Roma, 14 dicembre 2010 - "Siamo in presenza di una violenza vergognosa che non ha la minima dignità politica. Una violenza comune che merita solo una parola: repressione". E’ durissimo il commento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, sugli scontri che si sono verificati a Roma.

"Non si tratta di un’ondata di violenza - ha aggiunto Sacconi a margine di un convegno di di Telecom Italia - ma di una minoranza cialtrona senza principi, valori e onore".

"Ho detto tante volte - ha proseguito Sacconi - che la violenza politica non può mai essere tollerata e c'è in essa una inesorabile legge dell’escalation che deve condurre a fermarla quando essa si manifesta".

A giudizio di Sacconi, infatti, "c'è un filo rosso che porta da atti di minaccia a forme più estreme che l’Italia ha già conosciuto. Il perdonismo, il vezzeggiamento ideologico, l’esposizione mediatica compiaciuta, la confusione tra idealità e manualità, tutto questo è maledettamente pericoloso per l’Italia in particolare perché abbiamo già conosciuto derive di violenza politica". Ci vuole, quindi, la repressione, "non del dissenso, che merita più rispetto del consenso, ma della violenza".

Il ministro del Lavoro ha anche espresso "sincera solidarietà a Emma Marcegaglia" per il caricatore di pistola che le è stato inviato, spiegando che "questa minaccia è una sorta di controprova dell’efficacia del suo lavoro".

Intanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, attraverso il Capo della Polizia Antonio Manganelli, ha espresso al questore di Roma Francesco Tagliente e a tutte le donne e gli uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine impegnate oggi nelle attività di ordine pubblico, il proprio "apprezzamento per l’equilibrio e l’oculata gestione dimostrata in tutte le fasi della manifestazione". Maroni ha anche espresso la propria ‘"solidarietà per gli operatori rimasti contusi negli incidenti".

"Se non c’erano i blindati li avremmo visti arrivare qui con i martelli e i picconi", ha spiegato al ministro mentre a Montecitorio seguiva le fasi convulse del voto di fiducia e contemporaneamente si teneva informato sulle notizie degli scontri di piazza che via via diventavano più preoccupanti.

Le informative arrivate si sono rilevate esatte: obiettivo di parte dei manifestanti era proprio quello di fare blitz violenti nei palazzi del potere. "Bene quindi - ha detto Maroni - hanno fatto il prefetto ed il questore ad organizzare un dispositivo così robusto. Giovani, chiamiamoli così, sono infatti arrivati in corso Rinascimento con un furgone da dove hanno tirato fuori picconi, mattoni e bastoni. Poi hanno iniziato a picconare i blindati e i poliziotti". Quanto alle bombe carta, ha aggiunto, "sono bombe vere che possono fare male e chi le lancia e’ un criminale e non un giovane che manifesta".

Il Pd, dal canto suo, chiede che Maroni riferisca su quanto avvenuto e sulla gestione dell'ordine pubblico. "E' intollerabile e incredibile che dentro manifestazioni abbiano trovato spazio e siano riusciti a inserirsi teppisti, violenti e Black Bloc ben riconoscibili, e che sia stato possibile produrre devastazioni in pieno centro a Roma - ha detto in proposito il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - Esprimo a nome del partito Democratico la solidarietà agli agenti di sicurezza aggrediti e feriti e vicinanza a tutti coloro che hanno manifestato in modo pacifico".

Di tono analogo la nota diffusa dall'Italia dei Valori. "Maroni venga a spiegare in Aula perché non è stato in grado di isolare i violenti dalle migliaia di studenti, precari, operai e terremotati che sono giunti nella Capitale per esprimere liberamente il loro dissenso", ha scritto il portavoce Leoluca Orlando, esprimendo al contempo solidarietà alle forze dell'ordine ferite e ai manifestanti pacifici.

Infine il portavoce del sindaco Gianni Alemanno, Simone Turbolente, ha fatto sapere che il Comune di Roma "si costituirà parte civile contro gli autori degli ingenti danneggiamenti avvenuti oggi nel centro della città".