Roma, 31 marzo 2011 - Lampedusa comincia a svuotarsi, ma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ammonisce: il governo tunisino non sta mettendo in atto gli accordi sull’immigrazione stipulati con l’Italia, e ancora: ci sono 5 mila cittadini tunisini che non sono "particolarmente accettabili" da parte dell’Italia e, quindi, vanno rimpatriati.

Sarà la missione a Tunisi di lunedì, insieme a Roberto Maroni, l’occasione per per un faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e il premier tunisino, e altri rappresentanti del governo locale, per la definitiva messa a punto degli accordi e dell’impegno del governo tunisino per assicurare la sorveglianza delle coste e evitare così ulteriori partenze. È uno degli elementi, a quanto si apprende, emersi nel corso del vertice di questa sera a Palazzo Grazioli in vista della riunione di domani a Palazzo Chigi della ‘cabina di regià allestita dal governo per fronteggiare l’emergenza immigrazione.

Il governo italiano chiederà al governo tunisino la disponibilità a raccogliere parte dei clandestini in Italia. Il governo italiano, inoltre, offrirà a Tunisi la disponibilità a fornire equipaggiamenti per le motovedette tunisine che dovranno presidiare le coste, oltre a dare il via libera a un programma per la tutela ambientale e di supporto all’economia.

Secondo l’Ue per procedere al rimpatrio degli immigrati clandestini è necessario l’accordo con i Paesi d’origine, lo ha ribadito il portavoce della commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom: "Bisogna distinguere fra i rifugiati che hanno diritto alla protezione internazionale e quelli che invece sono immigrati irregolari senza titoli per restare in Europa". Sinora, a Lampedusa si sono registrati complessivamente 22 mila arrivi, ma soltanto 2 mila sono profughi: gli altri sono tutti clandestini

Intanto, i 50mila profughi previsti saranno equamente distribuiti nel territorio nazionale in ciascuna regione, escluso l’Abruzzo. Al termine del Consiglio dei Ministri di oggi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha annunciato di aver messo "a disposizione del ministero dell’Interno altri sette siti solo al Nord" per l’accoglienza di immigrati.

Dal canto suo Maroni ha sottolineato che "in tempi rapidi prevediamo la realizzazione di altri siti capaci di accogliere, qualora ce ne fosse bisogno, altri diecimila immigrati". Ma si apre un fronte con le Regioni sugli irregolari: per il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, i governatori "non hanno condiviso la questione delle tendopoli per gli immigrati irregolari. Si è trattato di una iniziativa unilaterale del governo". Domani mattina alle 9 a Palazzo Chigi è in programma la cabina di regia fra Governo ed enti locali.

Ancora tensione a Lampedusa, dove dopo il trasferimento di 1.700 tunisini, sull’isola restano comunque più di 4 mila immigrati che continuano a bivaccare sulla collinetta sovrastante il porto vecchio. Un gruppo di tunisini ha inscenato questa mattina una protesta per sollecitare trasferimento dall’isola, alcuni hanno annunciato l’intenzione di effettuare uno sciopero della fame contro la minaccia di rimpatrio.

Le cattive condizioni del mare stanno rallentando le operazioni di sgombero. Mentre attrezzature mediche e altro materiale sanitario è stato rubato dalla tenda allestita dalla Regione siciliana nel porto di Lampedusa per prestare la prima assistenza all’arrivo dei migranti in banchina. A seguito del furto, la tenda della Regione è stata disattivata.

MANTOVANO NON REVOCA LE DIMISSIONI - "Non ci sono fatti concreti che possono farmi revocare le dimissioni. Questa sera non c’è nessuna ragione per tornare indietro".  Lo ha detto, uscendo da Palazzo Grazioli, il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano che ieri aveva rassegnato le sue dimissioni al premier.  "Il dato certo - ha aggiunto - è che domani nel porto di Taranto sbarcheranno 2.300 immigrati clandestini destinati alla tendopoli di Manduria e altri ne arriveranno a breve in altre tendopoli del sud". "Il ministro Maroni - ha proseguito - ha detto che verranno allestite delle tendopoli anche al Nord. Vedremo...".  Ai giornalisti che gli hanno chiesto se il premier l’avesse invitato a revocare le dimissioni Mantovano ha risposto: "Sì, certo". "Ma per ora - ha concluso - non c’è nessuna ragione per tornare indietro".

PRESIDIO ANTI-TENDOPOLI A PISA - Sono già un centinaio le persone giunte al presidio di Coltano (Pisa) per sbarrare pacificamente l’accesso dei mezzi d’opera all’ex centro radar americano dove sara’ allestita la tendopoli che accoglier… circa 500 migranti sbarcati a Lampedusa.

