Washington, 28 novembre 2010 - I documenti della diplomazia statunitense, che Wikileaks ha in mano, finiscono sui siti internet di tutto il mondo. Un terremoto che scuote i leader mondiali: da Putin a Berlusconi, dalla Merkel a Sarkozy. Se Berlusconi viene definito "incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno", Sarkozy viene ritenuto, riporta El Pais, un "imperatore senza vestiti".  Il presidente russo Dmitri Medvedev ''fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin'', nonostante sia di rango maggiore. E Vladimir Putin, oggi premier, viene definito ''alpha dog'', il maschio dominante, secondo una delle colorite espressioni contenute nei cablogrammi americani.


Non si salva nemmeno il premier britannico Cameron e critiche vengono mosse anche ai reali: almeno un esponente, il principe Andrea, ha agito a volte "in modo inopportuno".

E, a dimostrazione di quanto ''l'Europa non è così importante per gli Usa'' , secondo quanto riportato in uno dei documenti, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel finisce nelle frasi al vetriolo dei diplomatici americani: ''Evita i rischi ed è raramente creativa'', si legge in un documento.

Il presidente iranianiano Mahmud Ahmadinejad viene definito ''il nuovo Hitler''. Inoltre, clamoroso per la diplomazia stessa è il documento che svela come gli alleati arabi degli Stati Uniti, in particolare l'Arabia Saudita, spingevano la Casa Bianca per un attacco contro l'Iran per bloccarne il programma nucleare. E poi ancora, la politica di fermezza degli Usa sull'Iran è stata 'spinta' da Israele.

Il presidente afghano Hamid Karzai è "ispirato dalla paranoia", secondo una delle definizioni dei diplomatici Usa. Inoltre, suo fratello è da tenere sotto controllo perché è un trafficante. Riporta il New York Times: ''Con Ahmed Wali Karzai, il fratellastro del presidente afgano, dobbiamo avere a che fare in quanto numero uno del Provincial Council ma è sottointeso che è uno corrotto e un trafficante di stupefacenti''.  ''Sembra non capire il livello di conoscenza che abbiamo delle sue attività - prosegue il documento -. Dobbiamo monitoralo attentamente e in modo chiaro, inviandogli un messaggio chiaro''.

Fra le note filtrate dagli armadi riservati della diplomazia americana, fra ''le più delicate'' El Pais cita quelle sul leader libico Muammar Gheddafi. Nei suoi messaggi, l'ambasciatore americano a Tripoli racconta che ''Gheddafi, il dittatore più longevo del mondo usa il botox ed è un vero ipocondriaco, che fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori''. Inoltre, senza la presenza della sua ''infermiera ucraina'', Galyna Kolotnytska, ''voluttuosa bionda di 39 anni, con cui ha una relazione'', "Gheddafi non si sente a suo agio". Secondo i documenti del New York Times, il leader libico sarebbe stato infastidito da come è stato ricevuto a New York per l'assemblea generale dell'Onu lo scorso anno. Le 'stranezze' di Gheddafi, hanno anche portato la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner a sollevare con Washington sospetti sul suo stato di salute mentale.

Ed ancora il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-il, è ''un vecchio tizio flaccido che ha sofferto di traumi fisici e psicologici in seguito al suo ictus'', riporta il Guardian. E nello Yemen, base di al Qaida nella penisola arabica, il presidente Ali Abdullah Saleh ''è stato sprezzante, annoiato e impaziente'' nell'incontro con John Brennan, il vice-consigliere per la sicurezza nazionale. Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, è definito ''il vecchio pazzo'' da Maite Nkoana-Mashabane, ministro sudafricano per la cooperazione internazionale. Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu è ''elegante e affascinante'' ma non mantiene mai le sue promesse, secondo un dispaccio dal Cairo che riporta l'incontro con il presidente egiziano Mubarak.

BERLUSCONI - Una relazione straordinariamente stretta fra Vladimir Putin e il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, che include "regali generosi", contratti energetici redditizi: Berlusconi "sembra essere il portavoce di Putin" in Europa. Così - riporta il New York Times - i diplomatici americani hanno descritto nel 2009 le relazioni fra Italia e Russia. Secondo quanto riferisce il giornale ci sarebbe addirittura un mediatore "ombra" italiano che parla russo. E il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, avrebbe chiesto all'inizio di quest'anno alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali ''investimenti personali'' dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi. E' quanto si legge in un documento riservato anticipato da Der Spiegel.
 

Filtra inoltre dal Guardian il giudizio che l’incaricata d'affari americana a Roma, Elizabeth Dibble, avrebbe espresso sul presidente del Consiglio: "Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno". Avrebbe anche parlato di un leader "fisicamente e politicamente debole" le cui "frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza".

