Città del Vaticano, 12 marzo 2011 - Forte appello dei cattolici per l'approvazione della legge sul biotestamento. "Ci sono solidi argomenti di ragione, comuni a laici e cattolici, per sostenere l’urgenza, l’efficacia e l’utilità del testo di legge all’esame della Camera dei deputati - si legge nell'appello pubblicato su Avvenire - E per noi, in quanto credenti, sussiste anche l’autorevole pronunciamento della Chiesa che, in forza del suo sapienziale discernimento e con l’autorevolezza morale alla quale da più parti si guarda con rinnovata speranza, indica la via attualmente più concreta alla tutela del bene comune. Questa legge va fatta, e va fatta adesso".

L'appello ha raccolto numerose firme di intellettuali, giornalisti e giuristi cattolici, tra i quali Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato Nazionale di Bioetica, il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi e quello della Lumsa Giuseppe Dalla Torre. Firmano anche sacerdoti impegnati nel dibattito pubblico come don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, e don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Tra i giornalisti firmano anche il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, quello di TV 2000 Dino Boffo e Antonio Socci.

"Pur essendo migliorabile, il testo di legge in discussione - si legge - è chiaro e lineare nei suoi contenuti fondanti. E noi riteniamo che se non fosse approvato in tempi rapidi, tenendo saldi questi suoi principi cardine, diventerebbe sempre più difficile drenare una giurisprudenza orientata a riconoscere il ‘dirittò a una morte medicalmente assistita, in altre parole all’eutanasia trasformata in atto medico".

 "Una legge a protezione della vita è necessaria", conferma da parte sua il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, in un’intervista al quotidiano della Cei. Il porporato auspica che sia varata una legge "la più vicina possibile" al disegno varato dal Senato nel marzo del 2009, e si trova d’accordo con l’ultimo aggiustamento subito dall’articolato in seguito al parere espresso dalla Commissione Affari costituzionali, cioè la cancellazione del carattere vincolante del parere espresso dal collegio di specialisti in caso di contrasto tra medico curante e fiduciario sulla attuazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento.

"È indispensabile legiferare, al punto in cui siamo giunti - afferma Sgreccia - in particolare dopo la tragica conclusione della vicenda di Eluana Englaro, per cui non si riuscì a varare un decreto che potesse correggere la decisione della magistratura di farle sospendere idratazione ed alimentazione. Se non si fissa una norma, episodi simili a quelli della giovane di Lecco si possono moltiplicare tutte le volte che vi saranno persone intenzionate a percorrere quell’itinerario di morte. E questo - conclude - non si può consentire".

VERONESI: DIALOGO IMPOSSIBILE -  Il dialogo fra scienza e religione è impossibile sui temi che riguardano la vita, come il biotestamento, afferma l’oncologo Umberto Veronesi a margine di una lezione all’Accademia dei Linciei su ‘Gli orizzonti del sapere tra scienza e fede’. “Su alcune questioni come la pena di morte o la povertà un dialogo con la Chiesa è possibile - spiega Veronesi - ma non sui temi della vita, sia del suo inizio che della sua fine. Ho dedicato molto tempo a difendere l’autodeterminazione in questo campo, la vita è nostra e dobbiamo essere in grado di gestirla: cosi’ come disponiamo del nostro progetto di vita dobbiamo decidere sul nostro progetto di morte. Su questo punto dobbiamo essere fermi, e non c’e’ nessun compromesso possibile con le posizioni della Chiesa”.