di GABRIELE MORONI
 MILANO, 19 gennaio 2011 — UNA PICCOLA somma, un «prestito» fatto a Lele Mora e restituito. Il resto? Soltanto castelli costruiti su frasi scherzose: «Al telefono si scherza, battute fra amici male interpretate». Emilio Fede, direttore del Tg4, para, ribatte e fa cartoccio (o almeno ci prova) delle intercettazioni. Una in particolare: quella da cui sembrerebbe emergere che a raccomandare, caldeggiandola, la richiesta di Lele Mora a Berlusconi di un prestito di circa un milione e 200mila euro fosse lo stesso Fede, che con Mora avrebbe concordato di trattenere per sé 400mila euro, un terzo della somma.

La telefonata viene intercettata alle 18,22 del 22 agosto 2010. Fede è a colloquio con Mora. L’impresario attraversa acque tempestose dopo il fallimento (17 milioni di euro) della sua società, la Lm Management. «Lele — formula Fede —, studiamo insieme ... Gli dico: ‘Senti, ho visto Lele, non sta bene ed è preoccupato, forse credo che una mano bisognerebbe dargliela, hai fatto bene a tanta gente, lui poi se lo merita più degli altri’». Mora assicura che «metterà in vendita due o tre cose e saprà come ritornare indietro tutto... Tanto poi campa cavallo che l’erba...».


Ancora Fede: «Gli dico (a Berlusconi): ‘Guarda, quest’uomo (Mora) c’ha dato tutto ed è quello che c’ha dato soprattutto la riservatezza... Capisco la prudenza e tutto, ma io ti dico solo questo: che lui sarà al Creatore anche fisicamente oltre che... perché lui rischia la bancarotta... allora diventa peggio il problema». Si stabilisce di chiedere a Berlusconi «uno e due, di cui 100 li dà a me in due rate che ho prestato 50 e 50, capito». Mora: «Certo». Fede: «Vuol dire che possono diventare uno e mezzo: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?». Mora: «Benissimo, meraviglia, meraviglia, bravo direttore, bravo». Fede: «Ecco, allora, adesso la cosa è avviata. Eh, dimmi che sono bravo e sono un amico». Mora: «No, bravo, di più».
Fede abbassa i toni, offre la sua spiegazione: «Lele Mora mi ha restituito una piccola somma che gli avevo prestato, tutto il resto sono solo cattive interpretazioni di battute scherzose». «Avevo dato una piccola somma, un grazioso prestito, come si suol dire, a Mora, nel periodo in cui si è trovato in difficoltà e lui me lo ha restituito». I soldi? «Sono quelli i soldi a cui si allude nelle telefonate». Il resto sono soltanto battute e boutade. «Sono state delle frasi, a livello di battute. Io ho aiutato Mora e del resto lo stesso presidente ha detto chiaramente di avergli dato dei soldi in un momento di difficoltà. E mentre ne parlavo con lui, scherzando, gli ho detto: ‘Oh, poi facciamo a metà...’, ma era solo una battuta, una battuta da cui sono state tratte cattive interpretazioni».

IL DIRETTORE del Tg4 si abbandona a uno sfogo: «Non capisco perché continua a venire fuori solo il mio nome, a quelle feste, che ripeto erano cene simpatiche, c’erano anche altre persone. Mi sono sempre sentito onorato di essere invitato a casa del presidente Berlusconi. Ma non ero l’unico. Qualche volta è capitato che io non fossi nella lista degli ospiti e ammetto che mi dispiaceva e mi sentivo un po’ trascurato, ma è solo il mio nome che continua a girare. Tutto questo è un grave danno alla mia immagine, c’è un accanimento contro di me. La mia famiglia, mia moglie, sono molto amareggiati, anche se mi conoscono e sanno quanto quelle accuse siano infondate».
Da Fede anche un appello ai magistrati per essere ascoltato al più presto.