"SPIATO BAN KI-MOON" - I diplomatici Usa trasformati in spie per carpire segreti e intenzioni del segretario generale Ban Ki-Moon, dei suoi collaboratori e degli ambasciatori accreditati al Palazzo di Vetro. È forse la rivelazione più scottante emersa dai messaggi diplomatici americani pubblicati da Wikileaks.
Da una nota pubblicata dallo Spigel, emerge che Hillary Clinton in una nota del 31 luglio 2009 chiese di mettere sotto osservazione i diplomatici stranieri all'Onu e i vertici del Palazzo di vetro. La nota inviata dalla Clinton ha come titolo National Humint Collection Directive e sollecita informazioni sui piani dell'Onu e sulle intenzioni del segretario Onu Ban Ki-Moon e del suo segretariato riguardo temi specifici come l'Iran. La nota è stata inviata a 30 ambasciate americane, da Amman a Berlino fino a Zagabria. La nota 219.058 indirizzata alla rappresentanza Usa presso l'Onu a New York incoraggia i diplomatici a eludere in modo clamoroso le norme sull'immunità diplomatica e sulla privacy.

RUSSIA - La Russia ''è virtualmente uno Stato della mafia''. Così i diplomatici americani secondo i documenti di Wikileaks riportati dai siti di alcuni quotidiani Usa. La Russia e le sue agenzie usano i boss della mafia per effettuare le loro operazioni, la relazione è così stretta che il Paese è divenuto ''virtualmente uno stato della mafia''.

 IRAN - Il Guardian rivela invece che gli alleati arabi degli Stati Uniti, in particolare l’Arabia Saudita, spingevano per un attacco contro l’Iran per bloccarne il programma nucleare. In un dispaccio rivelato dal Der Spiegel si parla di colloqui confidenziali di funzionari Usa con il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed Bin Zayed in cui secondo il principe "una rapida guerra convenzionale con l’Iran sarebbe meglio delle conseguenze a lungo termine di un conflitto nucleare". Secondo il generale americano David Patraeus l’Iran sarebbe per gli Stati Uniti "il migliore strumento di reclutamento", mentre "il numero di alleanze e di accordi per un sostegno militare tra Usa e partner arabi nel Golfo è considerevolmente aumentato". In particolare, scrive il 'Guardian', sarebbe stato proprio il re saudita Abdullah ad esortare più di una volta gli Usa ad attaccare l'Iran per bloccare il programma nucleare di Teheran. I documenti si riferiscono a conversazioni avvenute nel 2008 con l'allora ambasciatore Usa in Iraq Ryan Crocker e con il generale David Petraeus, all'epoca comandante delle truppe Usa nel Paese del Golfo. Da un altro documento emerge che Hamad bin Isa al Khalifa, re del Bahrein (dove gli Usa hanno la base della V flotta) chiede agli americani di "impedire" che il programma nucleare del regime iraniano vada avanti. "Bisogna tagliare la testa al serpente", ha implorato re Abdullah in uno dei passaggi del materiale rivelato da Wikileaks. Il New York Times sottolinea il piano americano per spingere i sauditi a offrire una costante fornitura di petrolio della Cina, in modo da liberare Pechino dalla dipendenza energetica dall'Iran; e i sauditi avrebbero concordato e insistito con Pechino perché non si opponesse alle sanzioni contro Teheran. Non solo. Secondo il quotidiano, i rapporti rivelano che la tumultuosa campagna di Teheran ha di fatto creato un fronte comune tra Israele e alcuni dei suoi avversari arabi di lunga data, in particolare i sauditi. Il risultato è che pubblicamente gli Stati arabi stanno zitti, nel timore di tensioni e violenze interne; in privato premono per un'azione forte.

TURCHIA -  Secondo quanto pubblicato dallo Spiegel nei documenti di Wikileaks gli Usa mettono in evidenza che il primo ministro turco Erdogan costituisce una minaccia islamica perché sarebbe in particolare sotto l’influenza del suo ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu. Secondo i diplomatici americani Davutoglu sarebbe "particolarmente pericoloso" per le influenze fondamentaliste da lui esercitate su Erdogan. Un consigliere del partito turco al governo Akp dichiara ironicamente in un documento americano "vogliamo riprenderci l’Andalusia e vendicarci della disfatta dell’assedio di Vienna nel 1683". Erdogan avrebbe sistemato in posizioni di comando banchieri islamici e si informerebbe esclusivamente attraverso giornali vicini al fondamentalismo. Nel documento è scritto che "il capo del governo turco è circondato da una cerchia di ferro di consulenti sottomessi (ma presuntuosi)" e si considera "il tribuno popolare dell’Anatolia".

E spunta un telegramam riguardante Frattini. Il ministro degli Esteri italiano "ha espresso particolare frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l’Europa e l’Iran da parte della Turchia". E’ quanto rivela un documento - pubblicato da Wikileaks e classificato come segreto - inviato a Washington dall’ambasciata americana a Roma lo scorso 8 febbraio, in seguito a un incontro tenutosi tra il titolare della Farnesina e il segretario della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates.

