Roma, 13 aprile 2011 - Silvio Berlusconi esclude di volersi ricandidare al governo al termine del suo attuale mandato e indica in Angelino Alfano il suo "successore" alla guida del Pdl e quindi alla premiership per il centrodestra. Lo scrivono il Wall Street Journal e il Guardian, i cui giornalisti hanno preso parte, ieri sera, alla cena del premier con la stampa estera.

Nel corso della serata il Cavaliere si è soffermato sulle prossime elezioni politiche: "Se ci sarà bisogno di me come padre nobile, sono disponibile. Potrei essere capolista del Pdl, ma non voglio un ruolo operativo", ha puntualizzato il presidente del Consiglio investendo l'attuale Guardasigilli del ruolo di leader.

Altri corrispondenti, a dire il vero, precisano che prima di quella frase il Cavaliere ha fatto una premessa di non poco conto: ''Dipenderà dai sondaggi''. E lo stesso portavoce Paolo Bonaiuti invita a inserire le parole nel contesto. Anche la successione del Guardasigilli, ad altri giornalisti, sembra meno scontata. ''Di nomi nella sala ne sono risuonati anche altri: Franco Frattini, Mariastella Gelmini, Maurizio Sacconi'', riferisce un altro dei presenti. Anche se, concordano tutti, il premier ha fatto capire di puntare su Alfano.

Berlusconi ha anche negato di vedere nel suo futuro il Quirinale, per il quale ha rilanciato Gianni Letta.

Vero o falso che sia il desiderio di lasciare, comunque il premier ha rimarcato il rapporto difficile con il magistrati parlando di una ''guerra'' che va in scena dal '92 e di ''disgusto'' per l'ennesima fuga di notizie sul 'Rubygate'.

A chi non verrebbe la voglia di mollare?, ha chiesto ai corrispondenti della stampa estera. La magistratura - avrebbe aggiunto - in Italia è un cancro, una metastasi, vogliono infamarmi e distruggermi. Devo liberare il paese dai giudici.