Roma, 12 aprile 2011 - Sprint finale alla Camera per il primo sì parlamentare della legge sul processo breve, ormai sostanzialmente ridotta alla norma sulla prescrizione abbrevviata per gli incensurati di cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi potrà avvalersi nel processo Mills. Ed è un finale con scintille per la parte di seduta in notturna: la maggioranza contesta la conduzione dei lavori d'aula durante l'esame del processo breve e 'attacca' la vicepresidente Rosy Bindi che stasera presiede i lavori. A prendere la parola per primo è il leader del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni, che chiede di intervenire per un richiamo al regolamento ed esprime "fermo dissenso sulle modalità delle conduzione della seduta di oggi che non devono costituire un precedente". Ci dev'essere un diritto dell'opposizione ad esprimersi ma c'è anche "il diritto del parlamento
a lavorare e ciò è stato impedito dalla sua conduzione". Quindi a prendere la parola è Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: "Sia agli atti che si è assunta la responsabilità di una violazione gravissima del regolamento. Ha annullato il contingentamento dei tempi", aggiunge.  Le dure critiche lanciate da Cicchitto e Reguzzoni sono state accompagnate da grida di 'vergogna', 'vergogna' all'indirizzo della presidenza dai banchi della maggioranza.

La seduta si è conclusa alle 23,30. Nella serata di oggi sono stati votati solo due emendamenti, ne restano da esaminare ancora circa 180. L'esame del testo sulla prescrizione breve proseguira' domani mattina alle 9:30, non-stop fino alle 20 quando, minuto più o minuto meno, l’aula arriverà al voto finale. Con probabile assenza dall’aula delle opposizioni che meditano di non prendere parte al voto per inchiodare ogni deputato, ministro e forse lo stesso premier al proprio seggio per votare, approvare e prendersi per intero la responsabilità della norma.

Un rischio, quello dei numeri, ben presente a centrodestra e governo che anche domani ha convocato una riunione del Consiglio dei ministri ad orario predefinito (una sola ora, in concomitanza con la pausa pranzo nelle votazioni) addirittura a Montecitorio e non a Palazzo Chigi.

LO SCONTRO IN AULA - Oggi la maggioranza non ha mai superato quota 310 ma lo scarto nelle votazioni ha oscillato tra i 15 e i 10 voti: l’insidia (stasera o domani) potrebbe essere l’unica votazione segreta che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha fatto sapere che, se richiesta, concederà. Quella su un emendamento dell’Idv all’articolo 3.

Nell’aula di Montecitorio lo scontro fra maggioranza e ministro Alfano da una parte ed opposizioni dall’altro è stato aspro. Il gruppo Pd, i leader da Bersani a D’Alema, da Veltroni a Fioroni a Franceschini, hanno preso la parola per leggere articolI della Costituzione. Italia dei Valori, Di Pietro in testa, ha citato uno per uno i processi gravi e imprortanti di cui la prescrizione abbreviata potrà decretare la fine senza arrivare a sentenza. Una lista sconfinata di processi importanti contestata duramente dal ministro Alfano che ha appositamente preso la parola in aula: in Italia - ha assicurato - si prescrivono ogni anno 170mila procedimenti penali, cioè 466 al giorno e l’impatto di questa norma è legato a due circostanze: riguarderebbe solo i processi in primo grado che sono stati 125mila nel 2009 e solo gli incensurati che sono il 55% sul totale dei condannati. Quindi i processi penali a rischio diventano circa lo 0,2% mentre ogni anno si prescrivono in media il 5% dei procedimenti penali aperti”.

Immediata la replica dai banchi delle opposizioni: se davvero fosse così, sarebbe la prova che quella che la Camera si appresta a votare è una legge che serve ad una sola persona, Silvio Berlusconi. "Se l’impatto della norma è così modesto, perché la maggioranza sta bloccando il Parlamento da settimane per una cosa del tutto inutile o utile solo a qualcuno, come teorizza l’opposizione, e non ai cittadini italiani?”, ha chisto in aula per tutti Pier Ferdinando Casini.

I DUBBI DI PIERO GRASSO  - "Impropria la dizione di processo breve... è un modo per far finire il processo, per far morire il processo, piuttosto che per provare le eventuali responsabilità di un colpevole o l’eventuale assoluzione di un innocente": così il procuratore nazionale antimafia a Firenze, dove ha partecipato ad un dibattito.

PRONTA LA PIAZZA - Oggi mail bombing, domani manifestazioni di piazza per tutta la giornata: questa la ricetta del Popolo Viola per provare, in extremis, a far cambiare idea a qualche deputato di maggioranza e convincerlo a non votare il ddl sul processo breve. Oggi, si è tentata la via del convincimento digitale: mail fiume a tutti i deputati di maggioranza con un testo che non lascia spazio a interpretazioni.

"Onorevole Deputato/a - è il testo della missiva, che viene inviata da chiunque si associ alla protesta - si spera che Ella non ambisca a futura memoria per NON aver contribuito a rendere Giustizia agli Studenti sepolti sotto le macerie della Casa dello Studente dell`Aquila, ai Cittadini bruciati alla Stazione di Viareggio, ai morti per l`amianto, ai morti sul lavoro e a tutte le vittime di violenza i cui reati subiti verranno prescritti grazie al Processo breve". Allegata alla mail, ovviamente, anche la lista dei processi che salteranno con l’approvazione della norma.

"Domani 13 aprile dalle 15 in poi - ha fatto inoltre sapere il Viola Gianfranco Mascia sul suo blog - saremo davanti a Montecitorio per far sentire alta la nostra voce contro l`eventuale approvazione del Processo breve alla Camera. L`iniziativa è stata preceduta da un presidio che dura ormai da 10 giorni e che continuerà, nel caso la legge fosse approvata, nei prossimi giorni davanti al Senato”.

"Sempre domani, alle 18 - prosegue Mascia - ci sposteremo al Pantheon dove daremo voce alle testimonianze di tutte le vittime o i parenti delle vittime dei processi i cui reati verranno prescritti grazie alla norma: il terremoto dell`Aquila, la strage di Viareggio, i parenti dei morti per l`amianto, i consumatori ingannati dai crack Parmalat e Cirio, le vittime di violenza sessuale, le vittime di violenza sui minori e tanti altri".