Roma, 27 marzo 2011 - ''Dove mandare gli immigrati? Le tendopoli le possiamo fare anche in Sicilia, ma perché no in Valpadana o in Piemonte se siamo un Paese unito''. E' una delle frasi pronunciate dal governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, durante la conversazione al telefono con il premier Silvio Berlusconi, nella stanza del sindaco di Lampedusa, mentre circa 200 lampedusani aspettavano nella sala dove si riunisce il consiglio comunale.

Quello di Lombardo col premier Berlusconi è stato quasi uno sfogo telefonico. Il presidente della Regione ha parlato quasi tutto d'un fiato, il premier lo ha interrotto due volte ma per pochi secondi, poi Lombardo ha ripreso a parlare. Poco prima della conversazione col premier, il governatore aveva ascoltato nella sala del consiglio comunale circa 200 lampedusani, molti dei quali hanno preso la parola chiedendo come le istituzioni intendano uscire dall'emergenza in cui e' precipata l'isola da almeno 40 giorni. Mentre ascoltava la gente, tra cui molte donne che hanno paura a uscire di casa dove tengono quasi barricati anche i bambini per evitare contatti con le migliaia di migranti che vagano senza meta, Lombardo ha cercato il contatto con Berlusconi, riuscendoci. Berlusconi l'ha chiamato al telefonino proprio mentre Lombardo parlava alla gente, ma la linea era disturbata per cui il premier ha chiesto al governatore di trovare un telefono fisso. La conversazione poi e' avvenuta nella stanza del sindaco.

''Ovunque, girando per l'isola, si incontrano migranti. Lampedusa sembra ormai un'isola tunisina non piu' territorio italiano'' aveva detto il presidente della Regione siciliana giungendo al porto, dove la Protezione Civile ha allestito tende attrezzate per l'accoglienza. “Nei prossimi giorni - ha proseguito Lombardo - chiederò di partecipare al consiglio dei ministri, ordinario o straordinario che sia, purchè abbia come primo ordine del giorno l’emergenza a Lampedusa. Porterò con me a Roma le foto che ho scattato sull’isola stamattina, affinchè l’intero Governo possa rendersi conto della situazione, e prendere coscienza della necessità di un impegno per risolverla”.

“Dire che l’isola è stata invasa dai tunisini senza una dichiarazione di guerra non è tanto errato - ha detto ancora Lombardo -. Anche per questo chiederò al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un incontro. Con lui ci incontrammo già due anni fa, sempre per parlare di immigrati, e quell’incontro fu produttivo”.

Poi telefonata anche con il commissario per l’emergenza immigrazione, prefetto Giuseppe Caruso. "C’e’ una condizione di rischio epidemia", ha detto il governatore della Sicilia. Domani arriveranno a Lampedusa gli ispettori inviati dall’assessorato regionale alla Salute per verificare la situazione nei centri dove vengono ospitati i migranti ma anche per l’isola. Assieme ai funzionari ci sarà l’assessore alla Salute Massimo Russo. 

LA SITUAZIONE FRA SBARCHI E TRASFERIMENTI - Lampedusa vicino al collasso: sono 1.399 i migranti sbarcati nelle ultime 24 ore sull'isola, 18.501 dall'inizio dell'anno. Tra questi sono compresi i 284 profughi eritrei ed etiopi, tra cui 80 donne e 12 minori, che si trovavano su un barcone proveniente dalla Libia e che sono arrivati attorno alle 4 della scorsa notte a Linosa. Gli ultimi due barconi intercettati la scorsa notte con un totale di circa 600 persone, con donne bambini e neonati, sono stati dirottati a Linosa in alternativa a Lampedusa che non è in grado in queste ore di poter accogliere altre decine di persone vista la situazione critica sull'isola.

A Lampedusa è ormeggiata in porto la motonave 'Catania' del gruppo Grimaldi che in serata dovrebbe imbarcare 850 immigrati da trasferire a Taranto, nel centro di Manduria. Domani dovrebbe far ritorno a Lampedusa la nave San Marco della marina militare per il trasporto di altri immigrati. Se non ci saranno altri sbarchi nella notte il numero di immigrati sull'isola potrebbe scendere di un migliaio di unità tra oggi e domani.