PAKISTAN - Fin dal 2007 gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare del Pakistan uranio altamente arricchito che "funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito".

CINA - Il Politburo di Pechino guidò l’intrusione nei sistemi informatici di Google in Cina. L'indiscrezione in questo caso passa dal New York Times. Un contatto cinese informò l’ambasciata americana a gennaio. L’attacco informatico era parte di una campagna coordinata da figure del governo ed eseguita da esperti pirati reclutati dal governo cinese. Gli stessi entrarono, a partire dal 2002, nei sistemi informatici del governo americano e di alcuni alleati occidentali, in quelli dei Dalai Lama e di aziende americane.

GUANTANAMO - I funzionari Usa hanno fatto ricorso a pressioni di ogni tipo per convincere gli altri paesi ad accettare prigionieri di Guantanamo. E' quanto rivela il New York Times. Ai dirigenti della Slovenia venne chiesto di accogliere un detenuto in cambio di un incontro col presidente Barack Obama. Ai dirigenti dell'isola di Karibati vennero offerti notevoli incentivi economici in cambio della accettazione di un gruppo di prigionieri. Al Belgio venne detto che accettare i detenuti avrebbe dato al paese ''un ruolo più preminente in Europa''.

DER SPIEGEL - Sulla copertina del periodico, secondo quanto riportato sui siti internet che hanno diffuso quella che dovrebbe essere la copertina di Der Spiegel di domani, compare la grossa scritta, ‘Enthullt’ (Svelato), e il sottotitolo: "Come l’America vede il mondo, il rapporto segreto del Dipartimento di Stato americano" e 12 foto di personaggi illustri.In prima fila il premier tedesco Angela Merkel, poi il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, con la didascalia ‘questo è Hitler’, il colonnello Muammar Gheddafi (‘procaci biondine come infermiere’), il presidente afghano Karzai (‘spinto dalla paranoia’), il presidente francese Sarkozy (‘imperatore senza vestiti’) e ultimo in fondo a destra, il premier italiano Silvio Berlusconi a cui è dedicata la didascalia ‘Feste selvagge’.

251.287 DOCUMENTI - "Stiamo subendo un DDoS (distributed denial of service, letteralmente negazione del servizio)", è quanto hanno scritto su Twitter i responsabili del sito Wikileasks prima di diffondere on line i documenti, annunciando così essere sotto attacco informatico. In totale ci sono 251.287 file. Di questi 11mila sono classificati come "segreti" e 9mila sono considerati "noforn", ossia materiale considerato troppo delicato per condividerlo con il governi stranieri. Molti non sono riservati e nessuno è segnalato come "top secret".

LA CONDANNA DI WASHINGTON -  La Casa Bianca "condanna fermamente la diffusione non autorizzata di documenti e informazioni sensibili per la sicurezza nazionale". Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Dello stesso tenore il commento del Pentagono, che parla di diffusione "sconsiderata" dei documenti  e annuncia di aver preso iniziative per aumentare la sicurezza delle reti militari americane.

IN ITALIA SI MUOVONO I PM - La Procura di Roma, una volta esaminato il contenuto e la natura dei documenti della diplomazia americana in via di pubblicazione, valuterà l’esistenza di eventuali estremi di reato. In particolare, secondo quanto si apprende, i magistrati romani valuteranno la classificazione dei documenti: ovvero se si tratta di carte sotto segreto di Stato o definite 'riservate'. Questo per decidere l’eventuale apertura di fascicoli e la relativa ipotesi di reato che potrebbe essere violazione di segreto di Stato o violazione di documenti riservati. Inoltre la Procura della Capitale esaminera’ i documenti per accertare riferimenti alla sicurezza dello Stato italiano o a cariche istituzionali del nostri paese e eventuali fattispecie di reato.

L'IRA DI FRATTINI - Le rivelazioni di Wikileaks saranno "l’11 settembre della diplomazia mondiale" perché "faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati". Così poche ore prima il ministro degli Esteri Franco Frattini. Conversando con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo ha portato in Qatar, Frattini ha spiegato che "come l’11 settembre ha cambiato l’assetto mondiale sul piano della sicurezza, così le notizie che usciranno da Wikileaks lo cambieranno sul piano dei rapporti diplomatici tra i Paesi". Ma come all’indomani dell’11 settembre si creò una coalizione internazionale contro il terrorismo, anche in questo caso - è l’auspicio di Frattini - ci si dovrà mettere subito al lavoro per ripristinare il clima di fiducia tra le diplomazie mondiali.

LA RISATA DI BERLUSCONI - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo quanto l'Ansa ha appreso da fonti autorevoli, quando gli è stato riferito il contenuto delle rivelazioni diffuse dal sito di Wikileaks sull'Italia, si è fatto una risata.