Roma, 31 gennaio 2011 - Il vice presidente del Senato Vannino Chiti (Pd) denuncia - in una interrogazione presentata assieme ad altri senatori della Commissione Lavoro del Pd - la situazione di estremo disagio causata a numerosi anziani ai quali l’Inps ha ricalcolato le ritenute fiscali dell’intero anno 2010 recuperandole integralmente nei soli mesi di gennaio e febbraio 2011. Dal momento che si tratta di pensioni minime, sui 600 euro al mese, questi cittadini avranno nei mesi di gennaio e febbraio nove euro con i quali dovrebbero vivere.


Uno di questi casi è stato riportato all’attenzione dei senatori del Pd da una pensionata di Pistoia che, invece dei 583,53 euro che avrebbe dovuto ricevere di pensione, "si è vista pagare al netto per il mese di gennaio la somma di 9 euro. Come se niente fosse - sottolinea il senatore Pd - l’Inps ritiene che un cittadino in Italia possa vivere con 9 euro al mese. Si è di fronte a casi nei quali il cinismo burocratico non si rende conto della realtà che vive buona parte degli anziani del nostro Paese".


Insomma, "è inaccettabile
- continua Chiti - che persone, già in condizioni precarie e a rischio povertà, siano costrette a fronteggiare tali difficoltà. Occorre che le frange più deboli e fragili della popolazione siano protette e non abbandonate a loro stesse. Ci attendiamo - conclude Chiti - un chiarimento da parte del Governo e un intervento della stessa Inps per porre rimedio a queste situazioni, dilazionando il recupero in un tempo assai più ampio.  Donne e uomini anziani, che dopo una vita di lavoro, devono far fronte ai problemi della quotidianità con meno di 600 euro al mese, avrebbero bisogno in un paese avanzato di sostegno e pensioni adeguate e non meritano certo trattamenti simili".