Roma, 16 marzo 2011 - Qualche dubbio sulla via nucleare all'autonomia energetica in Italia sembra farsi strada anche nella maggioranza di governo. Dopo le assicurazioni della Prestigiacomo  ("Non siamo né ciechi né sordi"), ora interviene il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia, Stefano Saglia, che dice: "Il nucleare è una cosa seria e va fatta da persone serie, per cui se i presidenti di Regione, di centrodestra come di centrosinistra, dichiarassero tutti la loro indisponibilità ad ospitare le centrali significherebbe che il nucleare non si fa".

Ma al tempo stesso, continua Saglia a margine di una conferenza stampa sulle risorse energetiche del Mediterraneo, “significherebbe che i governatori o non hanno approfondito sulla materia o non hanno il coraggio di affrontarla”. Ad ogni modo, aggiunge Saglia, “voglio sottolineare che non esiste l’opzione ‘militare’ per imporre il nucleare”.

E riguardo a un possibile blocco del nucleare in Europa, il sottosegretario commenta: "Se la Comunità europea deciderà di bloccare ogni iniziativa sul nucleare, ci adegueremo. Ma al momento non ha senso bloccare unilateralmente l’iter legislativo di un programma che vedrà la luce in prossimità del 2020". Il sottosegretario ha ricordato che l’Italia, insieme all’Austria, è l’unico Paese europeo a non avere centrali nucleari sul territorio, per cui è fuori luogo "evocare esempi come quello tedesco".

DECRETO SUI SITI - Intanto il 23 marzo il Consiglio dei ministri dovrebbe adottare in via definitiva il decreto correttivo del provvedimento sulla localizzazione dei siti per i futuri impianti nucleari. Scaglia precisa che martedì si chiuderà l’esame al Senato delle commissioni competenti. Ma, afferma Saglia, "la localizzazione dei siti nucleari in Italia "non si farà entro quest'anno. Non è ancora finita l'architettura normativa e mancano ancora 23 tra norme e procedimenti amministrativi".

Alla Camera, nel frattempo, le Commissioni Attività produttive e Ambiente hanno dato già parere favorevole, con condizioni, allo schema. La proposta di parere e’ stata votata dalla maggioranza, da Fli, dall’Udc, con l’astensione però di Savino Pezzotta, mentre il Pd è uscito dall’aula della commissione e non ha votato e l’Idv ha votato contro. Il provvedimento deve ora passare all’esame del Senato.

Il consiglio dei ministri ha già esaminato in via preliminare lo scorso 18 febbraio il decreto legislativo volto a recepire la sentenza della Consulta di inizio febbraio che ha obbligato il governo ad un "adeguato coinvolgimento" delle Regioni che dovranno ospitare le centrali.

ALL'ESTERO SI INTERROGANO - Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha convocato oggi pomeriggio a Parigi una riunione interministeriale sull’incidente nucleare in Giappone. Alla riunione, riferisce l’Eliseo, hanno partecipato il premier Francois Fillon, il ministro dell’Ecologia, Nathalie Kosciusko-Morizet, il ministro dell’Economia Christine Lagarde e il ministro dell’Industria Eric Besson.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha affermato che la situazione causata dai ripetuti incidenti alla centrale nucleare di Fukushima è "estremamente preoccupante, molto grave". Le prossime ore saranno "essenziali" per l’uscita dalla crisi, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo.

Si riflette pure negli Stati Uniti. Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, intervistata dalla Msnbc, ha detto che la tragedia giapponese solleva dubbi sui rischi e sui costi collegati all’utilizzo dell’energia nucleare.