"I lavori per allestire una tendopoli per centinaia di immigrati non sono ancora iniziati e faremo intervenire la polizia municipale e le guardie del Parco per bloccare qualsiasi iniziativa", hanno annunciato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il presidente del parco di San Rossore Giancarlo Lunardi dopo un vertice in prefettura sull’arrivo di circa 500 migranti da Lampedusa e che dovrebbero essere ospitati in una ex stazione radar a Coltano. "A tutt’oggi - ha detto Filippeschi - manca un’ordinanza di protezione civile specifica che dia il via libera in maniera ufficiale a questo campo di accoglienza e quindi dovremmo agire di conseguenza".

SINDACI: "GOVERNO NON RIAPRE DISCUSSIONE SUI SITI" - L’Anci, l’associazione dei sindaci, ha chiesto al governo e al ministro dell’Interno Roberto Maroni di ‘riaprire la discussione sui siti’ già individuati per l’accoglienza dei profughi ma ha avuto un ‘niet’ dal governo. E’ quanto ha detto Lorenzo Guerini, Sindaco di Lodi che ieri ha rappresentato l’Anci alla riunione che si è tenuta a Palazzo Chigi con il governo.

IL PREMIER TUNISINO ATTACCA L'ITALIA -Il premier tunisino, Beji Caid Sebsi, in un’intervista trasmessa dalla tv privata ‘Nesma’, attacca l'Italia. “I clandestini tunisini tenuti nei centri di detenzione temporanea in Italia vengono trattati come agnelli in gabbia”. “All’inizio venivano trattati bene - ha affermato - ma ora la faccenda viene strumentalizzata dai partiti di destra europei”. A proposito dei 15mila clandestini tunisini sbarcati a Lampedusa, il premier ha affermato che “si tratta di un problema del governo italiano, ma spetta a noi l’onere di controllare i nostri confini’’.

‘’Va detto con franchezza che queste migrazioni sono state organizzate da bande criminali con la complicita’ di chi era addetto a sorvegliare i confini del paese - ha proseguito - Spetta a noi infatti controllare i confini anche se espatriare senza permesso e’ di fatto una violazione della legge che va punita”.

Il prossimo passo delle autorita’ tunisine saranno quindi “capire se davvero tutti i clandestini arrivati a Lampedusa sono tunisini e se davvero sono partiti nei giorni in cui era in corso la crisi nel paese e non eravamo in grado di sorvegliare i nostri confini”. Sebsi ha quindi assicurato: “Controlleremo meglio le nostre coste e rivedremo la legge sulle emigrazioni illegali”.

ALFANO RINFORZA GLI UFFICI GIUDIZIARI - Rinforzi agli uffici giudiziari per fronteggiare l’emergenza immigrati a Lampedusa. A disporli è stato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rispondendo alle segnalazioni arrivate dai vertici degli uffici di Agrigento. “Su mia indicazione - ha fatto sapere il Guardasigilli in una nota - il capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, per fronteggiare l’emergenza immigrati a Lampedusa e il conseguente aggravio che peserà sugli uffici giudiziari di competenza, ha emanato una direttiva urgentissima con la quale saranno inviate le risorse umane necessarie, dando il via a distacchi temporanei”.

Si tratta di una iniziativa, ha chiarito ancora Alfano, che “risponde prontamente alle segnalazioni inoltrate dal procuratore della Repubblica e dal presidente del Tribunale di Agrigento, segnalazioni che hanno evidenziato lo stato di gravissimo disagio causato dall’ondata di immigrati”. “Le risorse umane assegnate, anche in sovrannumero rispetto alle piante organiche attualmente in vigore, consentiranno di gestire la fase emergenziale, riservando a un momento successivo eventuali interventi a regime”, ha concluso.

IL NAUFRAGIO - Cambiano di ora in ora le notizie sul naufragio di ieri al largo del Canale di Sicilia, “ma in acque internazionali”, come ha precisato la capitaneria di Lampedusa, di un gommone proveniente dal Nord Africa e soccorso da un peschereccio egiziano che ha dato l’allarme. Le prime notizie parlavano di undici persone a bordo, tutte disperse. Fra le quali un bambino. Questa mattina, invece, secondo altre fonti, i dispersi in mare sarebbero di meno. Cinque degli undici naufraghi, infatti, sarebbero stati salvati dal peschereccio egiziano. Non ancora chiario se fra questi vi è anche il bambino migrante.