Sono circa 250 gli immigrati partiti oggi da Lampedusa con un ponte aereo, sulla base del piano di trasferimenti messo a punto dall'unita' di crisi sull'emergenza umanitaria coordinato dal commissario straordinario, il prefetto Giuseppe Caruso. Gli extracomunitari, tutti tunisini, sono diretti a centri di accoglienza in Pulgia. E sono stati trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto di linea Palladio della Siremar i 292 profughi - in gran parte eritrei, somali ed etiopi - che erano sul barcone partito dalla Libia, soccorso ieri sera dalla Guardia Costiera, e poi accompagnati a Linosa.

Intanto, tra la protesta dei comuni del catanese e l'emergenza arrivi dal Nord Africa, sembra 'affondato' il progetto del ministro dell'Interno Roberto Maroni di creare a Mineo un villaggio della solidarietà per i profughi e i richiedenti asilo, una sorta di super CARA in Sicilia. Ieri, è stato lo stesso governatore della regione Sicilia, Raffaele Lombardo a parlare di fallimento del progetto con l'arrivo nel villaggio degli immigrati trasferiti dalla nave San Marco.

LA PROTESTE DI VENTI TUNISINI - "Prima ancora del cibo vogliamo rispetto". E’ uno dei cartelli mostrati da una ventina di tunisini, sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa, che hanno inscenato una manifestazione di protesta sul molo dell’isola, proprio mentre stavano arrivando in banchina gli ultimi migranti soccorsi dalle motovedette. Gli immigrati, seduti per terra, hanno annunciato di voler attuare lo sciopero della fame.

I tunisini, che fanno parte di un folto gruppo accampato con ricoveri di fortuna sulla collina che domina il porto, lamentano le condizioni di degrado in cui si trovano, con mancanza di acqua e servizi igienici, e sollecitano il loro trasferimento in tempi rapidi sulla terra ferma.

FRATTINI: "NEANCHE UN EURO PER IL RIMPATRIO" - Non deve uscire “neanche un euro” dal bilancio dello stato italiano per favorire il rientro nei Paesi d’origine dei clandestini che arrivano in Italia. Lo ha precisato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commentando la sua proposta di concedere 1.500 euro per ogni immigrato disposto a tornare in patria: deve essere l’Unione Europea a farsi carico di questo ‘incentivo’.

“Il ministro Maroni e io abbiamo chiesto molte volte all’Europa di intervenire”, ha ricordato il titolare della Farnesina, in un’intervista telefonica a ‘Domenica Cinque’, “L’Europa ha detto ‘Siamo disponibili ad aiutarvi’, dando finanziamenti su un fondo europeo per restituire rimandare a casa gli immigrati. Ci sembra strano che si debba dire di no: questi sono soldi dell’Europa..."

“Io credo che neanche un euro debba uscire dal bilancio dello stato, ma dal bilancio dell’Europa”, ha concluso Frattini, “Da parte dell’Europa, che è stata inerte finora, io credo che questo aiuto possa essere accolto...”.

CASINI: "SENZA PIANO STRAORDINARIO, SARA' INVASIONE" - "L’Italia deve accogliere i rifugiati e gli esuli politici, come gli eritrei e i somali, che scappano da regimi spaventosi. Ma il nostro Paese non può diventare la meta di tutti i clandestini che dalla Tunisia e dal resto del Maghreb partono verso l’Europa e si fermano a Lampedusa".

È Pier Ferdinando Casini ad aggiungere che "qui non si tratta di evocare le categorie dell’umanitarismo e dell’accoglienza, nè di leggere la drammaticità di queste ore con le vecchie categorie della destra e della sinistra. Le leggi - prosegue il leader Udc - vanno rispettate e chi è illegale deve essere rispedito nel proprio Paese. Se non appronteremo nelle prossime ore un piano straordinario - avverte - saremo invasi mentre il resto dell’Europa resterà a guardare la scena tenendo le dovute distanze".