ROMA, 14 DICEMBRE 2010 -  Il Senato ha approvato la fiducia con 162 voti a favore, 135 contrari. Sono risultati assenti 11 senatori.

Apertura delle dichiarazioni di voto in Senato alle 9 in punto, con brutta figura per il leader dell’Api Francesco Rutelli. Il senatore era il primo nella lista delle dichiarazioni di voto nell’aula di Palazzo Madama. Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha aperto la seduta puntuale alle ore 9 ed ha dato la parola a Rutelli. Una voce dall’emiciclo ha dichiarato: "È in arrivo...".

Schifani, spazientito, ha replicato: "Visto che siamo in diretta televisiva e per guadagnare tempo, se il senatore Bricolo vuole prendere la parola...". Bricolo, che era il sesto nella lista degli interventi, ha cominciato a parlare fra gli applausi scroscianti del gruppo della Lega, presente in aula fin dal primo minuto.

BRICOLO - No al governo tecnico che "serve solo a bloccare le riforme di cui il Paese ha bisogno", avanti sulla strada indicata dagli elettori nel 2008. Sono state le linee portanti della dichiarazione di voto di Federico Bricolo a nome della Lega nord al Senato sulla mozione di fiducia al governo.
Bricolo ha rivolto un appello forte ai colleghi di Futuro e libertà: "Pensateci bene prima di schierarvi con la sinistra, atto che sarebbe un tradimento del mandato elettorale", ha detto il presidente dei senatori del Carroccio.
 

RUTELLI - “Il voto di fiducia di oggi chiude la stagione politica, signor presidente, iniziata 17 anni fa quando lei scese in campo per sostenere la candidatura di Fini contro di me al Comune di Roma. Dopo l’uscita di Casini, oggi quella di Fini: sono proprio i moderati a chiedere la fine di questa stagione”, ha detto il senatore Francesco Rutelli, intervenuto in Aula per dichiarazione di voto e per annunciare la sfiducia dell’Alleanza per l’Italia al governo.
“E’ tempo di unire e non di dividere: un governo forte, un Parlamento libero. Confidiamo - ha aggiunto Rutelli - che con il nostro voto contrario, per un governo che passa la mano si creino le condizioni per una nuova ampia maggioranza. Ci pensi - Š stata l’esortazione di Rutelli al presidente del Consiglio che lo ascolta dai banchi del governo - signor presidente del Consiglio, non illuda nessuno che tutto si risolva con nuove elezioni. Faccia subito dopo il voto del Senato il passo necessario”.

VIESPOLI - Il gruppo di Futuro e Libertà ha deciso di astenersi rispetto al voto di fiducia. Lo ha detto Pasquale Viespoli, capogruppo di FLi al Senato, intervenendo in Aula. Al Senato l’astensione equivale a voto contrario.

“Al capogruppo Bricolo vorrei dire che abbiamo a cuore, almeno quanto lui, il rispetto con il patto con gli elettori e la consapevolezza che quando si costruisce un’alternativa politica quella passa attarverso il consenso popolare”, dice il capogruppo Fli, Pasquale Viespoli, nella dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo al Senato.
Poi aggiunge: “Io appartengo a una storia politica che non appartiene al ribaltonismo non lo siamo stati ne’ ieri ne’ oggi ne’ domani. Piuttosto vorrei invitare Bricolo, per coerenza, ad evitare essere complice di un ribaltone”.

BELISARIO - L’Idv invita Berlusconi a dimettersi. In ogni caso i dipietristi voteranno la sfiducia. "Presidente, se non lo ha capito, lei se ne deve andare": Felice Belisario, capogruppo di Idv, ha esplicitamente annunciato che l’Idv negherà la fiducia al governo al Senato. "Non copra di ridicolo questo Paese, lei è sfiduciato da un Paese in sciopero generale contro la sua politica", ha detto Belisario.
"Lei è il mandante politico della più grossa compravendita di parlamentari; a cosa serve l’accanimeto terapeutico usato per tenere in vita un governo che ha l’encefalogramma ormai piatto da mesi? Se mette piedi fuori da palazzo Chigi dovrebbe essere accompagnato al tribunale di Milano per seguire il proceso che lei sa ha un esito già segnato -ha detto Belisario- Se i magheggi del suo ministro della Giustizia non l’avessero impedito, lei sarebbe già stato condannato come il suo amico Mills".

D’ALIA - L’Udc al Senato voterà no alla fiducia al Governo. Lo ha confermato il capogruppo Gianpiero D’Alia.
Niente fiducia perché “questo Governo è frutto di una politica che ha espulso i moderati dalle decisioni, affidandole alle forze più estreme”. “Lei - ha aggiunto rivolto a Berlusconi - ha rotto il fronte dei moderati: se oggi Fini, Casini, Rutelli e Mpa sono insieme per area responsabilità è perché lei ha scelto di abbandonare l’area moderata per una destra populista”. L’Udc chiede le dimissioni e un “Governo di responsabilità che promette solo quello che può mantenere”.

FINOCCHIARO - “La concitata vicenda politica di questi mesi segna oggi in parlamento una tappa definitiva, sia che lei ottenga fiducia o meno niente sara’ piu lo stesso”. Siamo comunque di fronte a “una rapida eclissi della sua invincibile armata. Lei presidente e’ ridotto a un contabile, uno, due o tre voti in piu’ alla Camera”. Per capire cio’ che avviene “non basta evocare la categoria del tradimento, serve un faticoso esercizio di umilta’ e un poderoso senso della realta’”. Cosi’ la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, nella dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo al Senato sulle comunicazioni del premier.

GASPARRI - "Siamo disposti ad ampliare il programma di governo, a rafforzare questo governo, non altri governi.
Ma le dimissioni no, sabbero una contraddizione con lo spirito costruttivo anche oggi espresso", ha spiegato Maurizio Gasparri, nel suo intervento al Senato in cui ha chiesto di rinnovare la fiducia al governo.
"Quali sono le proposte alternative? - ha chiesto il capogruppo del Pdl a palazzo Madama attaccando con decisione in Pd mostrando all’aula due libri, ‘Vodka cola' e ‘L’oro di Mosca', sulle"tangenti alle società del Partito comunista" e "l’oro aggiuntivo che davano al partito». Poi Gasparri, sempre rivolto ai banchi dell’opposizione, ha manifestato solidarietà a Raffaele Bonanni «minacciato e intimidito da quella frange violente che voi aizzate in modo irresponsabile".