Roma, 3 marzo 2011 - Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si dice contrario all’election day che veda nello stesso giorno il secondo turno delle amministrative e i referendum su acqua, nucleare e lgittimo impedimento. Nella conferenza stampa a palazzo Chigi, Maroni ha annunciato di aver firmato il decreto di indizione dei comizi elettorali per le Amministrative, che dunque ora sono ufficialmente convocate “per il 15 e 16 maggio, il primo turno, e il 29 e 30 maggio per il secondo turno”.

La richiesta delle opposizioni è di indire un election day il 29 maggio, giorno nel quale i cittadini potrebbero votare sia per il ballottaggio delle amministrative che per i quattro referendum

FRANCESCHINI:  Il no del Consiglio dei ministri a un election day che accorpi amministrative e referendum sul legittimo impedimento costerà “300 milioni di euro”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. “Dire di no a una voto lo stesso giorno, il 15 maggio, per amministrative e referendum - osserva - significa buttare dalla finestra almeno 330 milioni di euro” e questo accade “in un momento in cui le imprese e le famiglie italiane sono in grande difficoltà, unicamente per impedire che il referendum sul legittimo impedimento raggiunga il quorum per la validità”.

Franceschini fa sapere che è stata presentata “una mozione che andrà in Aula nei prossimi giorni”. “Lì vedremo nel voto - conclude - chi ritiene più importanti i processi del premier dei soldi degli italiani”.

DI PIETRO - "Il Governo e’ impaurito, truffaldino e anche un po’ ladro poiché, decidendo di mandare a votare gli elettori una settimana dopo l’altra, spende il doppio dei soldi quando, invece, potrebbe concentrare il tutto nella stessa settimana”, afferma in una nota il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Questo- prosegue- con l’unico scopo di impedire ai cittadini di andare a votare una sola volta e raggiungere cosi’ il quorum su tre temi fondamentali: l’acqua, il ritorno al nucleare e, soprattutto, il legittimo impedimento. Con quest’ultimo quesito i cittadini potranno decidere se tenersi ancora il sultano di Arcore che si fa le leggi ‘ad personam’ e non nell’interesse degli italiani. Quattro referendum che possono cambiare il volto e la credibilita’ dell’Italia. Quattro referendum- conclude Di Pietro- per i quali invito i cittadini a recarsi a votare, piuttosto che andare al mare”.