Milano, 8 maggio 2011 - "Non vorrei che la Confindustria si stesse trasformando in una sorta di Cgil degli imprenditori, ovvero in una forza espressione di una oligarchia convinta oltretutto di essere l’unica detentrice della verità". Lo dice il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, conversando con l’Ansa in merito al discorso tenuto ieri da Emma Marcegaglia in occasione delle Assise generali di Bergamo.

"Per carità - aggiunge l'esponente leghista - il Governo ascolta sempre con piacere i consigli del mondo imprenditoriale ma mi è sembrato eccessivo il protagonismo sbandierato da Marcegaglia. Ad esempio gli imprenditori dove andrebbero mai senza operai ed impiegati, senza i sacrifici fatti dai loro dipendenti e collaboratori in anni difficili? Insomma i ‘faso tuto mi’ al Paese servono davvero poco. Mentre serve il clima di collaborazione tra le parti sociali che il Governo promuovere ed è servito e serve l’impegno di quella piccola imprenditoria diffusa che sulle proprie spalle ha retto il peso della crisi".

"Il rischio per Confindustria - aggiunge il ministro del Carroccio - è di diventare una sorta di Cgil dell’imprenditoria, in cui a dominare sono gli imprenditori che han rinunciato a fare impresa, facendo prevalere la rappresentanza associativa rispetto a chi in silenzio fa Pil e crea posti di lavoro, facendo l’imprenditore veramente".

Calderoli dice di aver "trovato davvero fuori luogo l’applauso al dirigente della Thyssen (l'amministratore delegato, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e sei mesi per omicidio volontario per il rogo in cui persero la vita 7 operai, ndr) visto che la sicurezza sul lavoro è un problema vero che interessa tutti i lavoratori e i cittadini".

"E poi ho trovato una certa arroganza professorale nell’intervento della leader di Confindustria, secondo uno stile, non rimpianto, che fu del suo predecessore Montezemolo, che quello stesso stile adesso vorrebbe portarlo in politica", ha concluso.