducia o voto''. ''Come fa ad essere così sicuro? Decide il Capo dello stato e non altri, in base alla Costituzione'', pianta paletti Fini.


Il leader di Fli chiede dunque al presidente del Consiglio di ''ammettere che le cose non vanno, nonostante le buone cose fatte dal governo''. Come la riforma dell'Università, ''che Fli voterà' . ''Il governo cambi agenda - sprona Fini, rinsaldando l'asse con Pier Ferdinando Casini - perché se persino una forza dell'opposizione come l'Udc dice che Berlusconi deve dimettersi e si deve fare punto e a capo per poi ripartire, questo non può essere considerato come una provocazione o un'offerta irricevibile''. L'auspicio è quello che ''il governo governi'', possibilmente senza spazzare la polvere sotto il tappeto. ''Berlusconi cambi l'agenda economica, faccia le riforme che sono come l'araba fenice - dice Fini ribadendo quanto detto da Bastia Umbra -. E affronti il problema della sovranità e della legge elettorale''. 
 

''Nell'attuale legge elettorale - spiega Fini davanti a professionisti, artisti, uomini d'affari della Fondazione Consolo - c'è un premio di maggioranza che non risponde a una concezione propriamente democratica. Veniva definita legge truffa quella in cui se si aveva il 50.1 dei consensi si prendeva il premio di maggioranza. Oggi se un partito ha il 30%, un altro il 29% e un altro il 28%, chi ha il 30% prende il 55% dei seggi''. Ed affonda: ''Forse questo è il motivo per cui Berlusconi pensa di andare a votare e invece il voto non ci sarà". O cambia la legge elettorale, o al voto non si va.

Per Gianfranco Fini ''non ci sono traditori di qua o camerieri di là''. Si tratta solo di assumere ciascuno la propria responsabilità, a partire dal presidente del Consiglio. ''Berlusconi dice che andare al voto sarebbe irresponsabile. Ed io condivido pienamente'', afferma il presidente della Camera. Ma allora il governo riscriva la sua agenda, come hanno fatto tanti paesi dopo la crisi greca. E il premier accetti di farsi aiutare da tutte le forze responsabili, perché ''non si può dire sempre e soltanto che la colpa è degli altri''. ''Gli esponenti della sinistra sono avversari ma non possono essere demonizzati, anche se spesso sono loro a farlo con Berlusconi - dice Fini -. Sarebbe più consono dire che ci sono responsabilità diverse e fare appello a tutte le forze responsabili perché l'unione può fare la forza e l'interesse generale deve prevalere sul personale''.


''Che succederà il 13 sera lo sapremo solo allora - ribadisce ancora Fini prima di lasciare insieme ad Elisabetta Tulliani la riunione -. Può succedere tutto o nulla. Ma se si votasse oggi la fiducia, Berlusconi non avrebbe la maggioranza e non si andrebbe a votare''. I giornalisti chiedono così al leader Fli come fa ad esserne sicuro. E lui risponde scherzando: ''E che lo vengo a dire a voi? Dovete solo scriverlo, naturalmente se volete...''.