Roma, 20 maggio 2011 - Si perde il conto di quante volte definisce ‘mia’ la città di Milano. E per la verità si fa fatica anche a fare il calcolo del numero di interviste che rilascia.
Già perché evidentemente non ne poteva bastare una soltanto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per rompere il silenzio nel quale si era rinchiuso dopo la ‘botta’ del primo turno delle amministrative. Studio Aperto, Tg4, Tg1,(VIDEO)  Tg5, Tg2, Gr1, Tele Lombardia e Telereporter: tutte in un pomeriggio.


Un profluvio di dichiarazioni per smentire quello che cinque giorni di ‘bocca cucita’ avevano fatto comunque trapelare: pessimismo per la sfida dei ballottaggi, poca voglia di impegnarsi ancora in prima persona, delusione per le scarse preferenze ricevute. Ieri, dopo l’incontro con Umberto Bossi e una riunione con i vertici del Pdl, la svolta. Oggi, l’invasione mediatica. “Io sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e come leader del Pdl” dice, precisando però di non poter partecipare alla chiusura della campagna causa G8.


IL 'PERICOLO ROSSO' - Si capisce subito che la strategia studiata per cercare di ribaltare il risultato di Milano è quella di puntare sul ‘pericolo rosso’ e sul rischio di ‘invasione’. Il premier definisce i milanesi “turbati dalla visione delle bandiere rosse con la falce e il martello dei centri sociali”, si dice convinto che “non daranno la città in mano alla sinistra estrema”, “integralista” e pure “violenta”.

Anche perchè, è il messaggio molto simile a quello già lanciato da Bossi, se dovesse vincere Pisapia la città diventerebbe “islamica”, una “zingaropoli”, “piena di campi rom”. Nel capoluogo lombardo, si fa dunque coraggio il Cavaliere, “c’è la possibilità di vittoria”. Anche a Napoli la linea è quella di ‘demonizzare’ l’estremismo del competitor. De Magistris? Solo un pm “d’assalto” e “giustizialista”, uno dei tanti finiti a fare politica con la sinistra.
 

PDL PRIMO PARTITO - Berlusconi legge con le lenti rosa anche i risultati della prima tornata amministrativa. Certo, ammette che a Milano l’esito è stato “inaspettato” ma sostiene anche che il Pd ha perso 5 punti percentuali e che il Pdl ha di che gioire visto che si conferma il primo partito in Italia. Il premier ne ha anche per il Terzo polo che ha dimostrato - dice - la sua “irrilevanza” con Fli che “non è esistito” proprio.

Ma visto che il presidente del Consiglio sa, anche perchè è stato il primo a sostenerlo, che questo non è soltanto un voto amministrativo, ci tiene a mandare un messaggio rassicurante sulla maggioranza. L’alleanza Pdl-Lega, garantisce, è “stabile” e soprattutto “non c’è nessuna possibilità di un governo alternativo a questo”.

LA SORPRESA DI CALDEROLI - Berlusconi, dopo il pressing di Bossi, è dunque tornato a mettere la faccia sulla campagna elettorale. Ma né lui né il senatur si illudono che possa bastare un po’ di propaganda per evitare il disastro che sembra profilarsi. Tanto che oggi il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, ha fatto sapere che la prossima settima i due annunceranno una “sorpresa”.

Di certo c’è che entrambi ieri hanno sollecitato Giulio Tremonti ad aprire almeno un po’ i cordoni della borsa. Ed è probabile che il coniglio dal cilindro si giochi sugli sgravi fiscali. Una delle ipotesi, visto appunto che ci vuole l’imprimatur del titolare dell’Economia e che le risorse sono scarse, è che la sorpresa sia una proposta lanciata poco più di un mese fa dallo stesso superministro al salone del Risparmio: una sorta di free tax area, insomma un regime fiscale di favore per attrarre le imprese della finanza a Milano, sul modello di Dublino. A questa si potrebbe affiancare - viene spiegato - una valorizzazione di interventi fiscali già presenti nel decreto sviluppo.
 

 

PAURA DELLE BANDIERE - “Credo davvero che la maggioranza dei milanesi non voglia che la loro Milano sia consegnata alla estrema sinistra”, ha anche detto il presidente del Consiglio. “Sono intimamente sicuro - ha aggiunto - che i milanesi, con il loro voto, consentiranno alla nostra Milano di continuare a crescere come metropoli europea piu’ prospera, piu’ bella, piu’ sicura, come ha fatto in questi anni con Albertini e la Moratti”. 

 “Tanti milanesi come me sono rimasti turbati dalla visione delle bandiere rosse con la falce e il martello dei centri sociali, che sono dialgate nelle piazze e nelle strade per festeggiare i risultati del primo turno”, ha aggiunto.

MENO TASSE PER TUTTI - A Milano "spiegheremo cosa sarebbe costretto a fare un singolo sostenuto dalla sinistra piu’ estrema dai centri sociali, che lo costringerebbero a un programma illiberale, mentre nel nostro programma ci sono cento progetti concreti per fare una Milano ancora piu’ bella, piu’ vivibile e per farne una grande metropoli europea proiettata nel futuro, con meno tasse per tutti, con servizi pubblici di eccellenza, con due nuove linee della metropolitana", ha detto invece il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso di un’intervista al Tg1.

RISULTATO INASPETTATO -  Il risultato del primo turno a Milano è stato “inaspettato”, ha ammesso il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso di un’intervista al Gr1.
“Il risultato inaspettato di Milano - ha spiegato - ha condizionato negativamente le analisi e i commenti del primo turno che per il Pdl è stato soddisfacente”. Il premier ha spiegato che c’è stata una “astensione dei moderati” e che “da questo dobbiamo ripartire” ma anche che, “se i moderati milanesi avessero voluto, avrebbero potuto scegliere il Terzo polo e invece ne hanno certificato la loro inconsistenza”.
 

 

LA SFIDA DI BERSANI (VIDEO) -  “Non e’ accettabile che l’Autorita’ garante delle comunicazioni abbia annunciato che si riunisce mercoledi ‘a babbo morto’”, afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, oggi a Bologna, facendo appello all’Agcom perche’ gestisca la campagna elettorale sui media in vista dei ballottaggi nei comuni dove bisogna ancora eleggere il sindaco.

Se Berlusconi -prosegue Bersani- vuole discutere delle elezioni, venga a fare un confronto televisivo, venga con me. Io sono disponibilissimo, andiamo a Ballaro’ martedi’ prossimo ma non invada, non metta la faccia quando vuole lui nei telegiornali di questo Paese”. Bersani fa poi un appello per il presidio che si terra’ domani alle 11 davanti alla sede dell’Agcom. “I romani vengano in aiuto della liberta’ dei milanesi, dei triestini e dei napoletani: alle 11 si va a quel presidio”. “Io non chiedo spazi in tv per Bersani -conclude il segretario del Pd- chiedo spazi per i candidati di queste elezioni amministrative”.

IL SINDACATO DEL TG1 - “Avevamo appena finito di sollecitare il direttore Minzolini al rispetto del pluralismo e della completezza dell’informazione, quando l’intervista di 3.30 a Berlusconi riporta il nostro giornale al centro delle polemiche”, riferisce in una nota il Cdr del Tg1 che chiede “che nei prossimi giorni il Tg1 intervisti gli altri leader politici dando loro lo stesso spazio e lo stesso tempo concessi al presidente del Consiglio”. Per l’organismo sindacale “e’ fondamentale per la credibilita’ della testata e del nostro mestiere rispettare l’equilibrio informativo, a maggior ragione in periodo di par condicio elettorale”.