Roma, 21 maggio 2011 - "Sono pure balle" le promesse della Lega di spostare i ministeri al Nord. Lo dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che spiega di aver ricevuto ‘’garanzie assolute’’ sulla permanenza delle sedi nella capitale, ‘’dal premier, dai capigruppo Pdl e da tutta la realta’ governativa che risponde al Pdl.

CALDEROLI INSISTE - "E’ assolutamente sacrosanta la richiesta di spostamento dei ministeri dal centro ai territori: a Roma resteranno soltanto quelli che ha un senso che rimangano, mentre tutti gli altri, e il discorso vale anche per le altre amministrazioni statali, verranno collocati nei territori dove abbiano una specifica vocazione riguardo alle materie e funzioni trattate”.

Così il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, ribadisce quanto annunciato oggi in un intervista a La Padania. “E’ indubbio che da questo trasferimento scaturirà un notevole vantaggio per i territori sia per l’attività svolta dal ministero in questione che per l’indotto che ruota intorno alla presenza di un ministero - prosegue Calderoli -. Posso capire la contrarietà di Roma e del Lazio ma dall’altra parte della bilancia ci sono tutti i sindaci e Governatori del Paese che per nulla al mondo rinunceranno ad avere sul proprio territorio un’amministrazione centrale dello Stato”.

IDV: PROMESSE CUI NON CREDE NESSUNO -  “Calderoli che s’inventa sorprese pirotecniche e scopiazza Berlusconi, promettendo meno tasse, riforme e lo spostamento dei ministeri al Nord, è la sintesi di una maggioranza logora, senza idee, incapace di andare oltre la solita vecchia e vuota propaganda e a cui gli italiani hanno da tempo smesso di credere”, ha detto in una nota il capogruppo dell`Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, secondo cui “il voto delle amministrative ha dimostrato che il Paese ha voglia di cambiare pagina, non si fida più di Berlusconi e Bossi, è stanco di aspettare un governo che in tre anni non ha fatto nulla se non occuparsi dei problemi del presidente del Consiglio”.

“C`è un`aria nuova - ha concluso Belisario - e le parole di Calderoli, così come i comizi a reti unificate di Berlusconi, sono espressione di chi cerca disperatamente di restare aggrappato al potere rendendosi conto che il cambiamento è già cominciato”.

APPELLO DEL PD AD ALEMANNO - “L’ultima follia del governo Berlusconi-Bossi è quella di trasferire immediatamente alcuni ministeri da Roma a Milano. Si tratta di un`idea anti-economica, che aumenterebbe i costi per i cittadini e le lunghezze burocratiche”, ha detto il segretario romano del Partito democratico, Marco Miccoli.

“In tutte le Capitali federali, da Washington a Berlino, i ministeri sono nella Capitale. Ci auguriamo - ha aggiunto - che tutte le forze politiche romane e istituzionali del Lazio siano contro questa ennesima trovata demagogica della Lega, a cominciare dal sindaco Alemanno che, rappresentando la città, più di altri deve opporsi ad un`iniziativa che la impoverirebbe a livello economico e costringerebbe al trasferimento coatto migliaia di famiglie che abitano e lavorano nella Capitale”.

POLVERINI - Il governatore della Regione Lazio, Renata Polverini, si schiera contro l’ipotesi di trasferimento di alcuni ministeri da Roma: “E’ semplicemente una proposta insensata, non c’è alcuna necessità - ha spiegato - di trasferire ministeri da Roma, mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie. La Lega insiste su un falso problema, capisca piuttosto che in questo momento, anche alla luce dei risultati elettorali, non serve ed è solo dannosa questa politica di divisione del Paese”.

IL 'PIANO B' DEL PDL - Il Pdl, intanto, prova a lanciare un segnale dopo l’offensiva mediatica del premier. E’ il ‘piano b’ del Pdl, un’arma estrema per riconquistare centralità in un momento difficile. I big nazionali provenienti dal Pdl milanese potrebbero annunciare l’intenzione di scendere in campo personalmente per sostenere la corsa di Letizia Moratti, entrando in giunta come assessori. Si parla di dirigenti del calibro di Ignazio La Russa e Maurizio Lupi. La Russa potrebbe anche mettere in discussione l’incarico di coordinatore del partito, anche se questa ipotesi viene smentita da altre fonti.

Anche di questo dovrebbe parlare il presidente del Consiglio lunedì a Milano, nel corso di una riunione con lo stato maggiore del partito. Un summit che servirà ad analizzare anche gli ultimi sondaggi, a capire quanto la rimonta sia praticabile e a decidere la tabella di marcia degli ultimi quattro giorni di campagna elettorale. Di certo, per ora, non c’è nulla, solo la registrazione di una puntata di Porta a porta. Un’intervista prevista per mercoledì, novanta minuti di domande affidate a tre direttori. Giovedì, poi, il presidente del Consiglio volerà in Francia per il G8. Il rientro è previsto venerdì, giusto in tempo per le ultime ore di campagna prima del silenzio elettorale.