Roma, 5 aprile 2011 - L'ufficio di presidenza della Camera ha accolto a maggioranza la sanzione proposta dal Collegio dei questori di una lettera di censura nei confronti del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

La lettera di censura, che sarà inviata per conoscenza al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, riguarda lo scontro verbale di La Russa nei confronti del presidente della Camera, Gianfranco Fini, avvenuto in Aula durante l'esame del Ddl sul processo breve, dopo l'intervento del Ministro sulla contestazione avvenuta all'esterno di Montecitorio.

L’Ufficio di presidenza ha approvato a maggioranza la sanzione proposta dal Collegio dei questori. A votare contro, solo l'Italia dei Valori, con Silvana Mura. Gli Udc Rocco Buttiglione e Renzo Lusetti, insieme a Donato La Morte (Fli), si sono astenuti.

Hanno invece lasciato l'Ufficio di presidenza, in segno di non condivisione della proposta, la vicepresidente della Camera Rosy Bindi e Giampiero Bocci (ambedue Pd) che hanno deciso comunque, per rispetto alla Presidenza, di non esprimere un voto contrario.

LE REAZIONI - "Riteniamo la proposta dei questori riduttiva - ha spiegato Renzo Lusetti - ma per rispetto alla situazione che c’è stata e che ci sarà questa settimana abbiam deciso di astenerci per rasserenare il clima". Soddisfatto il Pdl: "Era l’unica sanzione possibile con il regolamento attuale", ha spiegato Gregorio Fontana del Pdl che ha chiesto "attenzione a quanto è successo mercoledì in piazza Montecitorio".

"La decisione adottata dal ufficio di presidenza della Camera nei confronti del Ministro La Russa è acqua fresca, ed equivale a dire che da oggi chiunque in aula può insultare in maniera volgare la presidenza ed invocare il precedente fatto valere per il ministro della difesa. Per questo ho votato contro e ho chiesto quindici giorni di sospensione dal voto per il deputato La Russa, è invece il commento di Silvana Mura.

"Certo se fossimo stati in un paese normale, o solo nella Camera dei Deputati di trenta anni fa, la censura al ministro sarebbe stata una sanzione politica gravissima che ne avrebbe comportato probabilmente le dimissioni. Oggi - osserva - probabilmente la lettera sarà appallottolata e gettata nel cestino, e la cosa più clamorosa è che la vicenda si chiude senza che nessuno, dal premier, all’interessato, per arrivare più modestamente al ministro per i rapporti con il parlamento, ha sentito il dovere di scusarsi a nome del governo".

"Il ministro La Russa avrebbe dovuto avere, come membro della Camera, oltre che del governo, l’interdizione almeno dalla partecipazione al voto sul provvedimento. Siamo peraltro in assenza di scuse...", spiega invece la presidente del Pd Rosy Bindi.

Per la Bindi la censura è "troppo poco", "è una sanzione che è stata applicata per fatti molto meno gravi: ricordo - ha insistito - che il deputato Evangelisti (Idv, ndr) è stato sospeso per quindici giorni solo perchè aveva fatto dei gesti. Qui siamo in presenza di un ministro che ha offeso e provocato l’aula, ha offeso il capogruppo del principale partito di opposizione, ha offeso la presidenza...".

Quindi, ha ribadito la Bindi, "non è vero come sostiene la maggioranza che non lo si poteva sanzionare più severamente, è un membro della Camera, avrei capito se fosse stato un senatore. E peraltro questi comportamenti fanno scattare processi emulativi come è accaduto il giorno dopo con Alfano che ha tirato contro i banchi dell’opposizione la tesserina per il voto...".